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Il film di Silvia Lelli contro la violenza sulle donne

Al Centro Giovani pomeriggio con la proiezione e il dialogo con la regista

Il 25 novembre, in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, presso il Centro Giovani di Portoferraio in Calata Mazzini, verrà proiettato il docufilm “Violenza invisibile. Abusi culturali e fisici sulle donne” della regista Silvia Lelli, realizzato con il sostegno dell’Associazione AntropoLogiche – ricerche e studi per il sociale e del Fondo Incoming di Toscana Film Commission, progetto che fa parte del percorso formativo Erasmus Plus denominato Close (Inclusive Learning Environments & SociEmotional Learning Through Cinema).

“Quello di lunedì non è un evento spot in occasione della Giornata contro la violenza sulle donne” ha sottolineato Alice Mancini, operatrice del Centro Giovani e arteterapeuta integrata specialista in violenza di genere. “È questo un tema su cui lavoriamo quotidianamente nell’educazione informale con le ragazze e i ragazzi del centro. Gli interventi spot, per problemi culturali e sociali, non sono efficaci. Mi ha reso molto orgogliosa che la collaborazione con la regista Silvia Lelli sia stata attivata tramite un utente del centro, Gil Scapigliati, perché sa che è un argomento che affrontiamo spesso. Che quest’idea sia nata da un utente è per me un segnale molto importante”.

La giornata prevede un ampio programma che inizia, nella sala rossa, alle 15:30 con il laboratorio di Arteterapia di Chiara Beschin e Alice Mancini, per poi proseguire con la proiezione del documentario alle 17 e, alle 18, il dialogo con la regista e antropologa dell’Università di Firenze Silvia Lelli. “Insieme con Chiara Beschin, altra arteterapeuta e operatrice antiviolenza come me”, spiega Alice Mancini, “abbiamo pensato di aprire con un laboratorio interattivo che abbia il suo focus sull’iceberg della violenza di genere, ovvero sulle forme di linguaggio sessista, stereotipi, comportamenti abusanti e umilianti che costituiscono il fenomeno sommerso di cui il femminicidio è solo la parte emersa. Bisogna lavorare sulle forme invisibili di violenza, capire come si manifesti sottilmente nella nostra vita quotidiana, fino poi a legittimare tutti gli atti efferati”.

Violenza invisibile è anch’esso un documentario sulla violenza psicologica e strutturale agita sulle donne. Racconta, attraverso interviste, storie di donne maltrattate non tanto dal punto di vista fisico, ma attraverso forme verbali e simboliche che normalizzano la discriminazione di genere, violenza non meno distruttiva di quella fisica. Una violenza che la società spesso decide di non vedere, difficile da riconoscere anche per chi la subisce, invisibile perché nascosta tra le pareti domestiche o nell’omertà culturale delle abitudini quotidiane. “Cosa veramente importante del messaggio che cerchiamo di passare è che non è un problema solo delle donne, riguarda tutte e tutti”, prosegue Mancini. “Il patriarcato fa danni anche sugli uomini, sia perché i giovani non sanno trovare un modello alternativo, sia perché gli uomini hanno più potere di farsi ascoltare, a loro volta, da altri uomini”. La domanda che titola l’incontro, pensi che non ti riguardi?, è dunque provocatoria. “Rispondiamo con la citazione di Irene Facheris – formatrice e attivista esperta in gender studies – se il problema è sistemico, la soluzione è collettiva, dobbiamo cioè risolverlo davvero tutti insieme”.

Laboratorio, proiezione e conversazione con la regista sono aperti a tutti. “Il Centro Giovani è uno spazio aperto, ci aspettiamo un pubblico eterogeneo, che è anche il valore aggiunto dell’evento” dice Mancini. L’incontro fa parte del calendario delle iniziative di sensibilizzazione per il contrasto alla violenza di genere domestica e assistita, nell’ambito degli interventi del Progetto Irena, seguito dalla cooperativa sociale Arca, insieme per il supporto educativo ai minori più fragili. “Tra le diverse azioni che ci saranno nell’annualità 2024-2025 all’isola d’Elba, nel Mugello e nella zona del Pratese, ricordiamo il supporto educativo, lo sportello d’ascolto e i laboratori scolastici”, conclude Alice Mancini, “Questo progetto è anche un invito alle istituzioni, alla comunità educante e alla cittadinanza per interrogarsi sui segnali della violenza assistita”.

di Angela Anconetani Lioveri

 

“Locandina dell’evento ideata da Alice Mancini e Marta Carnelos”

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