Emergenza abitativa, “è il territorio che non vuol cambiare”

di Maria Grazia D. Galeano

Riceviamo da un’insegnante  che ha scelto di vivere e lavorare a all’isola d’Elba ma che si trova di fronte ad un emergenza abitativa che non sembra avere una soluzione e per questo motivo, scrive nella lettera, sarà costretta ad andare via. Ecco il testo integrale:

“Nulla di nuovo sotto il sole”…dell’Elba, cito per indicare con profonda amarezza che l’annosa questione dell’emergenza abitativa non è cambiata di una virgola. E basterebbe già quest’incipit per annoiare il lettore che, con molta probabilità, non arriverà nemmeno alla fine dell’articolo. Del resto, troppa fatica dedicare tempo e attenzione a qualcuno o qualcosa che si pensa non riguardarci. Ed è qui il primo errore. Perchè se c’è una cosa che va condannata, è proprio questo voltare le spalle. Questa lungimiranza, etica, empatia del tutto assenti. Questa precisa volontà da parte di un intero territorio che non vuole cambiare, non vuole evolversi. E che ottusamente non vuol capire che se non crea accoglienza, integrazione e politiche sociali giuste per accogliere i giovani che vengono sull’isola per lavorare e vivere, non ci saranno nuovi nuclei famigliari, con nuovi bambini che riempiranno le scuole, professionisti e maestranze del settore pubblico e privato che andranno a migliorare i servizi dei cittadini e creeranno benessere generale per tutti. Mi rivolgo in primis a chi dovrebbe saper amministrare un territorio, e che ne è del tutto incapace. Quando il problema appare troppo grande, quando ci viene mostrata troppa realtà, si tende ad arrendersi. Ci si rassegna. Non si riesce a mettere in atto alcun tipo di azione perchè i disastri ci appaiono inesorabili, e si resta intrappolati. E’ questa la “narcotizzazione”. E qui nessuno sembra avere abbastanza forza e coraggio per svegliarsi e iniziare ad agire. Perchè da qualche parte bisognerà pur smettere di fare solo promesse e partire concretamente a ridare un senso di futuro a tutti. Infine mi rivolgo ai privati, agli elbani tutti. Mi rivolgo soprattutto a chi leggendo fin qui ha annuito, ha riconosciuto che se sta male una persona, va aiutata quella persona. Ma se stanno male in tanti, è il contesto sociale ad essere patogeno ed è quello che va “curato”. E quel malessere sociale va politicizzato e posto come chiave di cambiamento socio-economico e culturale. Io sono un’insegnante che ha scelto volontariamente di venire a lavorare e vivere in quest’isola splendida e che molto probabilmente, senza una casa, sarò costretta ad andar via. Ma siete davvero sicuri che sia quello giusto un sistema che produce poche persone che ottengono il massimo dei profitti dagli immobili sfruttando una sola stagione, contro centinaia di persone che perdono speranza e forse rinunceranno per sempre ai loro sogni? Sono qui da pochi mesi, sufficienti per vedere la gente in fila per tutto: per la casa, per le visite mediche, per i servizi, i trasporti… Vedo accumulatori seriali di denaro. Ma la ricchezza è tutt’altra cosa. E poi ci sono gli amici, le persone autentiche che si fermano a riflettere e cercare di dare il loro contributo per aiutare a cambiare le cose. E sono quelle le persone ricche. Sono loro che rappresentano la parte migliore della società. Sono i loro visi che risplendono sotto il sole dell’Elba.

Maria Grazia D. Galeano

2 risposte a “Emergenza abitativa, “è il territorio che non vuol cambiare”

  1. Maristella Giulianetti Rispondi

    Da anni va avanti questo problema. Ogni anno sempre peggio, vedi la delusione sui visi di lavoratori e lavoratrici serie, oneste, che un affitto possono permetterselo e gli elbani glielo rifiutano.
    Certo la liberalizzazione selvaggia di origine berlusconiana, “gli Italiani sono più ricchi, la maggior parte possiede una casa” ha illuso la maggior parte delle famiglie. Le ha costrette ad indebitarsi con mutui trentennali rendendoli schiavi di un sistema illogico senza futuro per loro e per i loro figli, se ne hanno.
    Ma la situazione più grave è che le amministrazioni locali da anni non costruiscono alloggi popolari, neppure hanno pensato ad un progetto di cohousing per le giovani coppie, o altre iniziative per calmierare gli affitti.
    Purtroppo questo tragico fenomeno sta accadendo in tutta Italia, e nessun governo ha cercato un modo di equilibrare il mercato.
    Il risultato è un mercato talmente libero da essere razzista. Razzista verso i nostri giovani che non vedono futuro, razzista verso chi ha solo bisogno di un alloggio per poter continuare a lavorare e quindi vivere, razzista verso i futuri anziani che chissà se prenderanno la pensione, razzista verso i malati che non riescono a curarsi.

    4 Marzo 2024 alle 18:29

  2. Amedeo Anselmi Rispondi

    Buongiorno,
    E inizio dicendo che ho letto fino in fondo……nulla di nuovo sul fronte delle politiche elbane e nemmeno sugli elbani.
    Sono giunto alla conclusione che aveva ragione quel piombinese quando diceva che ” è più facile che un nero diventi bianco che un elbano diventi civile” !!
    Vi siete mai fermati ad ascoltare la gente dell’ Elba, o meglio ,quelli che abitano sull’ isola, ad ascoltare il loro modo di essere, di cosa pensano degli altri e della società in generale?
    Se ascoltate con attenzione e non vi fate spaventare dal loro modo di esprimersi con gesti eloquenti, urla da stadio e moccoli ( bestemmie) vi renderete subito conto di trovarvi di fronte a persone egoiste, avare, menefreghiste e per niente sensibili ai problemi degli altri.
    Tutto questo è facilmente intuibile guardandosi intorno e riflettendo soltanto per qualche minuto. Un’ isola bellissima, baciata dalla bellezza della natura e per niente amata da chi ci vive!! Rifiuti ovunque, scarpate stradali piene di oggetti provenienti dalle attività umane, degrado ovunque, negozi, bar, ristoranti , hotel inesistenti nei lunghi otto mesi di riposo dalle fatiche degli altri quattro lavorati….e se provate a dire qualcosa riguardo al caro vita, ai prezzi alti alle piazze e spiagge occupate tutto l’ anno, anche ad attività chiuse, vi sentirete rispondere……ma vai a lavorare!!! E tu pensi, ma come? Io lavoro tutto l’ anno, non vado nemmeno in ferie e questo bigotto che lavora quattro mesi , al massimo cinque e il resto dell’ anno lo trascorre in Thailandia mi dice questo?
    Ora capite perché quando andate a chiedere un appartamento in affitto per poter lavorare su quest’ isola o per la vostra famiglia perché tu sei elbano e su quest’ isola ci abiti, magari lavori proprio in quell’ attività, sfruttato e mal pagato, ti senti rispondere che non affittano tutto l’ anno, al massimo puoi stare da novembre a fine aprile, poi d’ estate lo vogliono libero, gli serve!! Certo , gli serve per affittarlo ai turisti a cifre da capogiro, magari in nero, senza pagare tasse o altro.
    Sei una maestra, non troverai mai un appartamento in affitto, sei un lavoratore che guadagna poco e non sei nessuno…..poi bussa un direttore di banca, un medico, avvocato ,un uomo in divisa grigia o nera e magicamente l’ appartamento viene affittato!! Elbani……brava gente!!
    Amedeo Anselmi
    P.s. per favore ….leggete oltre le righe, non volevo offendere nessuno.

    1 Marzo 2024 alle 9:46

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