Il sindaco di Porto Azzurro Maurizio Papi, spiega in una nota le motivazioni della sospensione del servizio di raccolta degli abiti usati, e la conseguente rimozione dei contenitori dedicati. Una decisione inevitabile – secondo il sindaco – per una serie di comportamenti che negli ultimi mesi avevano trasformato un servizio nato per aiutare i più fragili in un punto critico di degrado. Nella nota vengono indicati i motivi della decisione:
1. Abiti in condizioni indecenti
Molti degli indumenti conferiti nei cassonetti erano talmente usurati, sporchi o danneggiati da risultare inutilizzabili perfino come stracci da lavoro. Un gesto che, invece di favorire la solidarietà, finiva per creare ulteriori problemi alla filiera del recupero e ai volontari che se ne occupavano.
2. Comportamenti scorretti e conferimenti impropri. Il secondo punto evidenzia un problema ancora più grave: nei sacchi destinati ai vestiti venivano inseriti rifiuti di ogni tipo — dalla plastica agli scarti organici, fino ad arrivare addirittura a vecchi elettrodomestici, quadri con vetri e materiale domestico ingombrante.
Secondo il Comune, alcuni cittadini utilizzavano i contenitori come un normale punto di smaltimento indifferenziato, “senza alcuna vergogna, ma con molto menefreghismo”.
Il comunicato sottolinea: gli abiti destinati alla donazione arrivano a persone in difficoltà ma con la stessa dignità di chi li dona. Per questo, ricorda il Sindaco, “basterebbe un minimo buon senso, educazione e rispetto per evitare episodi che non solo creano disagi, ma mortificano anche il valore stesso del gesto solidale”.
Ecco cosa fare adesso: Gli indumenti in buono stato devono essere portati direttamente alla Caritas. Gli abiti non più utilizzabili, invece, vanno conferiti come materiale indifferenziato, tramite il centro di raccolta comunale o le isole ecologiche informatizzate.



Mirella Bozzetti
Certo disagio per chi non può andare nelle isole ecologiche . Capisco e si ha ragione nel non mettere abiti non buoni ,
27 Novembre 2025 alle 17:42
Giovanna Mancini
Sono d’accordo!Purtroppo molti pensano che liberarsi di cose che per loro non hanno più utilità, credono di liberarsene jn questo modo più semplice,come buttare spazzatura !Evidentemente questi “signori” che mancano di rispetto a chi dovrà riceverli, dovrebbero prima chiedersi quanto sia offensivo fare questo gesto verso chi non si vergogna ad andare alla caritas con la propria dignità, quella che manca a loro!Vergogna!
26 Novembre 2025 alle 9:57
Nadia Santunione
Sono una volontaria Caritas e so che purtroppo molti sfruttano la raccolta di indumenti usati e altro non come gesto di solidarietà ma come un modo di liberarsi di quello che non solo non serve più ma che si fa fatica a conferire ai centri di raccolta comunali…. Potrei fare un lungo elenco di ciò che talvolta abbiamo trovato, di veramente indecente e indice di maleducazione imperante.
Una volta abbiamo esposto un manifesto in cui si diceva, fra le altre cose, che era stata confusa la caritas con la nettezza urbana.
25 Novembre 2025 alle 14:16
Letizia
Ha fatto bene
Anche se nei cassonetti di Roma c’è scritto che si possono buttare li anche vestiti e accessori non più utilizzabili per tale uso ma per il riciclo della materia prima .
25 Novembre 2025 alle 8:30