Torre della Linguella, straordinario esempio di architettura

di Marcello Camici

Nella seconda metà del cinquecento ,durante gli anni della fondazione di Cosmopoli ,sulla punta della Linguella è stata costruita la Torre che da questa prende nome.

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Splendido esempio di architettura militare rinascimentale. Torrione a pianta ottagona  e troniere per bocche di cannone  a guardia del porto direttamente sul mare

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Torre costruita in mattoni ,scarpata,con  otto canti(spigoli) ribaditi da conci dentellati di marmo bianco come di marmo è anche il cordolo sporgente a mezzo tondo che la taglia a metà e la bocca circolare  per artiglieria lavorata elegantemente  nella scarpata.

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La torre è conclusa in alto da una piattaforma   per ospitare bombardieri addetti  all’artiglieria ivi presente. Sotto la piattaforma sommitale sono i beccatelli dalla parte di terra   i quali però ,dalla parte  verso il mare, sono sostituiti da un muro scarpato ricavato da loro tamponamento.

Su tale piattaforma  era edificata   anche una stanzetta che è  andata distrutta e sostituita oggi  da un tetto a forma circolare posto al centro.Persistono  resti di ciò che forse è una panchiera.

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La  Linguella, sottile striscia di terra delimitante il mare interno del porto di Portoferraio da quello esterno della rada , prima che venisse fatta fortificare dal duca  Cosimo  era sede dove antecedenti e precedenti  costruzioni  che erano ivi presenti. Sono muri che ancora oggi si osservano. Sono muri in elevazione   che come materiali costituenti hanno  pietre e laterizio misti  a regolari  mattoni in  cotto ,muri che giacciono recintati  e  in stato di abbandono .

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Un pannello didattico informa che si tratta di  ruderi: muri di villa di età romana di epoca imperiale .

Una villa marittima come  altre presenti sull’isola che i patrizi della Roma imperiale costruivano sui loro possedimenti  elbani . Particolarmente lussuosa. Che fosse lussuosa lo evidenzia  un pavimento  in marmo bianco adiacente ai ruderi  vicino al basamento dove è stato poi costruito nel settecento il bastione di San Francesco.

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Il lusso con cui le ville  romane  costruite in riva al mare e  il gusto con ci sono  arredate è  legato  al fatto  che devono   soddisfare gli “otia” che proprietari desiderano vivere: forzando un po’ si tratta di un turismo ante litteram.

A Pianosa,Giannutri ,  all’Elba  sono presenti ville marittime per gli “otia”  come in altre isole del mar Tirreno.

Con molta probabilità la villa marittima della Linguella fa parte dei possedimenti elbani della “gens “Valeria, antica e potente famiglia patrizia della Roma imperiale che all’isola poteva pervenire da Roma o direttamente via mare tramite tragitto marittimo costiero o arrivando via terra tramite la strada aurelia ai porti di Populonia e Falesia e qui poi imbarcarsi verso l’isola.

Le pietre di questi muri  narrano due millenni di storia dall’età della Roma imperiale passando all’età medioevale e da questa  all’età  moderna a partire dalla   rinascimentale .Ma, forse,   non visibili,anche  pietre  più vecchie  di epoche  molto più antiche sono alla Linguella. Che dire di Porto Argo  e dell’età del ferro ?

Tutto questo perché  l’insenatura che la Linguella concorre a formare  è  un approdo naturale formatosi geologicamente  milioni di anni fa  e, sin dai tempi più  remoti ,era sicuramente usato nella navigazione protostorica.

Fra  il 22 e il 27 aprile del 1548 le prime due galere con  navigazione a remo  appartenenti  alla nascente  ducale marineria  di stato da guerra di Cosimo I ,la Pisana(messa in mare a Livorno) e la Saetta(commissionata a Napoli),sbarcano truppe per fortificare Portoferraio.

il 30 giugno 1548 ,poche settimane dopo lo sbarco ,una lettera scritta a Mario Bandini da un suo “amicissimo”e da quello comunicata ai signori Dieci Conservatori  della libertà di Siena ,fa conoscere le seguenti notizie   per le quali  si riesce a comprendere cosa era  già  presente sul sito dove ,nell’anno 1548,si aprono i cantieri  per la edificanda Cosmopoli :”il signor Otto è sopra il sito di un antico palazzo che ha sotto due fonti d’acqua e 14 cantine in volta tutte di muro fatto a mandorle  e nel muro della fortezza maggiore che ha sette fianchi vi è un bellissimo pavimento di pietre bianche e nere mandorle ,l’altra fortezza che verrìa a cavaliere è più piccola  e l’altra viene alla punta della Linguella e fa molo,dove per antico erano molti magazzini e uno bellissimo palazzo dove si sono trovati bellissimi condotti di acqua con canne e di terra e di piombo con bellissime conserve.Questa fortezza è tonda  a l’incontro della quale si disegna farne un’altra nel lito verso Levante,in uno monte dove sono sotto terra molte stanze tutte murate di pietre bianche e nere a mandorle “

(Archivio di Stato di Siena,X Conservatori,vol. 45,lett. 7, originale)

Documento molto interessante .

“Il signor Otto” o Signorotto da Montauto -così è chiamato Gian Francesco Barbolani da Montauto capitano al soldo di Cosimo ,intendente di fortificazioni – è a Portoferraio sopra un sito dove c’è acqua (viene segnalata acqua perché è non poca cosa  essendone il luogo quasi completamente privo).Nel mezzo della fortezza maggiore(forte Stella)  che si va costruendo c’è un pavimento di pietre bianche e nere,c’è inoltre un’ altra fortezza  a cavaliere che verrà  più piccola ( forte Falcone )ed infine un’altra fortezza  alla punta della Linguella che funge da molo,questa fortezza è tonda  (ma poi fu eseguita ottagonale , cioè la torre della Linguella )

Gli antecedenti ,i precedenti della torre,sono dunque una fortezza tonda .

La fortezza tonda appartiene  a “Ferraja” “eretta a comune” in epoca del dominio pisano.

Della medioevale   Ferraia   Romualdo Cardarelli (1886-1962) parla in una delle sue opere più significative “De ora maritima populoniensi”  scrivendo “…certo per il duecento abbiamo sicura notizia che accanto al porto era sorta o risorta una terra chiamata Ferraia o Ferraria ,protetta da un forte detto il Ferraio ,e retta a  comune ,Essa visse però di una esistenza grama ,al pari delle minori e meno felici terre dell’isola,D’altra parte le miniere di Rio e Gràssera  avevano acquistato una maggiore importanza ,e perciò le navi dirette all’Elba non trovavano in Porto Ferraio le comodità e il traffico che esso offriva ai marinai e mercanti fino verso la fine dell’Impero romano del’Occidente. Il comunello di Ferraia visse così ,stentatamente,superando alla meno peggio le varie vicende cui soggiace  l’isola, all’ombra di una rocca prmai quasi cadente e col presidio non sempre efficiente di Pisa prima,e dei signori d’Appiano poi,finchè si spense oscuramente negli ultimi decenni del quattrocento(l’ultima testimonianza di Ferraio a me nota è del 1473 anno in cui contribuì alla tassa per la pace di Barberìa .ma con solo lire 5 ,segno evidente che l sua popolazione era di poche famiglie e che ormai era prossima alla fine).

Mura e càssero furono così disertati e il porto e la rada rimasero aperti liberamente ai corsari e soprattutto alle armate francesi e spagnole che poco tempo dopo incominciarono a contendersi il predominio in Italia,finchè nel 1548 il duca Cosimo I nell’imminenza di altri più gravi pericoli non riuscì a strappare a Carlo V il consenso di fortificarlo  in modo da renderlo una delle migliori piazzaforti del Mediterraneo “

Anche il “cosmopolitano” Sebastiano Lambardi si è cimentato a scrivere sull’argomento parlando di Bagni della regina Alba situati alla Linguella .A chiarimento  ed illustrazione del suo scrivere ha  allegato  una mappa della pianta dell’antica Fabricia.

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MARCELLO   CAMICI

 

 

 

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(Portoferraio. Torre della Linguella )

 

 

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(Portoferraio. Troniera sulla piattaforma della torre della Linguella)

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(Portoferraio.Torre della Linguella. Scarpata  costruita in mattoni con cordolo in marmo e bocca in marmo  per cannone)

 

 

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(Portoferraio. Piattaforma sommitale della torre della Linguella stato attuale)

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(Portoferraio. Linguella.Ruderi di muri  in elevazione)

FOTO  6

(Portoferraio. Linguella . Ruderi di muri in elevazione)

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(Portoferraio. Linguella.Pavimento in marmo vicino al basamento del bastione di San Francesco)

FOTO  8

(“Pianta dell’antica Fabricia “ . Pg 54 di “Memorie antiche e moderne dell’isola dell’Elba”.Sebastiano Lambardi .1791.Ristampa fotomeccanica. Forni editore, Bologna 1966)

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