Un documentario per raccontare la vita e la carriera di un grande artista, di un tenore che ha cantato al fianco delle più luminose stelle dell’universo lirico del ‘900, quando la lirica era al massimo del suo splendore, l’elbano Renato Cioni. Una proiezione privata al teatro dei Vigilanti – Renato Cioni, il documentario è prodotto dalla PopCult di Bologna in collaborazione con la Cosmomedia di Stefano Muti e con il sostegno della Gestione Associata del Turismo dell’Isola d’Elba e diretto dal regista Stefano Muti. A presentare l’evento il direttore di ElbaPress.it Paolo Chillè che prima della proiezione ha chiamato sul palco Stefano Muti e il sindaco di Portoferraio Tiziano Nocentini. “ Renato Cioni ha portato il nome dell’Elba in tutto il mondo – ha detto il sindaco – calcando i palcoscenici più importanti. Renato Cioni, è un illustre concittadino, artista di grandissimo livello e uomo di grande spessore”. Renato Cioni si è raccontato in un’intervista del 2012 realizzata al teatro dei Vigilanti ora a lui intitolato. Le origini, l’inizio della carriera, i grandi artisti con cui ha lavorato, la famiglia e infine il ritorno all’Elba. 60 minuti intensi e a tratti commoventi. Il documentario contiene inserti di repertorio della carriera dell’artista e ha una colonna sonora che contiene momenti indimenticabili di quel periodo. “In questo progetto vi è un legame profondo e personale che va al di là della semplice ammirazione per il talento artistico di Renato Cioni – ha raccontato il regista Stefano Muti – Dal 2012, anno in cui ho realizzato la video-intervista a teatro, sono rimasto colpito dalla grande umiltà e umanità di quest’uomo. Un piccolo museo è stato inaugurato al primo piano del teatro, intitolato a Renato Cioni dove campeggia al centro della stanza una statua a lui intitolata. La scultura è stata realizzata da Luciano Regoli. A Margine dell’evento, negli spazi esterni al Loggione del Teatro dei Vigilanti, anche l’inaugurazione dell’esposizione permanente il teatro e la sua storia curata dalla Cooperativa Alké Servizi Culturali sulla traccia dei libri di Giuliano Giuliani, di Fortunato Colella e attraverso documenti di Archivi storici pubblici e privati, isolani e fiorentini. Quindici pannelli, ci raccontano la storia dell’edificio e, contemporaneamente, quella della città.
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