In una chiara e soleggiata mattina di novembre dal porto di Marina di Campo è partito un gommone carico di alberi, attrezzi e acqua che, passata la diga, si è diretto verso Galenzana, dove il giardino galleggiante era atteso da alcuni volontari e volontarie di Legambiente che, dopo aver scaricato tutto, hanno cominciato a scavare buche nella sabbia proprio dove nel 2023 ha nidificato una tartaruga marina.
Alla fine si sono aggiunte altre persone e oltre 30 volontari hanno messo a dimora in tempo record le prime 15 tamerici che fanno parte di un progetto di reimpianto e ricostituzione dell’habitat realizzato da Legambiente Arcipelago Toscano con il contributo della Federazione Toscana Banche di Credito Cooperativo e della Banca dell’Elba BCC e il patrocinio di Parco Nazionale Arcipelago Toscano e del Comune di Campo nell’Elba.
Nei prossimi mesi verrà tenuto sotto controllo l’attecchimento delle tamerici per poi procedere alla messa a dimora delle altre 15 piante che completeranno il progetto che ha subito suscitato l’interesse di altre località costiere elbane.
La presidente del circolo di Legambiente Arcipelago Toscano, Maria Frangioni, fa un bilancio dell’iniziativa: «E’ andata benissimo, oltre 30 volontari, i gentilissimi barcaioli del Club del Mare che ringraziamo moltissimo perché senza di loro non saremmo riusciti a portare il materiale e a riportarlo a Campo. Grazie anche ai Carabinieri Forestali che ci hanno assistito e dato buoni consigli e soprattutto ai nostri splendidi volontari e volontarie e numerosi amici e amiche che, in una bella giornata di festa che coincideva con il Climate Pride e alla vigilia della Festa dell’Albero, hanno voluto ricordare insieme a noi Fiorella Battaglini, scomparsa quest’estate, e che è stata la difensora di Galenzana da speculazioni e prepotenze, e siamo sicuri che il suo cuore era con noi quando abbiamo ripiantato le tamerici che qualcuno aveva estirpato».
Legambiente prevedeva tempi più lunghi per l’operazione di messa a dimora, ma tante pale, zappe e picconi al lavoro hanno reso la piantumazione velocissima e alle 11,30 i volontari avevano già finito e qualcuno di loro ha pensato bene di dare anche una ripulita ai rifiuti portati dal mare sulla spiaggia.
Poi, come spesso avviene nelle iniziative di Legambiente, per tutti uno spuntino nazional-popolare a base di schiaccia e olive e – i non vegetariani – ottimo salame a fette grosse, poi crostata e torta briaca, tutto annaffiato con vino buono dell’Arrighi!.
La Frangioni conclude: «Una bella atmosfera, aiutata da un luogo magico, dalla giornata meravigliosa e da Fiorella Battaglini sempre presente nei nostri pensieri. Un progetto un po’ complicato da realizzare, soprattutto nella sua fase preparatoria, ma tutti insieme ce l’abbiamo fatta anche grazie al contributo essenziale di Banca dell’Elba e al sostegno del Parco Nazionale e del Comune. Abbiamo rimesso quello che qualche prepotente aveva tolto, ci sarà un po’ d’ombra per chi – come faceva Fiorella – va al mare a Galenzana e la spiaggia delle nostre tartarughe marine sarà più difesa. W Legambiente. W Galenzana con le sue tamerici e le sue tartarughe e W Fiorella».
Ma la giornata di volontariato ha fatto però emergere due grossi problemi della spiaggia di Galenzana. l’accesso e l’erosione.
Per quanto riguarda l’accesso, dopo la chiusura dell’accesso pubblico e storico costiero che portava a Galenzana e ai Salandri, la spiaggia è accessibile solo attraverso un sentiero che attraversa una proprietà privata e Legambiente chiede al Comune di Campo nell’Elba di riclassificalo come sentiero pubblico per evitare che a qualcuno in futuro venga l’idea di chiudere anche quell’acceso.
L’erosione del lato orientale della spiaggia ha raggiunto ormai il massimo livello – aiutata anche dal recente nubifragio che ha colpito Marina di Campo – e i muri che avrebbero dovuto difendere la costa sono diventati un elemento di offesa della costa e stanno crollando.
Legambiente chiede a Parco Nazionale, Comune di Campo nell’Elba e alle altre istituzioni interessate di non ripetere gli errori del passato che hanno portato a questa drammatica erosione che rischia di far sparire la spiaggia di Galenzana e invita privati e pubblico a progettare interventi di ingegneria naturalistica che “ammorbidiscano” la costa e ricreino le condizioni perché la spiaggia si riformi, e comunque per bloccare il devastante processo erosivo.
«Le tamerici che abbiamo piantato e pianteremo insieme a Banca dell’Elba daranno una mano – conclude Isa Tonso, responsabile del progetto tartarughe marine di Legambiente e Parco Nazionale- ma non basteranno. Bisogna intervenire al più presto perché Galenzana sia salvata e perché venga garantito un accesso pubblica a questa perla della natura dove nidificano le tartarughe marine. Lo dobbiamo al ricordo di Fiorella e al futuro dei nostri figli e nipoti».
AMBIENTE E TERRITORIO Le foto
Legambiente: a Galenzana ripiantate le tamerici di Fiorella
Ma con persistenti problemi di accesso ed erosione nella spiaggia del Parco Nazionale
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