Si chiude oggi sabato 15 novembre, la stagione crocieristica 2025. Con l’arrivo nella rada di Portoferraio della Spirit of Discovery giovedì 3 aprile, il porto di Portoferraio e l’Isola d’Elba hanno aperto ufficialmente le porte a questo tipo di turismo che sta registrando numeri importanti. Oggi l’ultimo scalo con la Seven Seas Voyager. In tutto, in questi mesi sono arrivate 85 navi con circa 27 mila passeggeri. Solo tra aprile e maggio sono arrivate 40 navi, tra queste la Mega Victoria e la Mega Express Two che hanno sbarcato sul molto di Portoferraio più di 4 mila passeggeri. Alcune navi provenienti dalla Corsica hanno poi effettuato “One day trip” arrivando la mattina e ripartendo in serata. “Un anno in linea con quelli precedenti , visto il numero di scali – commenta Marco Casaroli, direttore dell’agenzia Tesi Viaggi di Portoferraio – e il trend è in crescita, tanto che per il prossimo anno se ne prevedono molti in più, circa 110 , forse anche di più. E’ comunque un settore in espansione, con una clientela di grandissimo livello, medio lusso – lusso”. Il traffico crocieristico nei porti italiani è infatti previsto in crescita per il 2026 secondo l’Italian Cruise Watch. Il report del settore è stato compilato da Risposte Turismo con una ricerca che prefigura una movimentazione sulle banchine italiane di quasi 15 milioni e mezzo di crocieristi con un + 2,6% e 5.680 accosti di navi. E mentre il 2025 ha confermato il trend, nel 2026 ci si aspetta un vero proprio boom del settore, le località devono essere pronte ad accogliere questo tipo di ospiti che viaggiano anche in bassa stagione anche perché Portoferraio rientra tra i porti che hanno un consolidato posizionamento tra le compagnie che vi scalano frequentemente. E se le località costiere italiane, non solo l’Elba, devono fare i conti in autunno con la realtà che vede molti esercizi pubblici chiusi, diverso è il discorso per i musei e le attrattive culturali che potrebbero avere uno spazio di crescita nel generare soddisfazione, ad esempio adeguando orari di apertura di alcuni contenitori culturali con gli scali delle navi, che sono ampiamente programmati. Un successo rilevante quindi, anche se con l’esigenza di integrare l’offerta del territorio, pur restando realisti rispetto al periodo. “Il settore – precisa Casaroli – avrebbe bisogno di creare attrattive diverse per il cliente. Cosa che noi non facciamo, come ad esempio, presentare un artigianato locale o una tradizione da mostrare che magari da altre parti offrono. L’Elba non offre questo tipo di sperienze una volta sbarcati gli ospiti, come un artigianato attrattivo o quelle culinarie, difficili da reperire. Attività per cui invece altre località si sono attrezzate. Nuove attività che andrebbero spinte dalle amministrazioni, non solo per le crociere ma anche per dare un’impronta diversa al turismo, che sia “non solo mare”.


