Giovani

“Vogliamo un’isola vivibile, sicura, a misura di comunità”

di Forum Giovanile dell'Elba

“Abbiamo letto con grande attenzione e dolore l’articolo del 2 maggio 2025, dal titolo Non si può morire per un cinghiale. Le parole scritte, in risposta all’ennesima tragedia accaduta sulle nostre strade, risuonano forti e chiare. E noi, come giovani abitanti di quest’isola, non possiamo restare in silenzio.

Sì, non si può davvero morire per un cinghiale. Nessuna persona dovrebbe perdere la vita così, tanto meno per un problema che conosciamo da anni e che per mille motivi, tra inerzie istituzionali e risposte inefficaci, non è mai stato affrontato davvero in modo risolutivo.

Vogliamo essere chiari: pensare che la soluzione sia semplicemente “sparare ai cinghiali” ci sembra troppo facile e, forse, inutile.
I cinghiali non sono arrivati qui da soli. Sono stati introdotti dall’uomo per scopi venatori (“finalità legate alla caccia”) negli anni ‘60 e ‘70. E ora che la situazione è sfuggita di mano, pensare di eliminare tutto con fucili e battute di caccia rischia solo di ripetere gli errori del passato. Rischiamo di trasformare una crisi ecologica in una guerra senza senso tra persone, animalisti, agricoltori, cacciatori e cittadini spaventati. Ci sono state iniziative, dichiarazioni, l’Elba è stata anche inserita da Regione Toscana tra le “zone non vocate”. Ma nella realtà quotidiana, per chi vive qui, non è cambiato molto, anzi.

Nel frattempo, c’è un altro aspetto che ci riguarda da vicino e che peggiora questa situazione: la manutenzione delle strade. Molti tratti, soprattutto nelle zone più periferiche o collinari, sono trascurati: l’erba cresce alta a bordo strada, la visibilità è ridotta, anche per mancanza di illuminazione stradale, i cartelli sono spesso coperti o danneggiati. In queste condizioni, avvistare un animale selvatico che attraversa la carreggiata diventa quasi impossibile, soprattutto di notte. Chi vive qui sa bene che molti cinghiali si muovono tra i bordi delle strade proprio perché trovano vegetazione non curata, punti in cui rifugiarsi o cercare cibo. La mancanza di pulizia e monitoraggio del territorio, unita alla presenza di questi animali, diventa una miscela pericolosa, soprattutto per chi conduce mezzi a due ruote: quindi spesso per noi più giovani. Non è solo una questione ecologica o faunistica: è anche una questione di cura del bene pubblico e di prevenzione.

Non diciamo che non debbano esserci interventi, ma devono essere seri, ben pianificati e razionali. Servono recinzioni, catture, sterilizzazioni, sistemi di monitoraggio, e soprattutto una strategia a lungo termine. Serve collaborazione tra cittadini, agricoltori, polizia forestale, istituzioni e tecnici. Serve ascoltare chi vive qui, non solo durante le emergenze. E serve anche iniziare dalle piccole cose: pulire, manutenere, mettere in sicurezza i luoghi che attraversiamo ogni giorno. I cinghiali poi non sono l’unica minaccia faunistica alla sicurezza umana ed alla biodiversità ecologica, anche i mufloni meritano la stessa attenzione, per quanto concentrati “soltanto” in una più piccola parte dell’Isola.

Noi siamo cresciuti qui. Vogliamo restarci. Ma vogliamo un’isola vivibile, sicura, che sia davvero a misura di comunità. Dove possiamo camminare senza paura, guidare senza rischiare la vita.

Per questo ci uniamo a quanto scritto da Elbareport, con la stessa urgenza e lo stesso dolore. Ma lo facciamo anche con uno sguardo rivolto in avanti. Non ci basta dire che “così non va”. Vogliamo essere parte di una soluzione che sia intelligente, rispettosa e condivisa.

Perché non si può morire per un cinghiale, e nemmeno si può vivere con la sensazione che nessuno stia facendo nulla”.

Forum Giovanile Dell’Elba

3 risposte a ““Vogliamo un’isola vivibile, sicura, a misura di comunità”

  1. Francesco Rispondi

    Condivido anch’io e aggiungo che al fine di migliorare la sicurezza stradale, dovevano essere abbattuti 26 pini a San Giovanni, inoltre abbiamo ancora dei guard rail degli anni 60 pericolosissimi specialmente per chi conduce un mezzo a due route. Vi lascio questo link https://www.gazzetta.it/motori/la-mia-moto/23-02-2024/guard-rail-salva-motociclisti-cosa-cambia-veramente.shtml Come al solito tante parole e pochi fatti e la risposta sarà sempre non ci sono soldi.

    6 Maggio 2025 alle 11:42

  2. Nicola Rispondi

    L’importante è FARE: di parole ne sono già state dette troppe e non vogliamo altri morti da piangere!

    6 Maggio 2025 alle 6:20

  3. Federica Nassi Rispondi

    Condivido perfettamente, le azioni debono essere fatte nel rispetto della nayura ed anche dela selvaggina, visto che è dtata introdotta. Inoltre una manutenzione drlle strade darebbd opportuna, oppure attendiamo un altro infausto evento a causa di una buca nell’asfalto. Visto che ormai ci sono voragini, argini sconnessi mancanza di segbsletica, per non parlare di linee delimitaxione corsia, radici di albeti, assenza di piste ciclabili, praticamente come nel terzo mondo. Inoltre i danni si beivoli, crtvhi gomme braccetti sterzo, ammortizzatori, chi li rimborsa?! Se pensiamo fi fatr turismo in queste condizioni pensiamo molto male. È un momento di totale le annandono, eppure le risorse vengono trovate , quando fa comodo.

    6 Maggio 2025 alle 0:13

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