Le difficoltà, i guasti, le corse saltate, l’annuncio di vendita di navi vetuste e spesso frutto di “regali” pubblici a un privato monopolista e ingrato, dimostrano che la privatizzazione della Toremar fu una scelta sbagliata. Lo abbiamo sempre detto e lo ribadiamo.
Ma se la Regione deve fare autocritica su quel percorso che ha portato ad esiti imprenditoriali, trasportistici, lavorativi e sociali disastrosi, la Destra che ha fatto della privatizzazione dei servizi pubblici una bandiera non può certamente fare due parti in commedia.
Sinistra Italiana già mesi fa aveva chiaramente detto – inascoltata – quali erano i rischi di un peggioramento del servizio a scapito degli utenti e dei lavorator e aveva espresso tutta la sua forte preoccupazione e la contrari al disegno che prevede la separazione del servizio in tre linee, che, tra l’altro, ci riporterebbe indietro ai primi anni 60/70, quando alcune linee erano convenzionate ed altre no.
Scrivevamo: “Restiamo pertanto convinti che la scelta giusta sia quella di una società unica di gestione di tutte le linee, con l’obiettivo di ampliare i servizi, integrandoli e migliorandoli, utilizzando lo strumento del PNRR e inserendo nel bando una pianificazione per la costruzione di traghetti veloci e puliti, possibilmente nei cantieri toscani. A tal fine chiediamo alla regione Toscana di rinunciare ad un progetto per noi disgregante e negativo e di elaborare un’ unica gara pubblica, concorrendo così allo sviluppo socio ed economico di ogni singola isola, in conformità a quanto indicato dall’art. 3 – legge n 169 del 19 Maggio 1975. Noi non parteggiamo per nessuna bandiera armatoriale ma siamo consapevoli che se il quadro emerso non cambia saranno ancora una volta a farne le spese i lavoratori e i cittadini. E’ inaccettabile che una questione che riguarda la vita degli isolani venga trattata non come un fatto d’interesse pubblico, ma come una faccenda relativa al libero mercato».
L’Elba e le altre isole hanno diritto a traghetti, moderni, sicuri, ecologici e che smattano di ammorbare i porti con scarichi inquinanti. L’Arcipelago Toscano ha bisogno di traghetti puntuali che garantiscono le coincidenze con treni e mezzi pubblici, sulle isole e sul continente, è questa la vera continuità territoriale della quale elbani, capraiesi e gigliesi hanno diritto.
E assicurare un servizio finalmente decente, puntuale e moderno agli isolani significa anche garanture gli stessi standard ai turisti, intervenendo anche sul costo dei biglietti per evitare le indecenti speculazioni estive.
Non ci appassiona il vecchio dibattito politico di questi giorni perché siamo convinti che per garantire trasporti pubblici efficaci e misurati sulle reali necessità sociali ed economiche c’è bisogno di un maggiore controllo pubblico che non può limitarsi al bando o alla riscossione della tassa di sbarco.
La storia tormentata degli ultimi anni, ci dice che è stato commesso un errore e non si può continuare sulla medesima strada della privatizzazione che si sostiene accollando al pubblico i costi di una continuità territoriale spesso non rispettata e non investe i guadagni per modernizzare il naviglio e renderlo più ecologico, sicuro, all’altezza di quello che ci chiede l’Europa.
Chris
L’oglasa la marmorica meritano possono dare finoa 20 e più nodi sono navi di qualità italiane ormai si é persa la passione
6 Luglio 2024 alle 15:39
isolato
il problema non è la privatizzazione, il problema è come è stata fatta la privatizzazione. Se ci può essere e deve essere un sistema di contribuzione all’utente per i trasporti marittimi nelle tratte in condizioni di mercato, come la Piombino/Portoferraio tanto che formalmente ci sono 4 compagnie in servizio in estate e quelle che oggi non usufruiscono di contributi pubblici offrono servizi migliori per qualità delle navi con costi quantomeno pari a chi gode di contributo pubblico ed ha mescolato Toremar con Moby, ci devono essere anche clausole che consentano controlli e penali per chi offre servizi scadenti, navi lente e sporche e vecchie. Per le tratte ove non ricorrono condizioni di mercato invece potrebbe anche esserci una gestione diretta pubblica. Poi bisogna ricordare che in passato Toremar, nel sistema Tirrenia, ha garantito buoni servizi, ma, poichè guadagnava serviza a pagare i debiti delle altre partecipate dalla Siremar, alla Caremar, come dire che i biglietti costavano cari non per pagare i debiti o i mancati guadagni degli altri. Forse bisogna fare analisi meno superficiali da parte di tutti.
6 Luglio 2024 alle 11:16
Nicola porta
Sono un direttore di macchina in pensione .
Probabilmente non vi rendete conto che il tutto già è stato programmato da’ Aponte .
Il più grande armatore italiano è che è: Asse piglia tutto
Si lui già si è preso Onorato ….è altro
Poi riguarda i sindacati …non ci ho mai creduto
Un tempo c’erano i Marittimi e c’erano i sindacati …ma c’era la flotta che ci invidiata il mondo intero .
E poi entrarono i politici “Guastatori”
Il tutto già è designato .
State perdendo tempo
CAREMAR …SIREMAR GIÀ FATTO ✔️
6 Luglio 2024 alle 3:10
Giuseppe Scotti
Mi dovete Perdonare ma essendo isolano della bella Isola di Ponza arcipelago isole pontine ho combattuto una battaglia per fare rimanere regionale le linee di navigazione della laziomar in mano ad amatori Napoletani che la dice lunga su navi fatiscenti puzzolenti che impiegano Tre ore di navigazione come quaranta anni fa buona fortuna Giuseppe Scotti
5 Luglio 2024 alle 21:05