Scacchi al Forte, concluso il corso per i detenuti del carcere

Organizzato in comune accordo dalla Associazione Dialogo e la direzione del carcere

Il 25 settembre scorso è terminato per il secondo anno il corso di scacchi per i detenuti del carcere di Porto Azzurro, organizzato in comune accordo dalla Associazione Dialogo di Portoferraio e la direzione del carcere. Tutto inizia nel giugno 2021 al termine della scuola, per fare in modo di portare avanti un progetto pensato anche per tenere impegnati i detenuti in un periodo come quello estivo in cui forse vi sono meno attività educative.

Il fine del progetto degli – scacchi al forte – è stato anche di cercare di fare in modo di dare degli strumenti per aiutare le persone a cui è stato tolto il diritto alla libertà per i reati commessi, di provare a controllare l’ansia e di non, forse essere ossessionati dagli stessi pensieri durante la giornata e forse tentare di evadere con la mente e di controllare la rabbia e lo sconforto che prende a tutti nel corso della detenzione.

Portare la scacchiera in carcere ha significato dare ai detenuti la possibilità per alcune ore di essere impegnati a difendere il Re, con la regina, le torri, i cavalli, gli alfieri ed i pedoni, così che la sera siano più tranquilli. Diversi studi dimostrano che gli scacchi migliorano la qualità della vita delle persone, ed a maggior ragione sono educativi per chi è detenuto. Gli scacchi insegnano le regole, a riflettere prima di agire, il valore della legalità, il rispetto del proprio avversario. Inoltre, forse inducono a ripensare in modo critico alle proprie scelte sbagliate. Indubbie sono le capacità analitiche degli scacchi, con i dati del problem solving che vengono acquisite.

Senza dubbio possono essere utili una volta usciti dal carcere o come dice qualcuno – dopo anni di branda – e non sono pochi i datori di lavoro che vengono colpiti favorevolmente dal fatto di avere frequentato un corso di scacchi in un carcere. L’iniziativa ha anche avuto l’obiettivo di fare incontrare detenuti di lingue, culture, usi, costumi e religioni diverse. Gli scacchi sono universali, le stesse regole valgono a Roma come in Papua Nuova Guinea o a Bogotá. Al termine del corso i detenuti che vi hanno partecipato si sono sentiti gratificati e hanno chiesto di continuare il corso anche per il prossimo anno.

Tuttavia, la direzione del carcere tramite l’area educativa ha deciso di mettere a disposizione nelle sezioni detentive delle scacchiere per dare ai detenuti la possibilità di continuare a giocare in cella. Buon gioco e arrivederci al 2024.

Enzo Sossi

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