Un caffè alle Ghiaie: il piacere di viaggiare restando fermi

di Alberto Zei

Quando il pensiero salpa insieme al mare

Seduti sulla piattaforma dei Bagni Elba, a tre metri sopra la spiaggia delle Ghiaie, si scopre una prospettiva che altera, senza tradirla, la percezione del reale. Le balaustre di metallo cromato che riflettono il sole con la tipica nettezza marittima, ricordano la prua di un panfilo, lucida e sicura, suggerendo l’idea di trovarsi sul ponte di comando sospeso sul mare, stante la prospettiva del punto di osservazione. Non è un’illusione frivola; il mare, quando si offre alla vista così diretto e regolare, sembra egli stesso invitare a seguirne la rotta. Ed è sorprendente constatare come, pur restando perfettamente fermi, si possa avvertire la sensazione del viaggio.

L’orizzonte come esercizio dello sguardo
Davanti, l’isola di Capraia appare nitida e compatta, quasi un bastione piantato nel blu. Più lontano, le montagne di Capo Corso si nascondono nella bruma con un pudore scenografico, lasciando all’immaginazione il compito di completarne i contorni. Spostando lo sguardo a destra, o dritta come si dice in navigazione, ecco Monte Grosso e la Punta del Cavo che definiscono la curva estrema dell’Elba, mentre avanti a loro il continente svela a poco a poco i rilievi piombinesi prima, poi più lontani quelli livornesi, quasi diluiti tra cielo e mare. Infine, a sinistra, tra la balaustra e il mare Capo Bianco segna il paesaggio con la sua roccia candida e spaccata, un tratto netto, come un segno tracciato a mano su una carta nautica. Questa visione non è semplice contemplazione, è un esercizio dello sguardo, una lenta esplorazione mentale che, seguendo le linee del paesaggio, ricostruisce una geografia interiore. L’osservazione, quando è attenta, non è mai un atto passivo; è già un modo di viaggiare.. .

L’immaginazione, un atto adulto della percezione
Immaginare, in questi momenti, non è un gioco infantile né una fuga dalla realtà. La fenomenologia della percezione, come ci ricorda Merleau-Ponty, insegna che lo sguardo non si limita a registrare ciò che vede, ma lo prolunga e lo completa, traducendo la realtà visibile in esperienza vissuta. Anche Stendhal, parlando della sindrome che porta il suo nome, sottolineava come la bellezza, quando colpisce davvero, travolga non solo i sensi ma anche la mente, costringendola a dilatarsi oltre il dato immediato. Così, lasciarsi cullare dalle onde immaginate di un panfilo, pur seduti a un tavolino, non è frivolezza, è una forma sottile di conoscenza, un modo per avvicinarsi alla verità più intima del paesaggio, quella che non si vede solo con gli occhi ma si sente con tutto il corpo. D’ altra parte chiunque può fare questa esperienza, e forse dovrebbe. Non occorre essere poeti né navigatori per sentirsi, per un istante, parte di qualcosa di più vasto. Basta scegliere una mattina qualunque, sedersi qui, sulle su questo ponte sorseggiare un caffè e permettere allo sguardo di scivolare sull’acqua, senza fretta. Il viaggio comincia così, non salpando davvero, ma imparando a sostare. E scoprendo che, talvolta, la fantasia non è una fuga, ma la forma più intensa per abitare la realtà. .

4 risposte a “Un caffè alle Ghiaie: il piacere di viaggiare restando fermi

  1. Luigi Rispondi

    Complimenti all’autore per il fluente e immaginifico scritto. Buono a tal punto che ho segnato come tappa obbligatoria del mio prossimo viaggo all’Elba una sosta e un caffè alle Ghiaie.
    Grazie.

    31 Luglio 2025 alle 14:59

  2. Gian Carlo Rispondi

    Ci siamo stati per la colazione al mattino, spettacolo x gli occhi e il cuore. Panorama meraviglioso mare limpidissimo che riflette il colore bianco delle ghiaie.

    29 Luglio 2025 alle 21:25

  3. Sandro Catalano Rispondi

    8€ x un mini trancio sottile di pizza ok…x 1 un caffè ☕️ al tavolo..€ ?…. ma forse ci sta…no tutti i giorni..

    29 Luglio 2025 alle 21:00

  4. Alessandra Rispondi

    I bagni Elba si trovano dalla parte opposta della ruota panoramica, vero?

    29 Luglio 2025 alle 20:22

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