La Cultura deve essere ‘transideologica’

di Jacopo Bononi, presidente Premio Letterario "La Tore" Isola d'Elba

Per fortuna questi libri sono pubblicati liberamente, e ogni fiera è libera di invitare chi vuole. Zerocalcare ha i suoi paletti? E io i miei: no alla censura. Alla sinistra è rimasto solo un generico antifascismo (Massimo Cacciari). Il professor Cacciari, che abbiamo contattato per una sua possibile vincita della nuova edizione del Premio letterario La Tore isola d’Elba, chiosa con la consueta chiarezza ciò che dovrebbe essere chiaro e pacifico. Ci riferiamo alla polemica sulla richiesta di esclusione alla Fiera del Libro ‘Più libri più liberi’ di Roma della casa editrice ‘Passaggio al bosco’. Corre l’anno 1952 quando Ernst Junger scrive il suo Der Waldgang, il Passaggio al Bosco che sussurra l’eco di una ribellione interiore e di una resistenza spirituale al dominio della tecnica, oltre l’automatismo delle masse. ‘Passaggio al Bosco’ è un progetto editoriale ispirato alla necessità di ricercare un nuovo ordine di significati in divergenza rispetto ai mantra di questo tempo. Passaggio al Bosco è esistere qui ed ora, ristabilendo l’essenziale protagonismo delle scelte, praticando la via dell’esempio, manifestando la secessione dal volgare, il disprezzo dell’effimero. La lotta metafisica contro i demoni del pensiero unico, contro le tentazioni del calcolo, contro l’apatia della neutralità, contro le accademie del buonsenso.’ Così troviamo scritto nel sito della casa editrice e di certo alcuni volumi pubblicati sono dichiaratamente legati all’estrema destra, il che in senso assoluto non significa siano il pensiero che snoda l’editore nelle scelte che compie, avendo oltre duecento titoli a catalogo. Tra i sottoscrittori dell’appello per l’esclusione della casa editrice, che da anni chiedeva di poter partecipare alla Fiera Romana che l’ha ospitata, oltre all’amico Antonio Scurati nostro vincitore la scorsa estate, ci sono autori del calibro di Anna Foa, Domenico Starnone, Christian Raimo, Tomaso Montanari, Daria Bignardi, Marino Sinibaldi e Stefano Feltri. Anche Emanuele Fiano è tra di loro e dichiara: Medaglia d’oro al valor militare (Roma n.d.r.) per la Guerra di Liberazione, se fosse giusto invitare (e ho sbagliato formula perché non ci sono inviti ) una casa editrice il cui catalogo raccoglie tutta la pubblicistica dell’estrema destra da Julius Evola a Dominique Venner, da Benito Mussolini all’esaltazione dell’esempio dello stile della militanza delle SS. Tra i manufatti spiccano le ormai celebri lampade Julleuchter, la riproduzione fedele delle lampade donate da Heinrich Himmler alle SS in occasione del Solstizio e amatissime dai neofascisti e neonazisti odierni’. Sul Corriere della Sera Alberto Trocino commenta: E davvero è una questione delicata, che pone mille dubbi. Perché una volta che si comincia a vietare, non ci si ferma più. Si rischia di censurare il pensiero sgradito e non è mai una buona cosa. Chi stabilisce il confine tra apologia e riflessione storica, tra adesione a idee di estrema destra (non è reato) e propaganda nazifascista? Ecco, se c’è qualcuno che lo può fare, dovrebbe essere la magistratura. Se c’è un reato, quei libri bisogna sequestrarli. Se non c’è reato, diventa lecito, ma opinabile, escluderli da una fiera.  Quindi, assennatamente, chiosa: La censura è sempre un errore, a meno che non ricorrano i divieti ricordati da Fiano, previsti dalla legge e sanciti dalla magistratura. Alle idee sbagliate, naturalmente quelle che noi riteniamo sbagliate, si risponde con il dibattito, la critica, anche feroce. Poi, certo, può dar fastidio passeggiare per la Nuvola e imbattersi in foto di camerati e croci celtiche. È del tutto comprensibile. In quel caso, si può non andare. Si possono frequentare altri lidi, altre fiere, altre manifestazioni. Aggiungerei che il contesto culturale attuale e anche quello politico risulta oggi così polarizzato per cui, in assolutamente buona fede, possono compiersi eccessi che nulla a che vedere hanno con il doveroso vigilare affinchè ideologie estremistiche e dissennate, che hanno prodotto mostri politici come nazismo e fascismo, possano avere la sponda in una prospettiva di attualizzazione del pensiero politico attuale. La contemporaneità di questa fase storica della nostra Cultura e la sua emancipazione da vincoli censori non può prescindere dal condannare manifestazioni che siano anche solo vagamente simpatizzanti verso le suddette ideologie che la Storia ha già giudicato e che la nostra sensibilità di uomini liberi ci spinge a condannare ed a respingere con la massima risolutezza. Tuttavia, fino al limite della liceità che il nostro codice penale ben stabilisce, non si può pensare di chiudere le porte aprioristicamente a quelle espressioni che ci appaiono sulla carta inaccettabili, anche sotto forma di mera ripubblicazione e messa a catalogo di alcune opere. Dobbiamo credere che la nostra idea di libertà e di democrazia siano tanto forti da porre in modo quasi naturale un muro inattaccabile che sia argine ideologico verso ogni tipo di totalitarismo. Totalitarismo che sia riconducibile ai crimini storici appurati dal nazi-fascismo e in modo diverso, ma simile alla forzatura ideologica del Socialismo Reale messo in pratica con altrettanti crimini, notificati dalla Storia, durante il secolo scorso. Certo leggendo che: (…) Tra gli autori in catalogo figurano Benito Mussolini con la sua Dottrina del fascismo; il teorico del futurismo Filippo Tommaso Marinetti; Clemente Graziani, fondatore di Ordine Nuovo (associazione politico-culturale di estrema destra neofascista); Léon Degrelle, fondatore del movimento fascista e antisemita romeno della Guardia di Ferro e molti altri autori di questo tenore. Tra gli ultimi titoli pubblicati figurano gli eloquentissimi Decima Flottiglia Mas, Il razzismo contro i bianchi, La guerra come ascesi, Charlie Kirk e Fascismi sconosciuti. (…) appare evidente porsi con la massima prudenza verso un Editore che pubblica e promuove una cultura di questo tipo. Del resto l’AIE dichiara in merito: (…) noi non ammettiamo gli editori sulla base delle loro linee editoriali, ma allo stesso tempo pretendiamo che questi sottoscrivano un contratto nel quale è esplicitato l’impegno ad ‘aderire a tutti i valori espressi nella Costituzione Italiana, nella Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea e nella Dichiarazione universale dei diritti umani (…) ponendo forse un freno alle lecite preoccupazioni dei firmatari dell’appello. Su di esso si è espresso anche il Ministro della Cultura Alessandro Giuli: (…) la posizione che ritengo più ragionevole è quella dell ‘Aie e mi piace citare Cacciari. Si può giudicare nel peggiore dei modi o inaccettabile un punto di vista di un editore, quale che esso sia, però la risposta più giusta è non censurare e non assentarsi dal dibattito pubblico. Fosse anche un dibattito che si concretizza in una contestazione, entro i limiti naturalmente dell’ordine e delle regole, e contestare, dibattere, discutere. Ma mai rinunciare alla battaglia. (…). Quindi mai come in questo momento è aperto il dibattito tra ciò che si ritiene in ogni caso censurabile e ciò che invece lo sia in termini diretti, ma non in senso assoluto, ossia come espressione della Cultura intesa come manifestazione dell’uomo nei suoi termini più vasti. La promozione culturale che nel nostro piccolo (ma anche grande) portiamo avanti da decenni attraverso il nostro premio e la promozione del premio Strega, in collaborazione con Stefano Petrocchi direttore della Fondazione Bellonci, che ci onora della sua amicizia in primis, ha come unica finalità quella di lasciare che diverse sensibilità ed espressioni culturali si possano manifestare liberamente e quindi ad esempio nel nostro Albo d’Oro possiamo vantare autori che rappresentano posizioni culturali e ideologiche le più varie, senza che questo indichi alcuna forma di relativismo culturale, ma che al contrario è per noi motivo di vanto per aver sempre anteposto il valore intrinseco dell’autore premiato e la sua rilevanza nel panorama culturale italiano: sarà sempre questa la strada che percorreremo, sereni di aver operato ogni volta nella giusta direzione. L’amicizia che molti autori premiati ci onorano di mostrarci ancora oggi, dopo anni dalla loro vittoria, forse è la migliore testimonianza della giustezza di questa linea che si direbbe a proposito’ editoriale.’ Promuovono il premio La Tore e lo Strega all’Elba Franco e Lucia Semeraro con l’Hotel Gabbiano Azzurro e il Caffè letterario Il gabbiano azzurro, partecipano la ‘Libreria Rigola’ al La Tore e la Libreria ‘Libri in Piazza’ al premio Strega. Si ricorda la partecipazione attiva dell’Amministrazione Marinese, con in primis la sindaca Gabriella Allori e l’assessore alla cultura Santina Berti. Non manca mai la Proloco marinese nella persona del suo presidente Lorenzo Anselmi, da sempre attiva e prolifica di iniziative e l’Acqua dell’Elba che grazie all’amicizia e alla sensibilità di Fabio Murzi non fa mai mancare il suo appoggio, acquistando l’opera del Premio La Tore. Conduce le due serate Angelo Filippo Rampini, docente tra l’altro a Brescia alla Facoltà di Economia e Commercio di Matematica Finanziaria Attuariale. Non manca mai al Premio La Tore il consueto e apprezzato omaggio del dott. Marcello Bruschetti, patron di Evo Enoglam, con una confezione personalizzata per il vincitore dei suoi raffinatissimi distillati. Le serate in piazza sono sempre precedute da aperitivi in onore degli scrittori all’Arthotel gabbiano Azzurro due durante i quali il pubblico può incontrare gli autori e farsi autografare i loro libri.

 

Jacopo Bononi – presidente

 

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