Perché le scuole a Rio col brutto tempo non chiudono

di Marco Corsini *

In questi giorni ho letto parecchie critiche, anche eccessive nei toni, di fronte alla decisione che ho preso di non fare ordinanza di chiusura delle scuole in presenza di un “allerta meteo arancione”, laddove tutti i miei colleghi elbani si sono regolati diversamente.

Potrei cavarmela con una banalità, dicendo che “ai miei tempi” si andava a scuola anche con la neve (e vi assicuro che a Roma la neve paralizza sempre tutta la città) e che quindi una semplice, anche se forte, ventolata non impedisce di andare a scuola. Ma non lo faccio per non sentirmi dire che oggi “è tutto diverso”.

Prendo invece spunto dal commento sui social di una signora che si chiede “Ma il sindaco di Rio non ha figli e nipoti”? E vorrei tranquillizzarla: il sindaco di Rio non è né un incosciente né un irresponsabile. Ha figli (nipoti ancora no) ai quali ha cercato di insegnare il senso del dovere.

Per me andare a scuola è un dovere. Un dovere per tutti: per i presidi, per gli insegnanti e per gli allievi, così come è un dovere andare al lavoro, e la scuola lo è.

E questo dovere deve essere sentito, dobbiamo essere educati a sentirlo.

In una situazione di allerta meteo che non annuncia una calamità naturale, chiudono gli uffici, gli ambulatori, i supermercati, le aziende? Certamente no, perché non c’è un reale pericolo per la pubblica incolumità. E allora perché devono chiudere solo le scuole? Si dovrebbe chiudere tutto. Se si dovesse chiudere le scuole per il forte vento, in Sardegna non vi sarebbe anno scolastico.

Anzi, forse un ragazzo al chiuso di una scuola è più al sicuro di quanto non sarebbe se andasse in giro sotto il maltempo.

Ora, io ho il massimo rispetto e la massima considerazione per i miei colleghi sindaci elbani,   di   cui   sono   amico,   e   sono   certo   che   decidono   in   modo   consapevole   e responsabile; ma non prendo una decisione solo perché la prendono tutti gli altri. E in tanti comuni toscani le scuole non sono state chiuse.

Naturalmente, ogni ragazzo ed ogni genitore è libero di comportarsi come meglio crede; se non può, o non vuole, o non se la sente di andare a scuola per le avverse condizioni meteo è padronissimo di farlo. Gli allerta meteo servono appunto ad informare la comunità per metterla in condizione di decidere come proteggersi. Ma la scuola ha una funzione, è un riferimento, deve – se non c’è una reale forza maggiore contraria – essere aperta e accogliere chi ci vuole andare.

Concludo con una banalità. Come avete visto, il giorno dopo l’allerta (e anche oggi è così) si capisce che a scuola ci si poteva andare benissimo e che niente l’avrebbe impedito. Ora,   perché   vogliamo   dare   ai   nostri   giovani   il   messaggio   per   cui   ogni   allerta arancione è la scusa per  un’automatica vacanza? Io non credo che sia giusto. Non credo che sia l’educazione giusta.

 

Marco Corsini, *Sindaco di Rio

 

9 risposte a “Perché le scuole a Rio col brutto tempo non chiudono

  1. MARCELLO Bargellini Rispondi

    Buongiorno Sig. Sindaco
    tante belle parole sono state spese nei suoi riguardi, ma in questa decisione ho colto un altro aspetto, quello di saper prendersi la responsabilità.
    Purtroppo oggi vediamo continuamente nel settore pubblico delegare, semplicemente fare quello che c’è scritto sulla carta, almeno è più facile astenersi dalle responsabilità.
    troviamo facilmente chi si trincera semplicemente dicendo: la legge dice cosi!!! ma non è proprio vero, ci sono tante sfaccettature e se si vuole si va in fondo ai problemi e qualcosa di meglio si riesce a fare per il bene comune.
    Prendiamoci tutti le nostre responsabilità e vedrete che riusciremo a far funzionare meglio la macchina burocratica.
    ancora grazie!

    4 Novembre 2023 alle 10:03

  2. Renato Rispondi

    Le dichiarazioni del Sindaco sono inesatte. Un’allerta arancione individua certamente un pericolo per l’incolumità, per definizione, secondo gli scenari individuati dalla protezione civile, che riporto di seguito:

    Effetti e danni dell’allerta arancione
    Ci sono pericoli per la sicurezza delle persone, CON POSSIBILI PERDITE DI VITE UMANE. Gli effetti diffusi sono i seguenti.

    Allagamenti di locali interrati e di quelli posti al piano terra lungo vie potenzialmente interessate dal passaggio dell’acqua.
    Danni e allagamenti a singoli edifici o centri abitati, alle infrastrutture, agli edifici e alle attività agricole, ai cantieri, agli insediamenti civili e industriali interessati da frane o da colate rapide.
    Interruzioni della rete stradale o ferroviaria in prossimità di impluvi e a valle di frane e colate di detriti, o in zone depresse in prossimità del reticolo idrografico.
    Danni alle opere di contenimento, regimazione e attraversamento dei corsi d’acqua.
    Danni alle infrastrutture, agli edifici e alle attività agricole, ai cantieri, agli insediamenti civili e industriali situati in aree inondabili.
    Di seguito gli ulteriori effetti in caso di temporale.

    Danni alle coperture e alle strutture provvisorie con trasporto di materiali a causa di forti raffiche di vento.
    Rottura di rami, caduta di alberi e abbattimento dei pali, della segnaletica e delle impalcature con conseguenti effetti sulla viabilità e sulle reti aeree di comunicazione e di distribuzione di servizi.
    Danni alle colture agricole, alle coperture di edifici e agli automezzi a causa delle grandinate.
    Innesco di incendi e lesioni a causa dei fulmini.

    Questo è quanto. E infatti sappiamo cos’è successo a Prato e Campi Bisenzio. Detto ciò non dico che abbia fatto male o bene a tenere aperte le scuole, ma credo che, se si voglia affrontare un rischio che la protezione civile ha individuato esistere, non andrebbe fatto semplicemente sminuendo un sistema, per l’appunto, di “protezione”, con le sue prassi (perché dire che un’allerta arancione non è vero pericolo vuol dire fare questo), ma magari andando a compiere un’indagine metereologica e territoriale più di dettaglio, per verificare se possa ritenersi che quel tipo di allerta generalizzato possa essere declassato con riferimento alla realtà locale. Non so però quanto ciò sia realmente fattibile.

    4 Novembre 2023 alle 2:22

  3. Elbano Rispondi

    Bravo sindaco, lei purtroppo amministra un comune dove invidia e zizzania la fanno da padrone.

    3 Novembre 2023 alle 17:53

  4. paolo Rispondi

    grande il sindaco di rio. l’unico dei 7 che ha il coraggio

    3 Novembre 2023 alle 17:45

  5. Mose Rispondi

    ti ammiro. mox55

    3 Novembre 2023 alle 17:43

  6. Alessandra STRUZZI Rispondi

    D’accordo con il sindaco. N.b. : i prof erano a scuola……

    3 Novembre 2023 alle 17:43

  7. Anita Rispondi

    Assolutamente d’accordo col Sindaco di Rio

    3 Novembre 2023 alle 16:58

  8. Francesca Rispondi

    Anch’io sono d’accordo con il sindaco.

    3 Novembre 2023 alle 16:42

  9. stefano cillerai Rispondi

    la penso esattamente come il Sindaco

    3 Novembre 2023 alle 16:29

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