Controlli della Guardia di Finanza sugli yacht di lusso

Controllati 30 yachts, 5 sono risultati sconosciuti al Fisco. Denunciato uno skipper

Il mondo della nautica ed il suo indotto rappresentano un settore economico di notevole rilevanza a livello internazionale e l’Italia si colloca, a pieno titolo, tra i “Paesi leader” nella costruzione di yacht di lusso che interessa darsene, porticcioli e marine presenti lungo i suoi circa 8.000 km di sviluppo costiero.
Anche la Toscana, in particolare, rappresentando una realtà ad alta vocazione turistica, registra un’ingente disponibilità di porti, collegati a importanti cantieri navali, che ospitano mega-yacht di rilevante valore, spesso battenti bandiere estere.
La Guardia di Finanza, alla quale sono attribuiti compiti esclusivi di polizia economico-finanziaria, anche  attraverso la componente Aeronavale, svolge una costante attività di monitoraggio e controllo in questo settore poiché, a fronte di un rilevante indotto economico per il distretto cantieristico, presenta talvolta problematiche inerenti alla trasparenza riferita al possesso delle imbarcazioni.
Ed è proprio a seguito di un’attenta analisi del contesto toscano che il Reparto Aeronavale di Livorno, sotto il coordinamento del Comando Regionale, tira le somme, per primi 6 mesi di quest’anno, di un’importante attività operativa ideata per intercettare e approfondire la posizione fiscale delle imbarcazioni più lussuose, presenti nella propria area di competenza, mediante un progetto denominato, in maniera evocativa, “CHRISTINA O”, dal celebre panfilo tuttora attivo nelle località marine più esclusive del Mediterraneo.
I primi risultati ottenuti a seguito dei controlli preventivi eseguiti presso i cantieri e le marinerie, partendo dal periodo invernale, sono stati successivamente analizzati ed elaborati, grazie anche alle sinergie attuate con i Reparti territoriali del Corpo, consentendo di indirizzare e strutturare un piano di intervento operativo più sistemico. Ciò ha permesso di veicolare le risorse messe a disposizione, sia navali che territoriali, alla verifica di  alcuni allert di interesse investigativo capaci di portare a esiti apprezzabili soprattutto da un punto di vista della qualità degli interventi effettuati, trattandosi di un comparto operativo che presenta peculiari profili di difficoltà.
Sul piano dei risultati sinora conseguiti dal progetto, si evidenzia il controllo e l’analisi approfondita di 30 yacht di notevole valore, talvolta di circa 10 mln di euro ciascuno, di cui 5 sono risultati completamente sconosciuti al fisco, comportando l’irrogazione di sanzioni che, riferite al valore dei singoli beni, sono ricomprese complessivamente tra i 175.769 euro e gli 845.849 euro, al netto di successivi e più pregnanti approfondimenti ispettivi necessari per ricostruire la reale capacità contributiva dei proprietari.
Un’ulteriore imbarcazione di lusso è stata sanzionata per omesso versamento dell’IVA all’importazione. Inoltre, è stato anche segnalato all’Autorità Giudiziaria uno skipper di nazionalità americana, ma stabilmente residente in Italia, per omessa dichiarazione dei redditi, che comporterà un recupero a tassazione di 579.726 euro, oltre alle sanzioni che saranno calcolate dagli Uffici finanziari.
È importante evidenziare la circostanza che l’attività in parola ha, oggettivamente, potuto dimostrare che molte imbarcazioni, specialmente quelle più prestigiose, sono risultate ufficialmente riferibili a società o, comunque, a persone fisiche residenti in paradisi fiscali, pratica notoriamente utilizzata per schermare il reale proprietario.
Tuttavia, nonostante questo espediente, molti yacht sono riconducibili a soggetti italiani, o che hanno interessi economici in Italia, i cui dati sono stati segnalati, secondo il domicilio fiscale, anche ai Reparti della G. di F. fuori regione per i successivi approfondimenti di natura economico-finanziaria, poiché l’acquisto e la gestione di questi beni di lusso vengono spesso coperti da disponibilità finanziarie di provenienza non tracciata.
Il progetto ha altresì confermato l’esistenza di un ulteriore fenomeno che connota il mondo delle imbarcazioni di lusso. Si tratta del cosiddetto chartering nautico “simulato”, pratica elusiva/evasiva attuata attraverso la strumentale intestazione del natante a soggetti di comodo e/o stabili organizzazioni “non dichiarate” residenti in paradisi fiscali ma, in realtà, nella disponibilità di persone fisiche o giuridiche riconducibili fiscalmente nel nostro Paese; grazie a questa pratica illegale, gli ideatori riescono a utilizzare beni di enorme valore
schermandone l’effettiva proprietà e, soprattutto, occultando al fisco italiano le loro reali disponibilità finanziarie.
Le fiamme gialle del ROAN continueranno in questa attività di natura economico-finanziaria per tutto il periodo estivo, anche in considerazione del ruolo di unica forza di polizia a mare, che vedrà la cospicua presenza degli assetti navali nelle zone a più alta vocazione turistica.

Una risposta a “Controlli della Guardia di Finanza sugli yacht di lusso

  1. Antonio Rispondi

    Roba da matti…! Lascio a voli libera interpretazione . Null’altro c’è da dire

    17 Agosto 2024 alle 13:40

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