Isola d'Elba

Per l’Elba arriva la conferma di area non vocata al cinghiale

Gianni Anselmi: " Un piano per fornire una gestione faunistico-venatoria equilibrata"

“Con il Piano Faunistico Venatorio la Toscana si appresta a dotarsi, per la prima volta, di uno strumento di pianificazione che riguarda tutto il territorio regionale volto a gestire la fauna selvatica in modo sostenibile, e a riorganizzare in maniera più efficace le zone vocate e non vocate all’attività venatoria con novità importanti sulla tutela delle aree coltivate. Il Piano che è attualmente all’esame delle commissioni consiliari competenti dove concluderà il proprio iter il 23 luglio per poi approdare in Aula, è un provvedimento importante che punta a fornire un quadro normativo aggiornato, capace di garantire una gestione faunistico-venatoria equilibrata e in armonia con l’attività agricola, in linea con le caratteristiche ambientali dei singoli territori e con gli obiettivi di sostenibilità e sicurezza”. È quanto dichiara Gianni Anselmi, consigliere regionale Pd e presidente della commissione sviluppo economico e rurale in merito al nuovo Piano Faunistico Venatorio della Regione Toscana. “Le commissioni stanno lavorando sulle osservazioni pervenute da moltissimi enti, dagli Atc, dalle associazioni venatorie, agricole e ambientaliste, che vanno ringraziate per il lavoro fatto che è di supporto alla nuova pianificazione. Un’attenzione particolare anche alle aree insulari, come l’Isola d’Elba, dove – prosegue Anselmi – viene confermata la classificazione come area non vocata al cinghiale, riconoscendone le specificità morfologiche e ambientali, che non consentono di applicare le stesse logiche gestionali previste per il resto della regione. Una decisione frutto di un confronto con il territorio e con le associazioni ambientaliste, con il Parco Nazionale, nel quale è emersa con chiarezza la necessità di intervenire per ridurre la presenza di cinghiali e mufloni e mitigarne gli impatti negativi. Per questo la Regione sta portando avanti un percorso finalizzato al contenimento e, dove possibile, all’eradicazione degli ungulati, che rappresentano un serio problema per l’equilibrio ambientale, la tutela della biodiversità e la sicurezza delle persone. Proprio in queste ore si sta lavorando, in accordo con il Parco e raccogliendo le sollecitazioni delle amministrazioni comunali e di tanti cittadini, per realizzare un primo intervento di contenimento consistente, con il coinvolgimento della polizia provinciale e delle squadre di caccia locali, anche supportate da altri territori, grazie a risorse che la Regione è pronta a mettere a disposizione”.

13 risposte a “Per l’Elba arriva la conferma di area non vocata al cinghiale

  1. Sheila Rispondi

    Sono elbana, e parlo solo per la mia isola.
    La natura vuole equilibrio: preda e cacciatore. Qui il cinghiale non ha predatori se non i cacciatori (per carità non inserite anche lupi e puma sennò è la fine!) Quindi è indispensabile che sia non vocata al cinghiale. Ma se si vuole seguire davvero la legge della natura, ciò che si uccide si mangia, allora mi chiedo perché non aprire una macelleria per la selvaggina. I ristoranti potrebbero offrire ragù di cinghiale dell’elba senza doverlo comprare da fuori e si potrebbe ripartire con le sagre del cinghiale che porterebbero turisti anche d’inverno.
    Ultima puntualizzazione: caccia chiusa d’estate, troppo pericoloso.

    23 Luglio 2025 alle 18:36

  2. Biagio Rispondi

    Io sono cacciatore secondo il mio parere se io sarei al parlamento farei una legge che la caccia resti aperta tutto l’anno senza vincoli come ad esempio i parchi, le riserve ecc. che non servono a niente. ad eccezione di alcuni animali e uccelli. Una volta la caccia era libera con la scusa della caccia le campagne si pulivano dippiu’ non vi erano incendi invece ora ogni minuto si sente parlare di incendi; lo Stato quanti milioni di EURO risparmierebbe.

    21 Luglio 2025 alle 4:12

  3. Nicola Rispondi

    La caccia non verrà mai abolita mettevi l’animo in pace non avete mai visti cinghiale se no nel.piatto o in fotografia state sereni

    19 Luglio 2025 alle 16:34

  4. Andrea Rispondi

    Chiacchiere chiacchiere e ancora chiacchiere con la solita politica cerchiobottista: un contentino illusorio a chi ha subito danni, una strizzata d’occhio a chi con i cinghiali ci fa soldi a spese altrui. Vergogna!!

    19 Luglio 2025 alle 15:49

  5. Flavio Ciaponi Rispondi

    Minimo sindacale.

    19 Luglio 2025 alle 3:08

  6. Franco Rispondi

    Finalmente ci sarà la festa del cinghiale con tanti buoni piattifranco

    18 Luglio 2025 alle 20:54

  7. Enzo Rispondi

    Destra e sinistra fanno a gara a chi fa più favori ai cacciatori pensando di incrementare così i voti( perché questo è l unica cosa che a loro interessa), ma secondo me stanno sbagliando i conti in quanto i cacciatori sono una piccola minoranza e da un sondaggio fatto da poco il 70% degli italiani sono per l abolizione della caccia. Auguri per le prossime elezioni!

    18 Luglio 2025 alle 11:58

  8. Federica Furlan Rispondi

    Una vergogna.
    La caccia non è solo crudele ma inutile e controproducente perché concorre all’anticipo dell’estro delle giovani femmine e alla formazione di nuovi branchi.
    Usate metodi di contenimento non cruenti, siamo nel 2025, evolvetevi, è d’obbligo una visione che contempli una pacifica convivenza uomo animale nel rispetto della fauna selvatica.

    18 Luglio 2025 alle 9:48

    • maria grazia croc Rispondi

      Giusto
      Acquisteremo preservativi

      19 Luglio 2025 alle 18:50

  9. Tiziano Roversi Rispondi

    In pratica non cambierà nulla e occorrerà arrangiarsi per contenere i danni, come sempre.

    18 Luglio 2025 alle 8:24

  10. Ģiampaolo Zecchini Rispondi

    Ancora tante belle parole come da decenni a questa parte. Può darsi che convincano i cinghiali ad andarsene via da soli

    18 Luglio 2025 alle 3:34

  11. Giuseppe Ferrari Rispondi

    Era l’ora!!

    18 Luglio 2025 alle 0:41

  12. Stefano Lombardi Rispondi

    Anche se in ritardo è una necessaria decisione.
    Credo che non riusciranno a “eradicarli” ma al massimo a limitarne il numero.
    Attività che dovrà essere costante in quanto la frequenza dei ” parti ” e il considerevole numero di prole per ogni parto in breve tempo potremmo di nuovo avere le stesse numeriche

    17 Luglio 2025 alle 23:28

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