
Riunione del consiglio direttivo del Parco nazionale ieri pomeriggio, per parlare dell’emergenza ungulati e confermare l’impegno politico dell’ente ad uno stanziamento di 2 milioni di euro per questo scopo visto che ormai la popolazione di cinghiali e mufloni è diventata una emergenza. Eccezioni in questo senso sono state sollevate dal consigliere Ruggero Barbetti alla luce del fatto che il direttivo è in scadenza e che tra due mesi il nuovo consiglio potrebbe cambiare totalmente questo atto di indirizzo ed eliminare l’impegno per questa spesa. Oggi però l’indirizzo del parco è questo, e l’ intenzione è di lasciare già un progetto esecutivo, che i tecnici stanno redigendo, al nuovo esecutivo dell’ente che potrebbe insediarsi entro la fine di giugno. Il punto cruciale è fare i conti con il costo complessivo del piano e con i tempi. Se la decisione sarà di non partecipare al progetto Life il costo è di cinque milioni e mezzo di euro per il progetto Life è sette milioni e mezzo.In entrambi casi l’impegno del parco è insufficiente ed è necessario l’intervento degli altro enti ed organismi. Nella prima ipotesi il piano potrebbe partire da subito, mentre con il progetto europeo, nel caso di ottenimento del finanziamento, per rispettare tutte le procedure, l’inizio è previsto non prima di metà 2026. “Bisogna sottolineare però che nel frattempo noi continuiamo con le nostre azioni di contenimento” considera Sammuri. Nel 2024 il Parco ha abbattuto 800 cinghiali e 400 mufloni all’interno dell’area protetta. “Il problema è che l’Elba è nel parco solo per metà – aggiunge – all’interno dell’ area protetta facciamo azioni di contenimento delle due specie 365 giorni l’anno con operazioni che tendono a ridurre al massimo la popolazione, come privilegiare abbattimenti di femmine e nel periodo primaverile. Fuori dal parco c’è l’attività venatoria ma concentrata in soli tre mesi l’anno, che non ha un’azione selettiva”. Una cosa importante secondo il presidente sarebbe portare avanti le stesse azioni del parco, anche in area non protetta, prevedendo la caccia tutto l’anno con azioni di controllo, abbattimento e catture. La Regione si è detta disponibile ad azioni che vanno in questa direzione, dopo aver già dichiarato l’Elba area non vocata al