Inizia anche all’Elba raccolta di firme per Salario Minimo

di  Partito della Rifondazione Comunista - Circolo Isola D’Elba

Inizia anche all’Elba la raccolta di firme per il Salario Minimo.

Si tratta della proposta di legge di iniziativa popolare promossa da Rifondazione Comunista e Unione Popolare per un salario minimo garantito di 10 euro l’ora.

I primi banchetti dove poter firmare (portando con sé un documento di identità) saranno a Porto Azzurro la mattina di sabato 14 ottobre presso il mercato settimanale e a Portoferraio la mattina di venerdì 20 ottobre sempre presso il mercato all’angolo tra Viale Elba e Via Buozzi.

L’introduzione del Salario Minimo, che esiste in quasi tutti i paesi europei, anche in Italia è ormai non più rinviabile. Negli ultimi 30 anni i salari medi italiani sono diminuiti del 3% mentre in altri paesi europei sono aumentati del 30, 40 e 50%. Negli anni centinaia di miliardi sono stati trasferiti ai profitti attraverso rinnovi contrattuali a perdere, spesso bloccati per anni, e dall’uso del fisco contro lavoratori dipendenti e pensionati a favore dei profitti e delle rendite.

Ad avere salari indegni di un paese civile non sono solo i lavoratori privati illegalmente di un contratto e nemmeno solo i milioni di dipendenti costretti a subire contratti pirata firmati da sindacati padronali; ad avere salari vergognosi sono anche lavoratori con contratti firmati dai principali sindacati nazionali.

Per questo e a causa della dilagante precarietà oggi In Italia un lavoratore e una lavoratrice su 4, spesso giovani e donne, sono poveri e un terzo dei lavoratori guadagna meno di 1000 euro al mese.

Tutto ciò è aggravato dall’aumento drammatico del carovita provocato da guerra, sanzioni, speculazione e iniquo rialzo dei tassi da parte della Bce che colpisce tutti i salari riducendone ancora il potere d’acquisto di più del 10%.

Resta così disapplicato l’articolo 36 della Costituzione che prevede che “Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa”.

La proposta di legge di iniziativa popolare prevede l’istituzione di un salario minimo legale di 10 euro l’ora indicizzato all’inflazione al di sotto del quale non può andare nessuno stipendio o salario.

 

 

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