Comuni isole minori, serve una strategia nazionale

L'esito della riunione della Commissione Regionale Aree Interne. Gli interventi

La commissione Aree interne della Regione Toscana, presieduta da Marco Niccolai (Pd), si è occupata nella seduta del 28 febbraio di due temi molto sentiti: lo sviluppo e lo studio delle zone insulari della Regione e le potenziali criticità per i Comuni termali nelle aree interne e montane della Toscana. Presentando il primo punto, e prima di dare la parola ai rappresentati dell’Irpet (Istituto regionale di programmazione economica della Toscana), il presidente ha voluto sottolineare come “le isole minori siano ricomprese nella strategia delle aree interne, e si tratti di una rete che abbraccia vari comuni e territori. Da oggi con l’audizione di Irpet – ha aggiunto – iniziamo un percorso di confronto con questi Comuni per esaminare e prendere in carico le posizioni di questi territori”.

Sabrina Iommi, funzionario dell’Istituto, ha illustrato la Strategia nazionale per le aree interne (Snai) che riguarda le isole minori per il periodo che va dal 2021 al 2027, rilevando come “alla luce dei nuovi accordi di partenariato vengano confermate le strategie territoriali di sviluppo integrato, a cui appartiene anche la Snai, confermandola come linea di intervento fondamentale della nuova programmazione. E tra le nuove aree di progetto per la Toscana, alla luce della nuova mappatura, c’è anche quella che riguarda le isole. L’arcipelago toscano all’interno della regione viene considerato area ultra-periferica, prima di tutto in assenza di una linea ferroviaria”.

“Nell’arcipelago toscano – ha spiegato Iommi – sono compresi i sette Comuni dell’Isola d’Elba, Capraia e Giglio, per un numero complessivo di 33mila abitanti. Si tratta di un’area molto diversa dalle altre aree interne della regione per la sua atipicità. Ha una quota importante di superfice boschiva, e una minima superfice dedicata all’attività agricola. Gli immobili spesso sono di pregio, ma tante case sono vuote, destinate a uso turistico. Le isole hanno una densità abitativa elevata, diversa dalle aree rurali, e un indice di vecchiaia elevato, con una quota del 35 per cento di anziani soli, che le hanno scelte come loro residenza elettiva. È elevata anche la quota di cittadini provenienti dall’estero soprattutto da Francia, Germania e Gran Bretagna. L’area si distingue poi per la vocazione per il terziario e il turismo, caratterizzato dal lavoro stagionale. Un dato che condiziona i tassi di occupazione e disoccupazione, con il 31 per cento di lavoranti che in quest’area sono stagionali. L’effetto del Covid è stato pesante, ma la ripresa migliore rispetto ad altre zone della regione”.

“Alla luce dell’obiettivo di entrare nella Snai – ha concluso la rappresentante dell’Irpet – è fondamentale l’associazionismo e nell’arcipelago non esiste un’Unione di comuni. Le linee di intervento dovranno essere due: ridurre la stagionalità e utilizzare in modo più intenso la tecnologia, per ridurre il gap rispetto alle aree più sviluppate della regione”.

La consigliera regionale Donatella Spadi (Pd) ha ringraziato l’Istituto di programmazione economica per il quadro esaustivo offerto alla Commissione aggiungendo che “si tratta di luoghi particolari, che presentano delle difficoltà. Porto ad esempio tutte quelle famiglie che hanno bambini che hanno bisogno di un’educazione, come quelli dell’Isola del Giglio che sono costretti a trasferirsi sulla terra ferma. Bene che la Strategia nazionale abbia preso in considerazione anche queste aree estremamente particolari che vivono di turismo di buona qualità, ma vivere su un’isola non è sicuramente semplice e per i servizi sanitari e per quelli educativi”.

Ha partecipato alla seduta della Commissione anche il portavoce dell’opposizione Marco Landi che, collegato direttamente dall’Isola d’Elba, ha chiesto ai rappresentanti di Irpet come venisse valutata la densità di popolazione. La funzionaria Iommi ha spiegato che “il dato viene valutato considerando il totale della superfice comunale”. Landi ha sottolineato poi come i dati sui laureati siano “abbastanza in linea con quelli delle altre aree interne” chiedendo “se sono in linea con le altre zone della Toscana”. La Toscana ha spiegato Iommi “ha una media più alta”. Il portavoce ha infine chiesto maggiori dettagli sull’utilizzo dei sussidi per i lavoratori stagionali. “Il dato – ha spiegato Iommi – è quello rilevato dall’Istat nel censimento permanente, e riguarda le persone che si dichiarano in cerca di occupazione. Un tema da approfondire, ma per questi territori la caratteristica è di avere una quota elevata di disoccupazione periodica, disoccupati ricorrenti perché lavorano in una parte dell’anno e nell’altra sono disoccupati”.

Il consigliere regionale Gianni Anselmi (Pd) ha ringraziato il presidente della Commissione per questa occasione e per questo focus sulla parte insulare della regione che “insieme ai colleghi Landi, Spadi e Gazzetti rappresentiamo”. “Un tema – ha aggiunto – spesso collaterale rispetto a quello delle aree interne che ha bisogno di un’altra visione. Tema spesso affrontato in modo accessorio, come elemento aggiuntivo. Naturalmente lo si fa per la specificità insulare. Questo focus è molto utile perché ci aiuta, nella prospettiva dell’inaugurazione nel Piano regionale di sviluppo (Prs), a definire alcune linee di indirizzo. In quel documento dovrà esserci una parte specifica dedicata all’arcipelago toscano. Questi territori, nonostante la definizione di arcipelago, non sono territori omogenei, il Giglio ha un rapporto più naturale con Grosseto, Capraia con l’area livornese, l’Isola d’Elba con il territorio del sud della provincia di Livorno e in particolare con Piombino”. “Dovremo – ha proseguito – prevedere un sistema multi-misure che nell’economia va da settori particolari come la cosmesi, alla cantieristica, che da anni attende un potenziamento. E c’è il tema cruciale della qualità dei contratti, che richiedono un sostegno al reddito. Con questi temi si intrecciano quelli di un intervento serio sull’agricoltura e quello della difesa del suolo che riguarda anche la costa e la tenuta delle spiagge. L’assessore Monia Monni sta lavorando su un intervento complessivo per la messa in sicurezza della costa che dovrà riguardare anche le isole. Per quanto riguarda il tema della dispersione scolastica potrebbe essere molto efficace la sperimentazione della scuola diffusa, che andrebbe ripetuta, ma temi centrali sono anche la didattica alberghiera e la mobilità sostenibile. È infine fondamentale un ragionamento sull’associazionismo dei comuni”.

Il direttore di Irpet Nicola Sciclone ha detto “che il tema del capitale umano è più legato alla composizione della popolazione, con la fascia di età tra i 25 e i 44 anni che non presenta un significativo ritardo rispetto al resto della Toscana. Nel mercato del lavoro il tema degli stagionali

tende ad amplificare, più di quanto sia vero, il tema delle scarse occasioni di lavoro. Se necessario, poi, i dati sui percettori Naspi (Nuova assicurazione sociale per l’impiego) sono possibili da raccogliere ed elaborare”.

Il portavoce Landi al termine dell’intervento ha voluto sottolineare come “dopo la comunità montana in realtà l’Isola d’Elba ebbe un periodo transitorio di Unione dei comuni, esperienza poi conclusa facendo altre scelte”.

L’audizione dell’Istituto di programmazione economica si è conclusa con una notizia, comunicata dal presidente della Commissione Niccolai: “A quanto pare le isole minori dovrebbero costituire un’unica strategia nazionale, da declinare da parte del Governo, e penso che questo sia da salutare positivamente. L’idea è quella di iniziare, da oggi, un percorso coinvolgendo i Comuni interessati per arrivare a una sintesi, mettendo questi territori al centro della programmazione regionale”.

Il lavoro della Commissione è poi proseguito con l’audizione del presidente di Federalberghi Toscana, Daniele Barbetti, sui potenziali elementi di criticità relativi ai comuni termali ubicati in aree interne e montane della Regione. “Vedendo il lavoro della Commissione sulle aree interne della Toscana – ha detto -, ci è venuto naturale provare a confrontare l’elenco dei Comuni termali con quelli delle aree interne. E abbiamo notato una cosa interessante. Dei 23 Comuni termali, ben 11 non fanno parte delle aree interne. E questo ci ha sorpreso perché spesso i Comuni in area termale sono piccoli e in aree dove la risorsa naturale è presente e soprattutto stanno vivendo dal punto di vista dalla dinamica socio-economica negli ultimi 20 anni un periodo di oggettiva difficoltà, senza dimenticare alcune eccellenze. Noi vogliamo rappresentare la necessità di approfondire questo tema, modificando questo approccio un po’ storico che ha caratterizzato il rapporto tra Toscana e sistema termale che è stato molto orientato sullo stabilimento e un po’ meno sul tema della comunità economico-sociale che intorno allo stabilimento termale esiste e si è sviluppata e che ha le sue necessità”.

“Altro tema che vorrei sottoporre alla vostra attenzione – ha proseguito Barbetti – è quello dell’intensità d’aiuto e la distribuzione degli aiuti derivanti dai fondi strutturali europei, visto che c’è la nuova programmazione alle porte. Quello che volevamo sottolineare è che storicamente la Toscana tende ad utilizzare come criterio il concetto della dimensione di impresa, e sulla base di questo tende ad assegnare delle percentuali di intensità d’aiuto. Noi vorremo far osservare che è in moto una dinamica economica per cui le aree interne hanno più difficoltà ad attrarre investimenti, e di conseguenza anche ad utilizzare delle risorse derivanti dai fondi strutturali. E questo non solo per identificare un quantum di risorse dedicate, ma anche perché molto spesso le aziende collocate nelle aree interne, piuttosto che nelle aree termali, hanno più difficoltà ad avere una marginalità economica dello stesso livello di quelle aziende magari collocate in aree più floride e ad attrarre investimenti. E questo finisce per alimentare un circuito per cui le risorse vanno in aree che stanno già meglio, rispetto alle aree interne. Oltre a rivedere il sistema dell’intensità d’aiuto noi chiediamo anche di rivedere il sistema del bando unico adottata dalla Regione”.

“Noi dovremo fare rispetto a questo punto i necessari approfondimenti con i nostri uffici e assessorati” ha replicato il presidente della Commissione aggiungendo che “siamo in una fase di discussione da parte della Regione con l’Unione europea del programma inerente il Fesr (Fondo europeo di sviluppo regionali) così come tutta la programmazione dei fondi strutturali e da parte nostra c’è grande attenzione per le aree interne per cui sono previsti alcuni meccanismi di riserva. Sulle vostre sollecitazioni ci impegniamo a fare i dovuti approfondimenti. Sappiamo che sul settore termale troppo spesso parliamo solo delle società partecipate, ma come ci ha esposto, è un tema molto più articolato e diffuso sul territorio regionale. E sta a noi, come Commissione, interrogarci su come l’offerta termale, quando è ubicata in questi territori, possa contribuire in modo efficace al rilancio di queste aree. Noi dobbiamo inserire il termalismo all’interno dell’offerta turistica toscana in un ragionamento che ne prenda in considerazione anche gli altri aspetti: quello promozionale e più in generale la questione che riguarda le strutture ricettive”.

Il presidente Niccolai ha concluso la sua replica chiedendo al presidente di Federalberghi Toscana cosa ne pensi del bando del Governo su strutture ricettive ed alberghi. Una valutazione sulle modalità e sulla possibilità che possa essere uno strumento adeguato per supportare un settore che ha bisogno di reinventarsi.

Prima della replica di Barbetti la consigliera regionale Elena Rosignoli (Pd) ha apprezzato che la Commissione faccia un approfondimento su questo tema “tenendo conto delle sollecitazioni del presidente di Federalberghi”, ma ha aggiunto che sia necessario lavorare anche “sulla declinazione degli investimenti, a seconda delle aree geografiche della Toscana. Il problema delle aree interne marginali è proprio quello di competere con i grandi centri per poter attingere ai fondi, che vedono spesso e volentieri le città e le solite aree più strutturate favorite”.

Il presidente di Federalberghi Barbetti nella sua replica si è detto disponibile per tutti gli approfondimenti del caso, aggiungendo sulla domanda posta da Niccolai che “dopo poche ore il bando ha già vista praticamente esaurita la sua dotazione, con 2mila domande presentate e 2mila in fase di compilazione, quando l’obiettivo del Governo è di finanziare 3mila e 500 strutture. Nel Piamo nazionale di ripresa e resilienza, nel capitolo dedicato al turismo, lo stanziamento per la riqualificazione è complessivamente di 600milioni di euro. Quello che faccio notare è che in poche ore tutto lo stanziamento per i prossimi 5 anni andrà praticamente esaurito, visto che la graduatoria è unica e non sono previsti altri bandi. Misura che è stato chiarito è integrabile con ulteriori risorse. Esaurire un Piano di resilienza in 4 ore, dà il segno che servano più investimenti e mi permetto di invitarvi a prendere in considerazioni i risultati di questo bando”.

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