
Il 5 Maggio 1821 alle ore sei e dieci minuti di sera moriva Napoleone. La salma rimase esposta nella sua residenza di Longwood fino al nove, quando venne tumulata con tutti gli onori militari all’ ombra dei salici della Valle Sana come da Lui voluto.
La notizia della morte dell’ Imperatore giunse a Londra il 4 Luglio e durante il mese la stampa inglese pubblicò numerosi articoli sulle cause della sua morte, e sulla cronaca dei funerali. La Gazzetta di Firenze e Il Monitore d’ Etruria diffusero ai Toscani le vicende. A seguire alcune pagine estratte dal libro: Sette anni e un giorno ( Ed. Youcanprint).
Luigi Maria Lucani
FIRENZE, 18 luglio- La Gazzetta di Milano del 16. corrente porta la notizia della morte di Napoleone Bonaparte accaduta il 5 Maggio (Egli nacque il 15 Agosto1769).
Eccone le particolarità:
“Bonaparte non vive più. Egli è morto il dì sabato 5 Maggio alle sei della sera dopo una malattia che lo teneva sul letto da 40 giorni. Egli aveva ordinato che si facesse la sezione del suo cadavere perché dubitava che la cagione della sua malattia fosse la stessa che già aveva condannato a morte suo padre; la malattia sospettata era un cancro allo stomaco. Di fatto nella sezione del cadavere si riconobbe che i sospetti di lui erano fondati, e che egli era stato condotto al suo termine da un cancro. Bonaparte fu sempre presente a se stesso fino all’ultima ora delle sua vita, e morì senza affanno”. Fin qui il Courier inglese
Un’altra relazione scritta da Sant’Elena il 7 maggio è del seguente tenore:
“Sabato 5 Maggio, alle sei della sera e dopo una malattia di sei settimane mancò ai vivi Napoleone Bonaparte. I chirurghi riconobbero dopo la sua morte, che un cancro aveva fatto gran danno nella regione dello stomaco; il suo cadavere è esposto sopra un letto di parata. Nelle quattro prime settimane della malattia, non appariva alcun sintomo che destasse timore, quantunque l’ammalato presentisse il suo termine vicino. Ma quindici giorni prima della morte i medici riconobbero non rimanervi più speranza di salvarlo. Dicesi che egli abbia ordinato in qual modo si dovessero regolare le cose sue, e principalmente le sue scritture, anzi ch’egli parlava ancora di queste, cinque o sei ore prima di morire disse: “Desidero che si faccia la sezione del mio cadavere”, acciò suo figlio sapesse l’indole della malattia.
Dicesi che egli lasci un testamento il quale sarà spedito con tutte le sue scritture in Inghilterra. Negli ultimi istanti della sua vita egli è stato assistito da un ministro della religione che egli aveva fatto chiamare. I dispacci sono stati recati a Londra dal Capitano Crokat del 20° Regg. in guarnigione a Sant’Elena e vennero subito partecipati agli ambasciatori e ministri delle potenze estere.
(Gaz. Fir. 19 Lug. 1821)
LONDRA, 10 luglio- Il 4 Luglio giunse qui da Sant’Elena, il capitano Crokat del 20.mo Regg. In guarnigione a Sant’Elena, e recò il seguente:
Dispaccio del luogotenente generale Sir Hudson Lowe al conte Bathurst, in data di. S. Elena 6 Maggio.
Milord,
È mio dovere informarvi che Napoleone Bonaparte spirò il dì 5 del corrente a ore 6 e dieci minuti della sera, dopo una malattia che lo riteneva nei suoi appartamenti fin dal 17 dello scorso marzo. Sul principio della sua malattia dal 17 al 31 marzo egli fu curato soltanto dal suo medico, il professore Antommarchi. Da quest’ultima epoca in poi esso è stato giornalmente visitato dal dottor Arnoot del 20.mo reggimento, unitamente al nominato professore Antommarchi. Il dottore Shortt medico delle truppe della guarnigione, e il dottore Mitchelt, primo medico della marina reale, i servigi de’ quali erano stati offerti al Bonaparte, furono chiamati a consulto il dì 3 di Maggio dal professore Antommarchi, ma essi non ebbero alcuna occasione di vedere l’ammalato. Il dottore Arnoot era al di lui fianco negli estremi momenti, e lo vide spirare. Il capitano Crokat, ufiziale di servizio, e i dottori Shortt e Mitchelt, videro il di lui cadavere subito dopo. Il dott. Arnoot restò tutta la notte presso il cadavere.
Questa mattina a ore sette, io mi sono recato nella camera dove era il defunto, accompagnato dal viceammiraglio Lambert, supremo comandante della stazione, dal marchese Montchenu commissario di S.M. il Re di Francia e di S.M. l’Imperatore d’Austria, dal brigadiere generale Coffin comandante in seconda delle truppe dell’isola, dai sigg. Tommaso Brook e Tommaso Greentree, scudieri, membri del consiglio del Governo dell’Isola, e dai sigg. Brown, Gendry, e Marryat capitani della marina reale.
Dopo avere esaminato il cadavere di Napoleone Bonaparte, che giaceva supino, noi ci siamo ritirati. Fu quindi permesso alle persone che componevano la casa di Bonaparte, a tutti gli ufiziali di terra e di mare, agli onorevoli ufiziali e agli impiegati civili della Compagnia delle Indie Orientali, e a diversi abitanti dell’Isola di entrare nella camera dove era il cadavere e di vederlo.
Quest’oggi a ore due il corpo è stato aperto alla presenza dei signori Shotty, Mitchell, Arnott, Bartoin del 66° Reggimento, dottori in medicina e del sig. Mattheu Livingstone, scudiere, chirurgo al servizio della Compagnia delle Indie Orientali. Il professore Antommarchi assisteva alla sezione. Erano altresì presenti il generale Bertrand ed il conte Montholon. Dopo un esame scrupoloso dell’interno del corpo, tutti i medici presenti convennero nella relazione annessa a questa lettera, sull’aspetto che offrivano le diverse parti del medesimo.
Io farò seppellire il cadavere con tutti gli onori dovuti ad un generale di rango più elevato. Io ho affidato questo dispaccio al capitano Crokat del 20° Reggimento che era l’ufiziale in servizio presso Napoleone al tempo della di lui morte. Egli si imbarca a bordo dello sloop di S.M. l’Heron, che il viceammiraglio Lambert ha scelto dalla squadra in stazione a Sant’Elena, per recarvi queste nuove.
Ho l’onore, ecc.
Firmato: H. Lowe
Altre particolarità sugli estremi momenti, e sulla sepoltura di Bonaparte, tratte da varie lettere di Sant’Elena.
SANT’ELENA, 7 Maggio. […] Noi lo vedemmo ieri sul suo letto di parata, morto. Egli era in uniforme; un crocifisso d’argento era posto sul suo petto; un sacerdote piangeva a piè del suo letto; presso il capezzale stavano nella medesima attitudine il generale Bertrand e il conte di Montholon. In una stanza contigua era Mad. Bertrand che dava i più vivi segni di dolore.
SANT’ELENA, 11 Maggio. […] Le sue ultime parole furono… “Alla nazione Francese”. La sua fisionomia era talmente cambiata che a fatica si riconosceva. Per tutto il corso del 5 si fecero da Longwood dei segnali telegrafici al governatore, ora che l’ammalato peggiorava, ora che rimaneva nello stesso stato; l’ultimo segnale che si dette alle 5 fu “le estremità sono fredde e non vi è quasi più polso”. Allora il governatore e il marchese di Montchenu commissario francese, accompagnato da un aiutante di campo si recarono immediatamente a Longwood per essere testimoni della morte di Bonaparte che ebbe luogo alle 6 e m. 10. […] Il suo corpo non fu imbalsamato, ma il cuore venne riposto, ugualmente che lo stomaco, in una coppa d’argento piena di spirito di vino.
SANT’ELENA, 14 Maggio. Il dì 9 Napoleone Bonaparte fu sepolto, con tutti gli onori militari, nella così detta “Valle Sana” scelta da lui indicando il luogo preciso della sua sepoltura.
Il corteggio funebre era ordinato nel modo seguente: 1) Napoleone Bertrand figlio del generale e il cappellano di Bonaparte; 2) il medico ordinario e quello del 20° Reggimento; 3) il cadavere dell’estinto collocato sopra un carro tratto da quattro cavalli; ai due lati del carro marciavano 12 granatieri per sottoporre gli onori al feretro nei luoghi dove i cavalli non potevano passare; 4) dietro il carro seguiva il cavallo di battaglia di Napoleone bardato nel modo stesso di quando lo montava il suo signore alla testa degli eserciti; 5) a destra ed a sinistra del feretro il generale Bertrand ed il conte di Montholon; 6) la signora Bertrand e sua figlia, in legno scoperto e circondato dai domestici della casa; 6) gli ufiziali di nave, lo stato maggiore della truppa, ed il Consiglio dell’Isola; 7) il generale Coffin ed il marchese di Montechenu; 8) l’Ammiraglio ed il Governatore seguiti da un corpo dei dragoni, dai volontari di Sant’Elena e dal corpo d’artiglieria. I Reggimenti 66.mo e 20.mo, ed altre truppe, in numero di circa 3.000 mila uomini offrivano un superbo colpo d’occhio disposti sulle montagne che circondano la vallata a mezza costa.
Al momento della tumulazione si fecero tre salve con 11 cannoni da 32 ed il vascello ammiraglio scaricò 25 colpi, uno al minuto secondo.
Il cadavere di Napoleone fu posto in una cassa di piombo, questa racchiusa in un’altra di mogano, la quale pure fu posta in una bara di rovere impiallacciata d’ebano e guarnita d’argento. Il tutto vene deposto dentro una fossa profonda 14 piedi, larga alla sommità, angusta nel fondo, e solamente capace della bara. Questa coperta da una pietra che fu sigillata e ricoperta di buon cemento. Tutto il restante del vuoto della fossa fu riempito di pietre collegate con forti spranghe di ferro. Tali precauzioni servono per impedire il rapimento del cadavere. Accanto alla tomba è stato collocato un corpo di guardia. Il generale Bertrand ed il conte Montholon avevano mostrato vivo interesse a portare il cuore di Napoleone in Europa. Il chirurgo aveva domandato lo stomaco, ma il governatore non acconsentì e fece chiudere l’uno e l’altro nella fossa col restante del cadavere. […]
Nunzio Faretta
A distanza di oltre due secoli è ben
difficile esprimere un giudizio condiviso.
Tuttavia qualche riflessione personale:
= Fu vera gloria? NIENTEAFFATTO.
= Ha portato qualche beneficio? NESSUNO.
8 Maggio 2025 alle 16:48
edoardo vicentini
Ei fu, 5 Maggio 1821 *
Fu vera Gloria,,?
Ai Posteri l’ardua Sentenza…*
( A. MANZONI )
5 Maggio 2025 alle 23:17