Nei giorni scorsi, scorrendo una rassegna stampa sulla finanza pubblica e sui fondi europei, mi sono imbattuto in un articolo della stampa romana Paese di Roma a firma di Alberto Zei che cita l’Isola d’Elba come esempio paradossale per la possibilità di realizzare un reparto cardiologico completo, nell’ ospedale di Portoferraio a costo nullo, in virtù delle norme europee sui finanziamenti alle isole minori.
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Eppure lo stesso Zei, nei suoi recenti articoli sulla stampa elbana, non ha mai accennato a questa “gratuità”. Forse perché si occupava di altri temi, o forse perché il contesto non glielo consentiva. Ma il punto resta: Portoferraio ha il diritto di sapere come stanno realmente le cose, e sarebbe utile che Zei chiarisse pubblicamente cosa ha inteso dire con quell’esempio e quali margini concreti esistano per cogliere questa opportunità prima che venga perduta.
Un reparto di cardiologia completo funzionante dentro l’ospedale di Portoferraio ,che copra emergenze mediche in una zona periferica e disagiata come è il territorio dell’Elba potrebbe essere di grande utilità non solo per la popolazione residente ma anche per gli ospiti dell’Elba che durante i mesi estivi arrivano in grande quantità trasformando per vari mesi la terza isola d’Italia in una grande città per quanto riguarda il numero della popolazione.
Sarebbe anche struttura sanitaria che può condurre a quel turismo di “qualità” auspicato sulle pagine della stampa locale isolana.
MSRCELLO CAMICI



Lorella Di Pietro
Buona sera , sarebbe un’ottima cosa avere un reparto completo per questa emergenza sanitaria, dove un tempestivo intervento puo’ essere determinante per la vita del paziente.
Vorrei tanto sapere quanto questa esigenza puo’ essere ascoltata, raccolta, realizzata dalle istituzioni.
I cittadini dal punto di vista sanitario sono tutti di serie A?
26 Novembre 2025 alle 21:22