Antonio Franchini, ovvero l’eleganza dell’Anima

di Jacopo Bononi *

Sono particolarmente felice della vittoria dell’amico Antonio Franchini del Premio Letterario Isola d’Elba-Raffaello Brignetti ieri sera a Portoferraio. Ho conosciuto Antonio in occasione della edizione del premio Strega all’Elba nel 2019, quella che fu vinta da Antonio Scurati e che ha seguito la prima che abbiamo riorganizzato alla Marina, grazie alla collaborazione amichevole della Fondazione Bellonci nella persona dell’amico Stefano Petrocchi. L’importanza nel panorama culturale italiano di figure come quella di Franchini non sta a me evidenziarla, perché il suo curriculum la significa più di ogni altra considerazione. Scrittore, editor e uomo di editoria ad altissimo livello è stato per trent’anni curatore editoriale della Mondadori e allievo di un altro grande autore ed editor come Ferruccio Parazzoli, per poi passare alla Giunti nel 2015, di cui è divenuto responsabile editoriale. I principali autori della letteratura contemporanea devono alla sua intuizione e alla sua preparazione il successo che hanno avuto come scrittori: Paolo Giordano, Antonio Pennacchi o Roberto Saviano solo per citarne alcuni. Autore di numerosi romanzi, ha sempre o quasi pubblicato per Marsilio.  Anche il suo ultimo, ‘ Il fuoco che ti porti dentro‘ (Marsilio, 2024): opera complessa e di impatto. Di questo romanzo con il quale ha vinto il Premio Brignetti leggiamo: (…) Il romanzo è un’indagine nella vita, nelle passioni e negli odi di una donna, alla ricerca di una spiegazione possibile. La forma è quella della commedia, il contenuto quello della tragedia. Quale esperienza manifesta o occulta, quale frustrazione, quale nascosta ferita può renderci tanto ostili, rabbiosi, refrattari a qualsiasi forma di pacificazione? Quale motivo, semplice o complesso, sta dietro la furia di Angela: la guerra che la segna da bambina? un padre morto troppo presto o una madre morta troppo tardi che le ha, a sua volta, ‘infelicitato’ la giovinezza e la maturità? un atavico complesso d’inferiorità o l’appartenenza alla cultura del Meridione oppresso le cui ragioni Angela vorrebbe far valere contro l’odiato Nord usurpatore? Oppure, più semplicemente, il fuoco interno che la divora è privo di qualsiasi ragione come il cuore nascosto di un vulcano? (…) Tuttavia è nelle pieghe di alcune valutazioni sulla letteratura contemporanea che possiamo avere meglio un’idea della statura del personaggio: (…) un editore deve pensare anche alle vendite. Ma è diventato difficile anche trovare nuovi talenti, perché oggi nelle scuole di scrittura gli aspiranti autori vengono presentati in gruppo a editori e agenti. Un “pitch” collettivo, in cui loro si devono raccontare in poche parole. Un tempo venivano da me, che ho un certo metro di giudizio. Ma se oggi devi farti notare sia da noi, sia dagli agenti letterari, sia dagli esperti di comunicazione, è comprensibile che la natura stessa del “talento” si stia trasformando in qualcosa di più sfaccettato (intervista ad Aldo Cazzullo -Corriere della Sera). Ho avuto modo di apprendere molte cose da Antonio nell’ambito della letteratura e dell’editoria per la sua naturale tendenza alla spiegazione delle cose e per la sua generosa voglia di renderti partecipe delle sue idee.  Idee che spesso sono forti e nette come nel caso di alcune considerazioni sullo stile e non solo di autori a lui e a me amici, ma sempre con quel tratto di affettuosa eleganza che lo contraddistingue. Ho sempre ascoltato con attenzione le sue valutazioni e le sue considerazioni critiche che mi hanno posto, come è normale che sia, in posizione di allievo felice nei suoi confronti e quindi si può capire la gioia quando ha accettato di essere membro del comitato scientifico del nostro Premio la Tore e da allora più che mai è sempre stato prodigo di opinioni e di consigli di cui ho fatto tesoro prezioso. Altra cosa poi la parte umana, se così possiamo dire, ove l’origine partenopea esplode colorandosi di infinito: davvero come un suo conterraneo famoso ‘egli nacque signore’. Attento e sensibile, ironico e tagliente se necessario, ma sempre appunto con un’ eleganza interiore ed esteriore rara e profonda. Quindi, carissimo Antonio, i miei più cari complimenti per questa vittoria strameritata, anche da parte di tutto il Comitato d’Onore del nostro premio, senza nulla togliere agli altri due concorrenti, tra i quali un pensiero permettimi di avere per Donatella che è stata nostra ospite affettuosa un mese fa. Scrisse Eduardo De Filippo nel 1975 in ricordo dell’amico Pasolini da poco scomparso: ‘Non li toccate/quei diciotto sassi/che fanno aiuola/con a capo issata/la «spalliera» di Cristo./I fiori,/sì,/quando saranno secchi,/quelli toglieteli,/ma la «spalliera»,/povera e sovrana,/e quei diciotto irregolari sassi,/messi a difesa/di una voce altissima,/non li togliete più! /Penserà il vento/a levigarli,/per addolcirne/gli angoli pungenti;/penserà il sole/a renderli cocenti,/arroventati/come il suo pensiero;/cadrà la pioggia/e li farà lucenti,/come la luce/delle sue parole;/penserà la «spalliera»/a darci ancora/la fede e la speranza/in Cristo povero.’ Ecco, sulla nostra Amicizia nulla ho più da aggiungere.

Jacopo Bononi * presidente premio letterario La Tore

 

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