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La protesta del padre di un disabile in cerca di risposte

lettera firmata

Il padre di un ragazzo disabile ci scrive una lettera per protestare di una carenza di assistenza per il proprio figlio. Una protesta molto circostanziata, che è stata indirizzata al ministero della Sanità, alla Regione Toscana e – nell’ordine – a tutti i responsabili dei servizi interessati dalla sua richiesta. Non ci permettiamo di commentare, ma riteniamo giusto pubblicare integralmente, come facciamo di seguito.

Sono il  padre “caregiver” di Luigi (nome di fantasia) oggi 24enne, ragazzo che ha avuto la sfortuna di conoscere la disabilità nella sua forma più grave sin dai primi mesi di vita, ciò a causa di un errore medico, di cui è stato già riconosciuto vittima di malasanità.
Proveniamo dalla Calabria, una bellissima terra dove la sanità è commissariata ormai da anni, ma mai abbiamo avuto questo tipo di problemi.
Da circa 2 anni mi sono trasferito con il mio nucleo familiare a Portoferraio, dove siamo stabilmente residenti .
Rappresento che in data 4 Luglio scorso, previa visita specialistica, a Luigi sono stati prescritti ausili tra cui una sedia “comoda” (uso interno bagno/doccia), e dopo una lunga attesa ci viene consegnato l’ausilio in data 13 settembre.
Sin da subito ho notato che la sedia aveva evidenti danni (probabilmente era usata, oppure era stata trasportata in un furgone senza imballo quindi in modo inadeguato), e inoltre, era inutilizzabile perché troppo grande per mio figlio, di fisico gracile (40kg).
Quindi nella stessa mattinata mi sono recato presso l’ufficio Ausili dell’Ospedale di Portoferraio illustrando le motivazione e riconsegnando l’ausilio al Dott. Palombo che ci legge in copia.
Lo stesso mi rassicurava che entro qualche giorno mi avrebbe ricontattato per aggiornamenti.
Infatti, il giorno dopo, mi telefona per comunicarmi che la sedia bagno (cosiddetta comoda) a misura per mio figlio esiste in commercio ma non può essere fornita a carico dell’azienda sanitaria in quanto non possono acquistarla.
Mi pare ovvio, senza polemica, che la cosa è alquanto assurda. Tuttavia non ho altro che rivolgermi a codeste autorità affinché si ponga rimedio ad una situazione che si trascina ormai da mesi, e tra mille telefonale e raccomandazioni varie siamo punto ed a capo, non si riesce ad oggi ad avere un diritto sacrosanto per mio figlio…e per me che a 55 anni devo portare al bagno mio figlio in braccio!
Stanco di queste storture burocratiche, mai avrei voluto fare di mio figlio un caso mediatico per una cosa delicata e intima, con l’auspicio di un intervento urgente dei responsabili.
Sicuro del fatto che le Autorità in Intestazione ed il Presidente Eugenio Giani sono sempre attenti al sociale (tra l’altro in questi giorni la Regione ha comunicato ingenti stanziamenti in favore delle persone con gravissime disabilità), attendo interventi per porre rimedio in tempi stretti, diversamente mi vedrò costretto ad acquistare l’ausilio a mie spese… nonostante il diritto!
Rimetto il tutto alle S.V. Ill.Me per i provvedimenti urgenti del caso, e in attesa di un cenno di riscontro porgo pregiati saluti.

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