L'intervento

“Grande Traversata Elbana: parliamone”

di CAI sottosezione Isola d'Elba

Grande Traversata Elbana, sinteticamente GTE. Un tracciato escursionistico che attraversa
l’Elba da est a ovest, ideato negli anni ottanta dall’ing. Mario Ferrari, ex sindaco di Portoferraio
oltre che esperto camminatore e appassionato promotore delle risorse turistiche dell’isola sulla
falsa riga del G 20 in Corsica.
Un cammino eccezionale di circa 3 giorni, con oltre 2000 metri di dislivello e circa 65 km di
lunghezza, circondato dal blu delmar Tirreno e dai profumi che solo la macchia mediterranea
sa emanare.
A quaranta anni di distanza i sindaci dei comuni elbani attraversati dalla GT, sembrano non
avere sufficiente consapevolezza dell’importanza di questo sentiero. Oggi che la Regione
Toscana ha creato strumenti economici per favorire la riscoperta, la valorizzazione e la
promozione di tali percorsi, gli amministratori locali ignorano i ripetuti solleciti delle associazioni
ambientaliste e le manifestazioni di disponibilità della Amministrazione Regionale per far
conoscere la GTE alla grande utenza di chi fa trekking o si muove in MTB. In genere questi
itinerari si chiamano “cammini” e vengono fatti risalire agli antichi percorsi di pellegrini diretti a
Roma o ad altri santuari importanti. I paesi che non hanno turismo questi cammini se li
inventano. Vanno a ricercare i propri momenti di gloria passata quando sono stati luogo di
ristoro e di rifugio sicuro per viandanti, per gente pia in vena di penitenza, per peccatori intenti
a espiare colpe. I paesi e le città che invece il turismo lo hanno, ben consapevoli di quante sono
le forme di turismo e come ognuna di esse apporti risorse alla economia locale, non li
trascurano ma li valorizzano dedicando loro cure, attenzioni, risorse e promozione. Oggi
viandanti e pellegrini sono sostituiti da trekkers, cicloturisti e tutta una moltitudine di persone
che trova nelle attività all’aria aperta una compensazione al ritmo ed alle abitudini imposte dalla
società contemporanea. Una accresciuta sensibilità ambientale e una sempre più diffusa
intolleranza alla frequentazione di luoghi sovraffollati hanno dato forte impulso
all’escursionismo. La consapevolezza della necessità di sostituire un turismo ad alto consumo
energetico e forte impatto ambientale con uno più rispettoso e più attento ai luoghi, alle culture
e alle tradizioni sta aprendo nuove opportunità ai paesi che, per benevolenza della natura o per
proprie intuizioni e volontà, possono oggi disporre di bellezze naturali ben conservate. L’Elba
avrebbe tutte le caratteristiche per beneficiare di tale opportunità. Non le manca niente, salvo

forse degli amministratori attenti a cogliere i nuovi segnali delle modalità di turismo. E’ vero che
i maggiori introiti dell’economia locale vengono dal turismo estivo, balneare, ma perché poi
discutere inutilmente di allungare la stagione se viene fatto ben poco per rendere la stagione
fruibile da ottobre in poi? Dalla fine di settembre fino a maggio la temperatura è più bassa ma
non fa freddo, neppure in inverno pieno. Quando non piove le condizioni sono ottime sia per
camminare che per andare in bicicletta. Alcuni albergatori pensano che questo sia un turismo
povero che non ripaghi i costi per l’apertura delle strutture. Certamente chi si muove a piedi è
sempre più attento a dosare i consumi di energia e di denaro ma in genere, compatibilmente
con la propria disponibilità economica è sempre un turista che mangia, beve, ha bisogno di un
luogo dove dormire, usufruisce di mezzi pubblici e se si è trovato bene porta qualche regalo a
chi è rimasto a casa per far invidiare la propria scelta di vacanza.
Già dal 2018 la Regione Toscana ha adottato una legge (LR 35/2018) con la quale si impegna
a finanziare, attraverso la messa in sicurezza, la manutenzione del sentiero e la promozione
sui propri canali informativi di quei percorsi storici, culturali, paesaggistici che corrispondano a
ben definiti requisiti.
La nostra GTE ha tutti i requisiti per essere inserita fra questi itinerari. Ha inoltre l’appoggio e
la collaborazione delle associazioni ambientaliste locali, di giovani che hanno avviato attività
professionali esercitabili su questo percorso (guide e noleggiatori di MTB), operatori turistici
attenti alle nuove forme di turismo.
Cosa manca?
Manca una convenzione fra comuni di cui uno faccia da capofila per i rapporti con gli altri
comuni e i portatori di interesse. Se vogliamo anche noi beneficiare di questo target di mercato
turistico occorre che qualche Amministrazione Comunale si svegli. Si svegli ed inizi a darsi da
fare.

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