La lettura di documenti di archivio inediti o poco noti la cui pubblicazione è avvenuta ad opera di Michelangelo Zecchini et al. (“ Portoferraio Medicea ,scavi e scoperte 1548-1555. Il teatro ,il satiro e le teste colossali” ) integrata alla lettura del manoscritto di Giuseppe Ninci (“Notizie compendiate delle chiese ,Oratori,Cappellette di Portoferraio ,sì in città che nelle campagne sottoposte, raccolte e registrate da Giuseppe Ninci nell’anno 1834 e passatene copia alla chiesa del Corpus Domini di detta città nel 1835”)consente poter ricostruire in dettaglio la vicenda storica riguardante la consacrazione , la ufficiatura e gli ampliamenti della Pieve intitolata alla natività della SS Vergine Maria,alla quale un altare all’interno della pieve è attualmente dedicato.
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La pieve. ancora oggi presente a Portoferraio è conosciuta col nome di Duomo,chiesa parrocchiale. (Duomo di Portoferraio.La facciata vista dalla strada per forte Falcone .La chiesa si trova “ all’estremità della gran piazza d’arme dalla parte di levante “ oggi piazza della repubblica)
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IL VESCOVO DI MILO , LA CONSACRAZIONE E LA UFFICIATURA DELLA PIEVE DI PORTOFERRAIO
Nel 1549,appena un anno dopo l’apertura dei cantieri delle fabbriche dove si lavora alle fortificazioni militari , è costruita la Pieve nella parte di levante della piazza d’arme .La chiesa appena eretta è costituita da una sola navata corrispondente a quella di mezzo attuale. Due anni dopo , nel 1551,sorge la confraternita del Corpus Domini,pia istituzione sull’esempio di quella fiorentina,che svolge opera assistenziale e di conforto ai poveri , ai bisognosi ,agli orfani, accompagna il Viatico agli infermi ed ammalati , trasporta i defunti al sepolcro .Espleta tali pie funzioni dalla sua sede che è presso la pieve di S Maria nella quale concorre col pievano alla ufficiatura. Nel 1564 la confraternita si sposta presso il convento dei frati francescani del SS Salvatore (odierno complesso De Laugier)“ove il principe fece venire due scelti uomini per insegnare a secolari il modo di uffiziare le Confraternite e per cappellano della medesima vuolse venisse un padre di San Francesco” Cfr. pg 198 di “Zibaldone di memorie”Vincenzo Coresi del Bruno .Manoscritto 1729.Dattiloscritto conservato nella biblioteca comunale di Portoferraio copia dell’originale conservato nella biblioteca Marucelliana di Firenze ). Lo storico Giuseppe Ninci scrive nel 1834 che: “…la chiesa parrocchiale non si fondamentò che nel 1549 e si scelse per la medesima la più comoda posizione e più precisamente quella che conserva anche di presente all’estremità cioè della piazza d’arme dalla parte di levante.Detta chiesa venne dedicata in onore della Natività di Maria Santissima .E siccome ristretta era in allora la popolazione così di piccola capacità fu la fabbrica. Tanto è vero che bisognò fino al 1600 circa servirsi della grandiosa chiesa di S. Salvatore de’ farti del terz’ordine di San Francesco per eseguirvi le funzioni di concorso come quella fra le altre del solenne giorno del Corpus Domini quando si celebrava la messa grande in S Salvatore alla presenza del magnifico Commissario ,Capitani e popolo…” (Carta 2 “Notizie compendiate delle chiese ,Oratori,Cappellette di Portoferraio ,sì in città che nelle campagne sottoposte, raccolte e registrate da Giuseppe Ninci nell’anno 1834 e passatene copia alla chiesa del Corpus Domini di detta città nel 1835”Giuseppe Ninci. Manoscritto . Biblioteca comune Portoferraio copia di quello conservato nella Chiesa del SS. Sacramento di Portoferraio). Ancora il Ninci afferma che la pieve di Portoferraio nasce sotto la giurisdizione spirituale della pieve di Rio e da questa dipenderà fino a quando col trattato di Londra del 29 maggio 1557 Cosimo ebbe ceduta da Filippo II la città di Portoferraio con due miglia intorno alla piazza (Carta 29. Idem come sopra). Dal 1549 la pieve di S Maria in Portoferraio svolge la funzione parrocchiale per cui èsorta : tempio dove dir messa, battezzare, seppellire i morti ,celebrare matrimoni,cresime,comunioni .Un luogo,un edificio per uso del popolo in cui si svolgono funzioni religiose: nei primi anni della sua esistenza tutto ciò accade senza una avvenuta consacrazione dell’edificio. Dal 1555 è consacrata al culto. Nel cattolicesimo il rito di consacrazione di una chiesa è un solenne atto liturgico che segna l’ingresso ufficiale di un edificio di culto nella sua funzione sacra. Questo rito, compiuto dal vescovo, coinvolge l’unzione dell’altare, delle pareti e di altri elementi chiave della chiesa con olio santo, oltre alla deposizione di reliquie se presenti. L’intero processo simboleggia la consacrazione del luogo a Dio e il suo uso esclusivo per il culto e la preghiera. Di questo rito di consacrazione della pieve di Portoferraio parla Giuseppe Ninci nel 1834. Il Ninci scrive che la cerimonia di tale atto liturgico viene fatta a spese della confraternita del Corpus Domini nell’ottobre del 1554 senza conoscere il nome del prelato che la esegue : “Nel 1554 a dì 23 ottobre con spesa dei componenti la venerabil Confraternita del Corpus Domini che uffiziò in detta chiesa fino al 1564 .venne solennemente consacrata ,senza conoscersi peraltro da qual prelato ,mentre la diocesi di Massa e Populonia trovavasi in quel tempo sotto l’amministrazione del cardinale Michele de’ Silva” (Carta3,4.Idem come sopra) Grazie alla recente pubblicazione di carte di archivio da parte di Michelangelo Zecchini si è potuto conoscere il nome del prelato che consacra la pieve .Non è il vescovo della diocesi di Massa e Populonia in cui giace la pieve ma un prelato di un’altra diocesi lontana sbarcato a Cosmopoli a seguito” di una traversia di tramontano”.La diocesi del prelato è quella cattolica dell’isola di Milo, una isola greca delle cicladi dove nel 1554 era vescovo Stefano Gattalusio monaco della congregazione olivetana dell’Ordine di San Benedetto :congregazione, sorta presso Siena come comunità eremitica a opera di san Bernardo Tolomei. E’ il commissario di Portoferraio ,Guicciardini,che scrivendo nel 1555 al duca Cosimo fa sapere chi è il prelato che esegue la consacrazione e conferma quanto scrive il Ninci : per vari anni il duomo è esistito e si è ufficiato senza consacrazione “..È arrivato a causa di una traversia di tramontano il vescovo di Millo e per levarlo dagli stenti delle osterie del porto lo ricevetti in casa e in cinque o sei giorni che stette in Portoferraio ci consacrò la chiesa con gran contento di tutto questo popolo al quale doleva che chi moriva non fosse sotterrato in sagrato e cresimò uomini e donne anche di 80 anni. “ (1555, 31 ottobre . Lettera di Guicciardini a Cosimo . Mediceo del Principato Filza 450, c.417 .Archivio di stato Firenze ). Occorre notare che la consacrazione della pieve che il Ninci fa risalire all’anno 1554 nella carta di archivio recentemente ritrovata è riferita al 1555.
UFFICIATURA DELLA PIEVE
La ufficiatura è la celebrazione di funzioni religiose e di tutto ciò che è legato ad esse:messe,funerali ,processioni,comunioni, cresime, matrimoni o altre funzioni religiose ,comprese le “spese di ufficiatura” per i costi sostenuti per la cerimonia di queste funzioni religiose. Dal 1551 concorre con il prete pievano alla ufficiatura della Pieve di S Maria la confraternita del Corpus Domini. La venerabile confraternita del Corpus Domini di Portoferraio,mutata dal 1792 in arciconfraternita del SS Sacramento ad oggi così a noi pervenuta , è nata nel 1551 dopo la erezione della pieve dentro la quale fino al 1564 si riuniscono i confratelli per poi spostarsi in un piccolo oratorio per essi costruito dietro il fabbricato del convento dei frati francescani .Scrive infatti il Ninci che “fu dietro il fabbricato del Convento dei Francescani che nel 1564 dai fratelli del Corpus Domini si eresse un piccolo Oratorio onde lasciarsi libera la chiesa parrocchiale nelle sue funzioni.All’erezione del piccolo Oratorio concorse il piisiimo principe sovrano Cosimo I ed ordinò inoltre che un frate di quel convento di francescani servisse di correttore e cappellano alla confraternita” (Carta 8. “Notizie compendiate delle chiese ,Oratori,Cappellette di Portoferraio ,sì in città che nelle campagne sottoposte, raccolte e registrate da Giuseppe Ninci nell’anno 1834 e passatene copia alla chiesa del Corpus Domini di detta città nel 1835”Giuseppe Ninci. Manoscritto . Biblioteca comune Portoferraio copia di quello conservato nella Chiesa del SS. Sacramento di Portoferraio). Sulla consacrazione della chiesa parrocchiale avvenuta a spese della confraternita del Corpus Domini continua ancora il Ninci che i confratelli con supplica avanzano nel 1555 al serenissimo padrone la richiesta di rimborso di scudi 90 per spese sostenute alla cerimonia di consacrazione “per essere detta fraternità poverissima”.
Cosimo risponde positivamente: “rimborsisi”.
Questa la supplica a Cosimo integralmente trascritta:
“Ill.mo ed Ecc. mo Sig Duca
Gli homini et fraternità del Corpus Domini di Portoferraio supplicano a Vostra Eccellentia quali li piaccia farli rimborsare scudi 90 quali si spesero in far sacrare la chiesa di detto luogo ; i danari furono per cera et offerta fatta al Vescovo di detta sacra et tutto fatto con hordine del nostro sig Commissario (Agnolo Guicciardini commissario e provveditore generale dell’Elba e Piombino)che ci fece tanto favore quanto dirsi può;et così preghiamo umilmente vostra Eccellentia a farci rimborsare per essere detta fraternità poverissima et avere del continuo spesa al tenere aperta detta chiesa in cere e sotterrare morti et comunioni et quanto accade;i quali di continuo alle loro tornate preghino Iddio per quella et umilmente a quella si raccomandano.
=Rimborsisi=
=Cosimo=
20 febbraio 1555”
(Giuseppe Ninci “Notizie compendiate delle chiese ,Oratori,Cappellette di Portoferraio ,sì in città che nelle campagne sottoposte, raccolte e registrate da Giuseppe Ninci nell’anno 1834 e passatene copia alla chiesa del Corpus Domini di detta città nel 1835”Giuseppe Ninci. Manoscritto . Biblioteca comune Portoferraio copia di quello conservato nella Chiesa del SS. Sacramento di Portoferraio)
DON MARCHIONNE DI ROMAGNA FORZATO ALLA GALERA DIVIENE PRETE PIEVANO
I confratelli del Corpus Domini non solo pagano le spese di ufficiatura per la consacrazione della pieve ma anche sono presenti ed attivi alla sua regolare ufficiatura accanto al prete che dice messa . Un condannato al remo della galera fu tra i preti pievani a dir messa : don Marchionne di Romagna. Questo avviene per intervento dei confratelli del Corpus Domini. Avendo la pieve solo due preti ,perchè fosse meglio ufficiata, i confratelli si adoperano nel giugno del 1556 affinchè venisse liberato un sacerdote forzato per quattro anni alla catena della galera per volere del Duca. Costui , essendo reputato impotente al remo era posto alla cura degli infermi dello Spedale di galera .Per la sua liberazione con la seguente supplica al duca Cosimo si rivolgono i confratelli del Corpus Domini.
Questa la supplica dei confratelli al duca Cosimo :
“Ill.mo et Ecc,mo Sig,re Duca
La compagnia del Corpus Domini di Portoferraio dell’Elba desiderosa di poter ufficiare quella chiesa ,convenientemente almeno in quanto si può ,non havendo se non due preti,e la più parte del tempo sempre un di loro ammalati: ed essendo don Marchionne di Romagna forzato di V.E. alla cura degli infermi et Spedale dove ha già servito presso a tre anni per sentenza di V.E.dove in cambio suo potrebbe servire qualche altro,supplica umilmente a quella et si piaccia farli gratia del detto don Marchionne liberato dalla catena et licentia darli di uffiziare la chiesa colli altri due e glie ne faranno obbligo grandissimo alla gloria di Dio “ (Carta 3 .Idem come sopra) La grazia è concessa: don Marchionne è liberato come si evince da una supplica riportata dal Ninci nel manoscritto sopra citato.
AMPLIAMENTI DELLA PIEVE
Il duomo che oggi osserviamo a Portoferraio è esito di ampliamenti ai quali nei secoli successivi all’anno di fondazione è stata sottoposta la prima struttura edificata .Questa era a navata unica con un solo altare senza campanile per evitare di essere individuata da nemici che arrivano in rada .Di modeste dimensioni . “La sua lunghezza era di braccia 19”-riferisce il Ninci -cioè circa 12 metri, ma sufficientemente capace per la popolazione all’epoca presente ,nell’anno 1549.La sua larghezza è corrispondente alla navata centrale di oggi .A conferma delle modeste dimensioni e povertà degli arredi della Pieve di S Maria sono i manufatti , “le robe” in sua dotazione , quali sono descritti in documento di archivio del 1566 relativo all’inventario delle proprietà del duca Cosimo a Portoferraio: due ” panche di legno attaccate al muro una ad ogni lato” quattro “panchette da inginocchiarsi”due “panche di legno lavorate “ solo otto candelieri di cui quattro di”legno cattivi” e quattro di “legno grandi”.Significativa è la presenza nell’inventario della “campana di bronzo a mezzana” che vuol dire che si fa uso di una campana di piccola dimensione e poco pesante che non necessariamente ha bisogno di essere collocata dentro un campanile la quale può essere usata non solo a richiamare i fedeli per partecipare al rito religioso ma anche come segnale di imminente pericolo.
“Inventario delle robe che sono in Santa Maria Pieve di Porto Ferraio
1 Tabernacolo su l’altare del Corpus Domini. 1 Bossoletto di stagno per l’Olio Santo. 1 Lampanile d’ottone per la lampana. 4 Candellieri di legno cattivi. 4 Candellieri di legno grandi. 1 a Croce di legno con l’haste. 1 Bossoletto di legno da tener l’hostie. 4 Panchette da inginocchiarsi. 2 Panche di legno lavorate. 1 a Campana di bronzo mezana. 1 Calice di rame con la coppa d’argento dorato con una Santa Barbara d’argento et sue catene e corporali. 1 Camice con ammitto e cordone. 1 a Pianeta di color verdigno con sua stola e manipolo. 1 Messale grande. 1 a Pietra Sacrata. 2 Vite di legno per tener le torce. 2 Panche di legno attaccate al muro una ad ogni lato.” (Mediceo del Principato .Filza 2134, c 293. Archivio di stato Firenze) “La pietra sacrata” è pietra posta al centro dell’altare, che contiene o copre le reliquie dei martiri o dei santi. La sua presenza nell’inventario delle “robe” della Pieve di S Maria deve essere messa in relazione alla reliquie di San Liborio conservate sotto la mensa dell’altare della pieve stessa. Dal 1549 in poi gli abitanti di Cosmopoli sono andati sempre incrementando come dimostrano i censimenti del 1566 e del 1574 . Dovuto tale incremento non solo al fatto che la città è ormai diventata unico luogo sicuro in tutta l’isola al riparo da incursioni nemiche ma anche al fatto che Cosimo ha emanato un editto nel 1556 con il quale concede privilegi ed esenzioni “a quelli che habiteranno la sua Terra e Porto Ferraio nell’isola dell’Elba “esclusi quelli che sono stati condannati alla pena capitale e al remo della galera.

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(“Privilegi et esenzioni concessi dall’Illustrissimo et Eccel.S. Il Duca di Fiorenza et Siena a quelli che habiteranno nella Sua terra e porto Ferraio nell’Isola dell’Elba” Archivio di stato Firenze “Statuti del Comune di Firenze e dei comuni soggetti “ F.620-649,classe XII.Portoferraio:Statuti del 1556 ed altri documenti) il primo ampliamento conosciuto avviene nel 1590 col quale ampliamento riferisce il Ninci che “i fondamenti paraltro furono estesi.(conservando la fabbrica l’avvisata larghezza) fin dove ora vedesi l’altare maggiore”. Un ampliamento che riguarda la sola lunghezza restando la pieve a navata unica . Un ampliamento il quale richiede qualche anno come si evince da carta di archivio del 1593 quando dopo tre anni ,nel 1593,non è ancora terminato . Lo fa sapere il commissario di Portoferraio,del Benino, che informa Cosimo delle spese per Portoferraio. Inscrive la pieve tra le “fabriche cominciate e non finite in prima” dicendo che per “ La pieve di Santa Maria son fatti li fondamenti e alti da terra dua braccia ci vuol di spesa a fornirla 600…” (16 marzo 1593. Archivio mediceo .Filza 2561(anni 1574-1743).Archivio di stato Firenze) con l’ampliamento degli anni novanta del cinquecento si lascia inalterata l’altezza dell’edificio raddoppiando la lunghezza . L’altare maggiore è in legno ed è dominato dal crocifisso scolpito in legno e dipinto ,crocifisso che ancora oggi si custodisce nell’altare laterale,nella navata di sinistra guardando l’altare maggiore, in cornu Evangelii, col titolo di “altare del Crocifisso”.

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(Portoferraio. Duomo.Navata laterale sinistra guardando l’altare maggiore, in cornu Evangeli. Altare col titolo “altare del crocifisso”). Nella prima metà del seicento si aprono due cappelle,corrispondenti ai due altari laterali vicini all’altare maggiore,una nella parete di mezzogiorno per volere di un certo Prospero Castelletti di Milano ma domiciliato a Portoferraio intitolata a S Carlo e S. Lucia e l’altra nella parete di tramontana intitolata alla Vergine del Rosario e ai santi Crispino e Crispiniano in quanto patroni della corporazione dei calzolai a spese dei quali la cappella era stata eretta:nell’altare di questa cappella fu posta una tela raffigurante la Madonna del Rosario. E’ nella seconda metà del seicento che avvengono ampliamenti importanti, ampliamenti descritti nel 1791 da Sebastiano Lambardi “…Il governatore Tornaquinci pensò di accrescerla qualche poco,per il che fare ,ottenuto dalla pietà per Principe l’ordine fece l’accrescimento di due cappelle ,dove era prima il coro dell’altare maggiore ,facendo il coro più indietro e una nuova sagrestia da parte. Nelle nuove cappelle in una vi pose l’altare del Crocifisso e nell’altra quello di San Liborio. Nella parte diritta vi fece ancora i fondamenti per tirare ancora indietro la Cappella della madonna del Buon Viaggio , e con nuovi risarcimenti di stucchi ,restò allora la Chiesa terminata nell’arco principale ,sotto il quale risiede l’altare maggiore ,come oggidì si vede ” (Cfr pg 178-179 di “Memorie antiche moderne dell’isola dell’Elba” Sebastiano Lambardi 1791.Ristampa fotomeccanica, Forni editore. Bologna 1966) Nel particolare del dipinto “veduta di Portoferraio”sono visibili gli ampliamenti sopra descritti dal Lambardi.
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( PARTICOLARE del dipinto olio su tela ‘Veduta di Portoferraio ”1705. Anonimo.
Al centro è il duomo ancora a navata unica con davanti il corpo di guardia della piazza e posteriormente piccolo campanile a vela. Nel dipinto sono visibili lavori di ampliamento eseguiti dopo il 1696 durante il governatorato Tornaquinci : la sagrestìa a parte e una delle due cappelle laterali verso tramontana quella di San Liborio )
Marcello Camici


