
Riduzione significativa delle corse e condizioni delle navi, taglio alle agevolazioni ai lavoratori pendolari e non solo, incertezza sul futuro e sulla qualità della continuità territoriale. Questi i temi dell’assemblea di Cgil Toscana dello scorso venerdì 21 febbraio e che ha riunito sul porto di Portoferraio rappresentanti sindacali e lavoratori, in particolare del comparto scuola e sanità.
O forse dovremmo dire ancora questi, perché la denuncia delle gravi carenze del trasporto marittimo da e per l’Elba non è certamente nuova. Già a dicembre sindacati e lavoratori avevano manifestato contro l’attuale situazione in cui versa quella che pare a tutti gli effetti una “dis-continuità” territoriale. E nonostante le rassicurazioni da parte delle istituzioni, sia locali che regionali, faticano ad apparire all’orizzonte risposte concrete.
La rinuncia a diritti fondamentali come quello ad un’istruzione di qualità e alla salute non dovrebbe essere il prezzo da pagare per chi ha il privilegio di vivere o di lavorare in un posto meraviglioso come un’isola. “Siamo tutti pendolari” sostengono dall’assemblea: non solo i lavoratori o le società sportive, ma tutti coloro che, per un motivo o per un altro, hanno la necessità di raggiungere o di lasciare l’Elba.
Abbiamo raccolto la denuncia di una professoressa pendolare dell’ISIS “Foresi” di Portoferraio.
Guarda le interviste:
Stella Braghieri
Oltre a dar voce ai pendolari elbani, sarebbe utile ascoltare anche i marittimi, la dis- continuità territoriale colpisce soprattutto loro, personale delle poche navi rimaste in linea, che subiscono proteste dei passeggeri e nel contempo per mantenere regolarità hanno orari massacranti
Sarebbe utile un confronto con le autorità senza dimenticare nessuno
Stella Braghieri
28 Febbraio 2025 alle 12:13