
Quando un’idea semplice incontra un territorio speciale, può nascere un piccolo grande cambiamento. È il caso del progetto di distribuzione di acqua in tetrapak sull’Isola d’Elba, un’iniziativa imprenditoriale locale che punta a ridurre l’impatto ambientale della plastica monouso in un contesto naturale tra i più preziosi del Mediterraneo.
Chi conosce l’Elba lo sa: la sua bellezza selvaggia è una ricchezza da preservare. Ma ogni estate l’isola si trova a fare i conti con tonnellate di plastica, spesso provenienti proprio dalle bottigliette d’acqua consumate da turisti e residenti. È qui che nasce l’idea: sostituire le bottiglie in PET con confezioni in tetrapak impreziosite dalla bandiera dell’Isola con le iconiche Api, completamente riciclabili e a basso impatto ambientale.
“Non si tratta solo di vendere acqua”, spiega Alessio Dugini, ideatore del progetto, “ma di proporre un’alternativa concreta e sostenibile, che riduca i rifiuti e al tempo stesso valorizzi l’identità dell’isola”. Il tetrapak, infatti, è composto principalmente da carta, certificata FSC, ed è un materiale che può essere riciclato in diversi settori, dall’edilizia all’arredo urbano, dalla cartotecnica alla produzione di nuovi imballaggi.
Ma il sogno è ancora più ambizioso: il desiderio di Alessio Dugini è riuscire a coinvolgere le amministrazioni locali e farle abbracciare il progetto in modo strutturale. L’obiettivo è “chiudere il cerchio” della sostenibilità, trasformando il tetrapak raccolto in arredo urbano ecosostenibile, come panchine, fioriere, cestini e giochi per bambini da installare nei comuni elbani. Un gesto simbolico ma potentissimo, per dimostrare che il rifiuto può davvero tornare utile alla collettività, migliorando gli spazi pubblici dell’isola.
Il progetto ha già suscitato interesse da parte di bar, stabilimenti balneari, eventi culturali e strutture ricettive, sensibili al tema della sostenibilità e desiderose di offrire ai propri clienti un valore aggiunto. Con un sistema di distribuzione locale e un impatto logistico ridotto, il modello funziona e può crescere.
In un’epoca in cui ogni gesto conta, anche un piccolo sorso può fare la differenza. E sull’Elba, l’acqua in tetrapak può diventare simbolo di un turismo più consapevole, più pulito, più vero.
Marco
Fuffa.
Solo fuffa.
O per dirlo con parole moderne “green washing”.
Il tetrapack inquina eccome.
Vetro e borracce individuali.
Fontane che un tenoo erano OVUNQUE e una per volta sobo state condannate.
Queste sono le soluzioni.
30 Giugno 2025 alle 12:06
Marco
Il tetrapack sostenibile? È un mix di 3 materiali, plastica, carta e allumino, alla faccia della differenziata… come mai si usano bidoni separati per carta e plastica se è così facile separarli? Esisteva la fonte Napoleone in vetro con vuoto a rendere… altro che tetrapack!
27 Giugno 2025 alle 18:39
Gaia
Esattamente quello che ho pensato Io.. l acqua in tetrapak mi fa discretamente orrore.
29 Giugno 2025 alle 23:25
Quirino
Ottima idea direi. Speriamo che si avveri, io bevo
Sempre l’ acqua dalla mia bottiglia termica.
E poi in certi comuni Elbani mettono i distributori per approvvigionarsi. Ottimo
Viva il Green 👍👋
27 Giugno 2025 alle 17:27