Complice il periodo delle festività è passata sotto traccia la notizia dell’esito fallimentare del Bando per la Continuità Territoriale relativo ai trasporti marittimi dell’Arcipelago Toscano. Ha partecipato solo un soggetto: la TOREMAR, attuale gestore. Nel dibattito tenutosi questa estate alla Festa di Liberazione avevamo definito il Bando un “bando patacca” ed eravamo stati facili profeti nell’anticiparne l’esito. Il documento predisposto dalla Regione Toscana era ampiamente carente sia nell’identificazione delle esigenze del territorio, trascurando o fornendo risposte inadeguate per ampie fasce di popolazione residente e di bisogni (trasporti sanitari, visite parenti, pendolari, studenti…); sia in ordine all’identificazione dell’offerta, ovvero delle potenziali compagnie di navigazione interessate. A questo punto, stante il roboante fallimento delle politiche di privatizzazione ci dovremmo aspettare da parte della Regione Toscana e dal Presidente Giani, una radicale revisione della politica dei trasporti marittimi per l’Elba e le altre isole dell’arcipelago negli ultimi 20 anni.
La privatizzazione fu originariamente voluta e sostenuta da un larghissimo campo di forze politiche e fu portata avanti dall’allora governo Berlusconi con l’assenso del centro-sinistra sotto l’egida dell’ideologia iperliberista in voga all’epoca. Il Governo italiano dismise le proprie partecipazioni nelle ex compagnie marittime pubbliche e con il Decreto Legge 135/2009 trasferì la TOREMAR alla Regione Toscana. La scelta della Regione fu quella di non gestire il servizio ma di affidarlo a privati. Con un primo bando di gara la gestione del servizio fu affidata al gruppo armatoriale Moby-CIN guidato da Vincenzo Onorato, ovvero all’unico diretto concorrente di TOREMAR sulla tratta di navigazione. La conseguenza fu l’istituzione di un monopolio con tutti i ben noti disservizi. Ma alla prima scadenza del contratto per la continuità territoriale la Regione Toscana riuscì a fare ancora peggio: all’esito di due separati bandi vendeva la flotta TOREMAR al Gruppo Onorato e assegnava il servizio sempre allo stesso operatore. In questo modo veniva archiviato ogni ruolo effettivo del settore pubblico dei trasporti marittimi e si lasciava questo settore vitale per la nostra comunità locale in balia delle alterne vicende ed alle variabili volontà del privato. Stendiamo un velo pietoso sulla connessa vicenda dei finanziamenti elargiti dal privato ai principali partiti politici ed a loro influenti esponenti, come è emerso nel procedimento svoltosi di fronte alla Sezione Fallimentare del Tribunale di Milano. Rammentiamo invece che a seguito della predetta procedura fallimentare e del concordato finale lo Stato (ovvero tutti noi contribuenti) ha perso definitivamente 98 milioni dovuti dal Gruppo Onorato e relativi interessi.
Le conseguenze di questo tipo di politica sono sotto gli occhi di tutti: peggioramento ed inaffidabilità del servizio; navi vetuste; aumento dei tempi di navigazione; inquinamento delle aree portuali; costo dei biglietti altissimo. La privatizzazione è stato un fattore di sottosviluppo per l’Elba, un ostacolo al diritto alla mobilità degli elbani.
Sarebbe grave se la Regione Toscana decidesse di andare avanti su questa linea o, addirittura, pensasse di dare attuazione anche all’ultima parte del Bando, quella che prevede l’acquisto di nuove navi a spese della collettività da dare in uso gratuito al privato. Così al danno si aggiungerebbe la beffa.
A questo punto è quindi necessario procedere all’annullamento del Bando ed al passaggio ad una gestione pubblica. L’Elba non può essere vittima delle vecchie e ormai superate ideologie iperliberiste tanto care alla destra ed al PD. In tutto il mondo ormai settori strategici dell’economia e dei servizi vedono una forte presenza pubblica e non si può ulteriormente perdere tempo e sacrificare i giusti interessi della popolazione dell’Elba. In questo senso appare fondamentale dare immediato seguito a quanto deciso all’unanimità dal Consiglio Comunale di Portoferraio (su proposta del gruppo Bene Comune) ovvero alla convocazione congiunta di tutti i consigli comunali elbani per prendere posizione in merito al futuro del trasporto marittimo


