Sottoscritto nei giorni scorsi a Roma il rinnovo del contratto del comparto Sanità, che in Toscana riguarda circa 21mila infermieri, oltre a ostetriche e personale amministrativo. Il contratto collettivo nazionale 2022-2024 è stato firmato, oltre che dal NurSind, anche da Cisl, Fials e Nursing Up, ma non da Cgil e Uil e prevede un aumento medio mensile lordo di 172 euro per 13 mensilità.
A esprimere soddisfazione è il segretario regionale di NurSind Toscana Giampaolo Giannoni. “Il nuovo contratto – spiega – introduce novità giuridiche di particolare rilevanza, a partire dall’attenzione particolare per i colleghi vittime di violenza, che troveranno il necessario supporto da parte delle rispettive aziende sanitarie. Da segnalare anche il significativo incremento economico (fino a 300 euro, previo confronto per la Regione) per quanti lavorano in pronto soccorso. Una cifra che va ad aggiungersi ai 90 euro di ‘indennità di pronto soccorso’ già ottenuti alcuni mesi fa. Da segnalare l’introduzione di politiche di ‘age management’ per affrontare il tema dell’invecchiamento del personale: un tema molto sentito anche nella nostra regione. Le Aziende dovranno sviluppare politiche gestionali mirate alla riduzione dei turni notturni, della durata del turno, alla possibilità di esonero dai turni notturni e dalla pronta disponibilità e all’impiego in attività di affiancamento e tutoraggio dei neoassunti”. Sul fronte economico buone notizie anche per quanto riguarda le cosiddette prestazioni aggiuntive, che vengono uniformate a livello regionale, salendo da 35 a 50 euro all’ora, in linea con la normativa di riferimento.
“Il contratto sottoscritto pochi giorni fa – conclude Giannoni – rappresenta una sorta di ‘ponte’ con quello 2025-2027 che sarà discusso da gennaio, per il quale alcune risorse sono già state stanziate. I benefici economici di cui godranno i lavoratori potevano essere ottenuti già in estate, se alcune sigle sindacali non ci avessero fatto perdere mesi preziosi. Adesso si apre la partita con Regione Toscana perché vengano date le giuste indicazioni alle aziende sanitarie: per questo motivo abbiamo già chiesto di essere convocati”.



daniela
Durissima la posizione del Nursing Up, che accusa il Governo di aver stralciato la norma sull’attività libero-professionale intramuraria per le professioni sanitarie non mediche, promessa più volte dal ministro Orazio Schillaci.
Nel testo bollinato non c’è traccia dell’articolo 70-bis che avrebbe dovuto avviare la sperimentazione spiega Antonio De Palma, presidente del sindacato. È una promessa svanita nel nulla.
Il comunicato denuncia inoltre che gli aumenti previsti per gli infermieri, circa 1.630 euro lordi annui, pari a meno di 90 euro netti al mese, derivano da fondi già esistenti e non da nuovi stanziamenti.
Il Governo annuncia 6mila assunzioni ma, secondo De Palma, servirebbero almeno 175mila infermieri in più per raggiungere gli standard europei. È come tentare di curare un malato grave con latte e miele. E il Ssn, quel malato, continua a peggiorare.
De Palma accusa l’Esecutivo anche di mancato dialogo con le rappresentanze sindacali, sottolineando che il Ministero “non ha mai convocato un tavolo di confronto” prima dell’approvazione della Manovra.
Nel frattempo, denuncia il sindacato, si continua a parlare di reclutamenti dall’estero e di nuove figure ibride come l’“assistente infermiere”, senza definizioni normative chiare.
Infermieri tra carenze e disillusione
La due dichiarazioni, quella di Gimbe e quella di Nursing Up, delineano un quadro condiviso: la crisi del personale infermieristico non è un problema congiunturale, ma strutturale.
Le assunzioni previste dalla Manovra appaiono insufficienti rispetto ai bisogni reali del sistema, mentre la mancanza di misure di valorizzazione e autonomia professionale rischia di svuotare ulteriormente gli ospedali e i servizi territoriali.
Gli infermieri italiani, oggi, lavorano con carichi tra i più elevati d’Europa, in media 12 pazienti per turno contro i 6 raccomandati dall’Oms. Molti lasciano la professione o scelgono di emigrare, mentre cresce la disaffezione tra i giovani verso i corsi di laurea in infermieristica, con iscrizioni in calo costante dal 2020.
9 Novembre 2025 alle 16:58
fabri
40 euro al mese piu’ o meno netti
9 Novembre 2025 alle 16:54
Alessandro
172euro lorde per 13mensilità saranno poco più di 10euro / mese. Una grande vittoria????
9 Novembre 2025 alle 9:46