
Con due anni di ritardo rispetto alla scadenza naturale la Regione Toscana ha presentato il nuovo bando per la continuità territoriale marittima. Ci si attendeva che dopo cotanta riflessione – e complice il clima elettorale – Giani e Baccelli, rispettivamente Presidente e Assessore ai Trasporti della Regione, ci avrebbero stupito con un piano innovativo, risolvendo almeno qualcuno degli annosi problemi di mobilità che affliggono da anni la popolazione elbana. Ma l’attesa degli isolani è rimasta delusa. I due anni di ritardo non sono stati utilizzati per un più profondo studio del problema ma sono solo il frutto di disinteresse e/o incapacità. Il nuovo Bando per la Continuità Territoriale si limita infatti a fotografare e prorogare la situazione esistente, sia in termini di risorse che in termini di organizzazione del servizio. Eppure l’attuale gestione privatizzata è stata considerata da tutti un colossale fallimento e si è invocato, anche da parti politiche insospettabili, un ritorno alla gestione pubblica o, quantomeno, un maggiore ruolo del pubblico nel settore dei trasporti marittimi. La conferma per 12 anni dell’attuale sistema avviene oltretutto in un contesto che vede la nascita di un “cartello” tra gli operatori (Moby – Blu Navy – TOREMAR) e finirà per agevolare la formazione di un monopolio di fatto in barba alla tanto decantata concorrenza. Ignavia o accondiscendenza agli interessi di grandi elettori? Quello che è certo è che il nuovo bando non è stato oggetto di alcun reale procedimento partecipativo con la popolazione e parrebbe che neppure i sindaci elbani (che certo anche in questo caso non hanno brillato per attivismo) fossero stati informati del suo contenuto. Resta il fatto che gli attuali ed inaccettabili livelli del servizio non potranno che peggiorare. Il bando non prevede tariffe agevolate per gli spostamenti per motivi sanitari e per le società sportive e questioni importanti come lo svecchiamento della flotta, la riduzione dell’inquinamento, l’ampliamento degli orari di navigazione, sono ridotti a mere “premialità”. Inadeguate sono anche le misure previste per i pendolari, categoria che regge interi settori dell’economia e dei servizi dell’isola e che è già penalizzata dalle note difficoltà abitative. Le misure previste si limitano al solo trasporto passeggeri mentre tanti lavoratori e lavoratrici, una volta giunti all’Isola d’Elba, devono percorrere ancora molti chilometri per raggiungere il luogo di lavoro. Possibile che i politici si interessino solo delle nomine nelle varie autority mentre restano assolutamente insensibili alle esigenze di chi si deve spostare per necessità o dovere lavorativo?
Riteniamo l’azione della Regione Toscana assolutamente inaccettabile ed irrispettosa dei diritti della popolazione elbana. Chiediamo l’immediata convocazione di un tavolo di confronto tra Regione, Comuni, forze politiche e sindacali e rappresentanze degli utenti per l’elaborazione in tempi brevi di un piano alternativo del settore dei trasporti marittimi che ponga al centro l’interesse pubblico e i bisogni collettivi di chi vive sull’Isola.
Partito della Rifondazione Comunista
Circolo Isola d’Elba
Maristella Giulianetti
Vorrei aggiungere che i pendolari sono gran parte delle colonne portanti dei servizi e dell’economia elbana.
24 Giugno 2025 alle 12:42