La virtù della Fedeltà, per la quale i Carabinieri antepongono al proprio bene il bene comune”. Fu proprio a questa virtù – “rimasta intatta e salda per il bene e la sicurezza della Patria” – che nel 1949 Pio XII legò la proclamazione della Madonna “Virgo Fidelis” come Celeste Patrona dell’Arma dei Carabinieri. Lo fece con apposito documento, detto “breve apostolico”, fissando al 21 novembre la sua celebrazione. Da allora, “Nei secoli fedele” non è solo un motto: è la scelta quotidiana delle donne e degli uomini dell’Arma, presidio di sicurezza, legalità e vicinanza ai cittadini, e ieri 21 Novembre, i carabinieri dell’isola d’Elba hanno celebrato la ricorrenza della loro Patrona, celebrazione che coincide con la giornata dell’orfano La solenne celebrazione religiosa si è svolta al Duomo di Portoferraio. La messa è stata celebrata dal parroco Reverendo Don Giovanni. Alla cerimonia erano presenti oltre al comandante della Compagnia Carabinieri di Portoferraio, il Capitano Giuseppe Boccia, molte autorità e rappresentanti delle altre forze dell’ordine, delle associazioni locali, autorità civili e cittadini.
Questo il discorso letto dal Capitano Giuseppe Boccia al termine della ricorrenza:

Reverendo Don Giovanni,
desidero esprimerLe la mia più sincera gratitudine per le Sue parole così profonde e piene di affetto, che oggi risuonano con particolare significato per noi Carabinieri, riuniti per celebrare la nostra Patrona, Maria Virgo Fidelis.
Un ringraziamento sentito anche al coro, che con la propria armonia ha reso ancora più solenne e toccante questa celebrazione.
Viviamo questo momento circondati dall’affettuosa presenza di autorità civili e militari, amici e familiari, che con la loro partecipazione hanno voluto onorarci e condividere con noi il valore di questa ricorrenza. A tutti voi, il mio più vivo ringraziamento, personale e a nome di ogni Carabiniere del Comando Compagnia di Portoferraio, che ho l’onore e l’orgoglio di guidare.
Un grazie di cuore ai Sindaci e ai loro rappresentanti, che, pur tra i numerosi impegni istituzionali, hanno voluto testimoniare la loro vicinanza e il loro affetto ai Carabinieri dell’Isola d’Elba.
La vostra presenza è segno concreto della vicinanza e della collaborazione che da sempre unisce le istituzioni nel servizio alla collettività.
Desidero inoltre ringraziare con particolare riconoscenza i cittadini elbani che hanno voluto presenziare a questa cerimonia, la cui vicinanza all’Arma si manifesta non solo oggi, con la loro presenza in questa chiesa, ma in tante
circostanze in cui, spontaneamente hanno dimostrato sincera amicizia e profonda stima verso di noi.
Un pensiero riconoscente va anche ai colleghi delle Forze Armate e di Polizia, con i quali condividiamo l’orgoglio di servire il Paese nel segno di valori comuni, ma anche le difficoltà, i sacrifici e i rischi che ogni giorno accompagnano la nostra missione.
Un saluto caloroso e fraterno desidero rivolgere ai commilitoni in congedo, sempre presenti e partecipi. La loro presenza è testimonianza viva del legame che unisce generazioni di Carabinieri, di quella colleganza e solidarietà che costituiscono l’anima più autentica della nostra Istituzione.
L’Arma di oggi vive anche grazie al loro esempio: hanno costruito, con dedizione e spirito di servizio, le solide fondamenta su cui noi continuiamo a camminare.
È un’eredità preziosa, un testimone di valori che passa di mano in mano, generazione dopo generazione, e che noi abbiamo il dovere e l’orgoglio di custodire.
Infine, a tutti voi, Carabinieri di ogni ordine e grado che operate quotidianamente su tutto il territorio elbano, va il mio più sincero ringraziamento e il mio ideale abbraccio.
Il vostro impegno costante, la professionalità, la vicinanza ai cittadini e la dedizione silenziosa con cui affrontate ogni giorno il vostro servizio sono la più alta testimonianza del significato profondo di questa divisa: essere al servizio del bene comune, con onore, fedeltà e cuore.
Nel giorno della Virgo Fidelis, patrona dell’Arma, i Carabinieri rinnovano il loro “sì” alla vita, alla Patria, ai valori che fanno grande la nostra comunità. Come Maria, che non smise mai di credere anche nelle ore più buie, così loro scelgono ogni giorno di restare fedeli al dovere, alla giustizia, alla dignità umana.
Essere Carabiniere significa accettare la stanchezza, il sacrificio, l’imprevisto. Significa vegliare quando gli altri dormono, ascoltare quando gli altri tacciono, intervenire quando serve, senza paura e senza clamore. È un servizio, non un mestiere: una missione vissuta con orgoglio e con amore.
Nel celebrare la Giornata dell’Orfano, l’Arma ricorda con tenerezza i figli di chi ha donato la vita per la sicurezza di tutti. Sono oltre mille, oggi, i ragazzi sostenuti dall’Opera Nazionale di Assistenza: giovani che portano dentro di sé il dolore della perdita, ma anche l’eredità di un esempio luminoso. A loro, l’Arma tende la mano, perché nessuno resti solo, perché dal sacrificio possa nascere speranza.
E poi la memoria va a Culquaber, in Africa, dove nel 1941 giovani Carabinieri ventenni, lontani da casa e dalla patria, scelsero di resistere fino all’ultimo. Erano ragazzi come tanti, ma seppero diventare eroi: non per la vittoria, ma per la lealtà, per l’onore, per l’amore dei propri compagni. Anche i loro avversari li salutarono con l’onore delle armi, riconoscendo la nobiltà di un coraggio puro.
Quelle vite, quei volti, quelle storie sono ancora oggi il cuore dell’Arma.
Perché ogni volta che un Carabiniere tende una mano a chi ha paura, ogni volta che ascolta, protegge, consola, fa rivivere lo stesso spirito che animò Salvo D’Acquisto, i giovani di Culquaber, i carabinieri di Nassirya, i carabinieri morti a Castel D’Azzano, e tutti coloro che hanno fatto della divisa un atto d’amore.
In un tempo che sembra smarrire fiducia e ideali, noi Carabinieri continuano a credere nell’essenziale: nel valore della parola data, nella forza della comunità, nel dovere di esserci.
E così, con passo discreto ma deciso, continuano a piantare speranza nelle sabbie mobili dell’indifferenza, a costruire ogni giorno un’Italia più sicura, più giusta, più unita.
Perché finché ci saranno uomini e donne pronti a servire con il cuore, l’Arma dei Carabinieri continuerà a essere il volto umano della Patria, fedele sempre, fino alla fine.















