Universitari di Padova a Mola per parlare delle tartarughe

Interesse per il progetto di citizen science. Insieme, volontari, ricercatori e Parco

Il 30 maggio, all’Aula VerdeBlu “Giovanna Neri” di Mola, 28 studenti del Master SFS -Salvaguardia della fauna selvatica dell’Università di Padova hanno incontrato Isa Tonso, la responsabile del progetto di protezione delle tartarughe marine che Legambiente Arcipelago Toscano porta avanti da 8 anni insieme al Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano.
Isa Tonso ha raccontato agli studenti universitari la storia del progetto, iniziato dopo l’inattesa e clamorosa nidificazione della Caretta caretta Federica nella spiaggia di Marina di Campo nel 2017, un progetto che negli anni è diventato sempre più strutturato e ricco di iniziative, grazie a volontari elbani e provenienti da tutta Italia e al Parco Nazionale, sempre presente al fianco dell’associazione ambientalista.
I tartawatcher di Legambiente e del Parco Nazionale Arcipelago Toscano che pattugliano le spiagge alla ricerca di tracce e nidi fanno parte di una efficace rete di un progetto di monitoraggio autorizzato dal ministero dell’ambiente che fa capo all’università di Pisa e al quale partecipa un network composto, oltre a Legambiente, da associazioni ambientaliste, Istituto zooprofilattico sperimentale Lazio e Toscana e università di Firenze e Siena, ARPAT e Osservatorio Toscano per la Biodiversità. Inoltre la rete di volontarie e volontari elbane/i è entrata a far parte del grande progetto europeo Life Turtlenest che punta a migliorare la conservazione e la protezione della tartaruga marina comune Caretta Caretta del Mediterraneo..
L’incontro con gli universitari di Padova è durato circa due ore dense di domande che hanno dimostrato il grande interesse di questi futuri scienziati per un’iniziativa di citizen scienze che vede insieme volontari, ricercatori, Parco Nazionale, amministrazioni comunali e operatori balneari.
Isa Tonso conclude: «E’ stata una grande soddisfazione per Legambiente Arcipelago Toscano aver attirato l’attenzione dalla grande e storica Università di Padova, che ha voluto prendere come esempio il progetto e conoscerne i particolari».

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