Porto Azzurro, la Polizia Penitenziaria non viene pagata

di UILPA - Segreteria Provinciale Livorno

Veduta aerea del Carcere di Porto Azzurro

La Casa di reclusione Elbana è in forte sofferenza, rispetto all’organico previsto la carenza di personale di Polizia penitenziaria si attesta a circa 56 unità. Questo dato, preso da solo, ai non addetti ai lavori potrebbe non rendere bene l’idea di cosa possa significare un deficit di quasi un terzo degli Agenti, ma se si considera il numero dei progetti trattamentali/rieducativi a favore delle persone detenute che si realizzano in una Casa di reclusione, qual è quella della “Pasquale De Santis” compresa l’isola di Pianosa, e i servizi essenziali atti a garantire la sicurezza dell’istituto, allora tutto è più chiaro. Volendo fare un’analisi più oggettiva bisogna mettere a confronto il numero dei posti di servizio che per la Direzione del penitenziario sono necessari al buon andamento dell’istituto e la forza operativa. Vale a dire che – chiarisce la Segreteria provinciale UILPA Polizia Penitenziaria di Livorno – ad oggi 149 poliziotti (tra Forte San Giacomo e Pianosa) devono presidiare e far funzionare circa 220 posti di servizio (56 di questi coperti 24h su 24) con la conseguenza che per sopperire alla carenza di 56 unità il personale è obbligato alla prestazione di lavoro straordinario. Questo emolumento stipendiale, come vogliono le norme contrattuali, deve essere corrisposto mensilmente e per assicurare la puntuale retribuzione agli aventi diritto l’Amministrazione penitenziaria, partendo da quella periferica, deve predisporre l’impegno di spesa, cioè la previsione di bilancio, per l’esercizio finanziario dell’anno successivo. Aldilà delle indicazioni normative e i principi fondamentali del rapporto di lavoro che ispirano, compresa l’obbligazione in capo al datore di lavoro della retribuzione dei dipendenti, l’Amministrazione penitenziaria – incalza la UIL – è in debito con il reparto di Polizia penitenziaria della Casa di reclusione di Porto Azzurro di circa 2500 ore di lavoro straordinario – dato rilevato al 30 aprile 2024, sottolinea il Sindacato -. E’ evidente che qualcosa non è stato fatto, ma intanto l’Amministrazione penitenziaria continua a imporre, puntualmente, al personale di prestare servizio oltre le trentasei ore settimanali contrattuali senza pagare, con altrettanta precisione, il surplus delle ore lavorate! E’ plausibile che il carcere Elbano risponde al mandato istituzionale affidatogli solo grazie all’onestà intellettuale e fedeltà degli operatori penitenziari nei confronti di una Pubblica Amministrazione, che a sua volta ricambia con la slealtà! È il caso che l’Amministrazione penitenziaria, iniziando dalla Direzione della Casa di reclusione, oltre a puntare alle approvazioni della collettività pubblica e politica per la risuscita delle attività di recupero sociale, – che sia chiaro sosteniamo e accogliamo molto favorevolmente, tengono a precisare dal Sindacato – deve anche mirare a sanare il debito contratto con i suoi dipendenti, perché se gli obiettivi costituzionali vengono portati a termine è soprattutto grazie a loro.

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