Una nuova specie di insetto scoperta all’isola d’Elba

Rinvenuto a Porto Azzurro. Il Parco: scegliamo assieme il nome. Ecco come

Scegliamo assieme il nome per una nuova specie di insetto scoperto all’Isola d’Elba

Gli insetti sono gli animali più numerosi sul nostro pianeta e ogni anno vengono descritte centinaia di nuove specie, ma non tutti sono ugualmente studiati. Gli Embiotteri, ad esempio, sono tra quelli meno conosciuti, soprattutto nell’area mediterranea e persino molti entomologi (gli studiosi di insetti) non ne hanno mai visto uno. Il motivo sta soprattutto nella loro peculiare biologia: sono insetti, tipici degli ambienti caldi, sia aridi che tropicali, che in genere trascorrono tutta la loro vita dentro tunnel di seta che secernono e costruiscono essi stessi tramite particolari ghiandole poste sulle zampe anteriori. Questi tunnel permettono loro di vivere protetti, trattenere l’umidità negli ambienti aridi e tener fuori l’eccesso di umidità in quelli tropicali. Si nutrono di sostanza organica vegetale e quindi potremmo annoverarli tra i degradatori. Le specie mediterranee vivono nel suolo ed affiorano in superficie solo nei periodi meno secchi (primavera e autunno). In Europa sono note circa una dozzina di specie e l’Italia è il paese dove questi insetti sono meglio conosciuti. Il ritrovamento di nuove specie è sempre un evento felice che va ad aggiungere un nuovo importante elemento alla biodiversità di un territorio e di tutto il pianeta. Nell’Arcipelago Toscano gli Embiotteri sono stati storicamente poco studiati e fino ad oggi se ne conoscevano solo due specie. I nuovi studi compiuti dalla World Biodiversity Association onlus (WBA), con il supporto del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano ed in collaborazione con il Nat Lab (Museo Naturalistico dell’Arcipelago Toscano), hanno permesso di aumentare queste conoscenze, portando alla scoperta di una nuova specie proprio all’Elba. La specie è stata rinvenuta nel territorio del Comune di Porto Azzurro ed è quasi certamente autoctona e probabilmente endemica. La recente scoperta suggerisce e stimola a proseguire lo studio di questi ed altri piccoli insetti nel nostro straordinario arcipelago che potrà sicuramente regalare ulteriori ed importanti risultati.
La nuova specie è in fase di descrizione (curata da Paolo Fontana e Leonardo Forbicioni) nell’ambito di un articolo scientifico sulle attuali conoscenze degli Embiotteri dell’Arcipelago Toscano. Una volta pubblicato sarà quindi reso noto alla cittadinanza anche questo ulteriore tassello che si va ad aggiungere all’immenso mosaico della biodiversità.
Parliamo di un patrimonio che appartiene a tutti, come hanno sancito anche le modifiche alla Costituzione della Repubblica Italiana approvate l’8 febbraio 2022 (articoli 9 e 41) e proprio per questo gli entomologi della WBA, il Nat Lab ed il Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano vogliono coinvolgere i cittadini nella scelta del nome da dare alla specie.

Vi proponiamo tre nomi che saranno spiegati e che potrete votare entro il 6 gennaio 2024  al link:

https://forms.gle/ypk9oAr3hZVxQa6G7

Embia dell’Isola d’Elba Embia ilvana n. sp.
L’isola d’Elba era detta dai greci Aithàle, Aithàleia e Aithalìa, tutti nomi derivanti dal termine greco aithàle, «fuliggine», in riferimento alle attività di lavorazione del ferro estratto nelle miniere elbane. Ma per i Latini era invece Ilva, toponimo di probabile origine preromana facente riferimento alla popolazione dei Liguri Ilvates. Solo nel Medioevo Ilva si trasformò prima in Ilba e infine in Helba. La nomenclatura scientifica si basa in gran parte sulla lingua latina e quindi, volendo dedicare la nuova specie all’Isola d’Elba, è Ilva il nome a cui fare riferimento, adottando per la specie il nome ilvana significa, appunto, dell’Isola d’Elba. Probabilmente questa nuova specie potrebbe essere rinvenuta in futuro in altre isole dell’arcipelago, ma l’Elba è il luogo della sua prima scoperta.

Embia delle isole Embia insularum n. sp.
La nuova specie, trovata a Porto Azzurro nell’Isola d’Elba, potrebbe ragionevolmente essere ritrovata in futuro in altre isole dell’Arcipelago Toscano e quindi potrebbe essere più prudente denominarla Embia dell’Arcipelago Toscano. Nella lingua latina classica il termine arcipelago deriva dalla lingua greca mentre in latino è stato adottato solo molto recentemente. Il nome scientifico che si propone è quindi Embia delle isole e cioè Embia insularum.

Embia della biodiversità Embia biodiversitatis n. sp.
Biodiversità significa diversità biologica, cioè la diversità degli organismi a livello di specie, di individui, di geni, di interazioni e processi ecologici tra esse ed a livello di ecosistemi. La parola biodiversità non esiste nel latino classico ma il latino non è, come si crede, una lingua del tutto morta. Il concetto di biodiversità, che è stato inserito nella Costituzione della Repubblica Italiana l’8 febbraio 2022 (articoli 9 e 41), ha trovato in latino la sua versione: biodiversitas. Dedicare la nuova specie elbana alla biodiversità vorrebbe celebrare l’introduzione di questo fondamentale concetto nella Costituzione della Repubblica Italiana ed allo stesso tempo mettere in luce come il Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano sia uno straordinario scrigno di biodiversità.

7 risposte a “Una nuova specie di insetto scoperta all’isola d’Elba

  1. Alessandra Rispondi

    Voto Embia biodiversitatis perché biodiversità è un termine molto attuale e il ritrovamento di una nuova specie proprio all’isola d’Elba , che non è un isolotto dimenticato in mezzo al mare anzi è un’isola antropizzata e frequentata sin dagli albori dall’umanità è un segno di speranza oltre che di responsabilità per tutti, grazie

    18 Dicembre 2023 alle 21:05

  2. Isora Caprai Rispondi

    Opto per Embia Ilvana mi sembra più specifico e appropriato .

    8 Dicembre 2023 alle 9:58

  3. Daniele Rispondi

    Embia sinneri n. sp. in onore di Sinner che ha portato la coppa Davis in Italia dopo quasi 50 anni. Mi sembra che in questo modo si renda più visibilità alla scoperta al di fuori dei soliti circuiti specialistici.

    7 Dicembre 2023 alle 18:55

  4. Silvia Rizzi Rispondi

    Lo sai, vero, Franco Rizzo, che gli alberi “potati” in questo modo diventano più fragili e quindi crollano più facilmente?
    E lo sai, vero che qualsiasi animale, Embia compresa, contribuisce alla biodiversità?
    E penso che saprai che noi esseri umani senza il mondo vegetale non potremmo sopravvivere…
    E allora perché non dovrei preoccuparmi per la Natura visto che noi, gli animali e i vegetali siamo tutti esseri viventi che abitano lo stesso Pianeta?
    A 80 anni non posso certo lavorare di pala e piccone, ma ti assicuro che nella mia vita ho lavorato abbastanza!

    5 Dicembre 2023 alle 20:31

    • Franco Rizzo Rispondi

      Allora se lei ha 80 anni e spero ma ci credo poco sia dell’ Elba…. Si ricorderà da piccolina che l’ Elba aveva veramente pochi alberi, tutto coltivato a terrazzamenti, senza questo stato di abbandono e senza animaletti… Poi si ricorderà pure che gli eucalipto e i pini venivano regalati dalla forestale e hanno fatto altro che male andando ad infestare l isola… Sa che gli eucalipto venivano messi nelle paludi per prosciugare!?? Quindi vista la situazione acqua andrebbero no potati ma eliminati completamente…e magari i parassiti eliminati… Parlo anche di dipendenti… Pagati da chi lavora x non fare niente…

      5 Dicembre 2023 alle 22:39

  5. Silvia Rizzi Rispondi

    Mi piace Embia ilvana. Sono molto contenta di questa nuova scoperta , spero che questo animaletto abbia vita più facile dei 2 eucalipti scapitozzati brutalmente ieri e oggi a Pomonte. l’Embia ilvana mi toglie un po’ di tristezza…

    5 Dicembre 2023 alle 14:48

    • Franco Rizzo Rispondi

      Ma un po’ di pala e piccone giornaliera x stancarvi un po’ così non pensate a queste cose fra l animaletto e gli eucalipti…no?

      5 Dicembre 2023 alle 17:19

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