Non è possibile che il territorio sia non vocato al cinghiale

di Associazione Gabbie Vuote ODV

Poichè la proposta della Giunta Regionale Toscana di eradicazione del cinghiale dall’Isola d’Elba, andrà in Consiglio per la definitiva approvazione, vi chiediamo di documentarvi attentamente su chi siano i cinghiali, l’habitat, la protezione degli ecosistemi, nonchè su quanto diversi siano i pareri di quella maggioranza di cittadini che aborre la caccia, la strage di animali innocenti, la brutalità umana sugli indifesi.

A maggio scorso è nato il Comitato Eradicazione Cinghiali Isola d’Elba e, come cittadini senza interessi economici da difendere ma solo scienza e coscienza, vogliamo esporre le nostre considerazioni.

Gli eradicatori parlano del cinghiale come di specie alloctona e hanno ragione. Nel passato, alle soglie dell’estinzione del cinghiale maremmano, i cacciatori coadiuvati dai politici amministratori, hanno importato il cinghiale del centro est Europa, come sappiamo più grande, più prolifico, più confidente e poi lo hanno anche ibridato con i maiali facendolo diventare un animale “domestico”.

Fino a pochi anni fa le continue immissioni, i foraggiamenti intensivi, incrementavano le popolazioni per l’interesse dei cacciatori ma ora la legge 28 dicembre 2015 n. 221 ha finalmente vietato all’art.7, comma 1 e 2, sia il ripopolamento di cinghiali che il loro foraggiamento. Questa legge è arrivata tardi, troppo tardi ma, viene rispettata?
Nel Forestale del 2009 si legge: “Nel caso del cinghiale la falla è rappresentata dai ripopolamenti che ancora oggi vengono fatti annualmente a ritmo di decine di migliaia di capi. Inutile pensare di risolvere il problema del sovrannumero dei cinghiali se prima non si tappa la falla arrestando questo fiume di esemplari liberati ogni anno dalle strutture pubbliche e private per alimentare una crescente domanda venatoria. Se da domani non si liberassero più cinghiali il problema si ridimensionerebbe in poco tempo poiché anche i cinghiali subiscono l’effetto limitante di alcuni fattori ambientali. Il cinghiale è una specie a selezione r (la popolazione cresce e colonizza rapidamente l’ambiente fino a raggiungere un picco che dipende, naturalmente, dalla capacità portante dell’ambiente) in cui il ciclo riproduttivo prevede in condizioni normali un solo parto annuale”.

E’ senz’altro credibile che nell’Isola d’Elba i cinghiali siano stati introdotti per motivi venatori così com’è successo in tanti altri luoghi d’Italia e in altri numerosi Paesi europei dove introduzione ed estinzione si sono avvicendate nei millenni: Europa, Asia, Africa, America…. Ma ciò non significa che con uno schiocco di dita i cinghiali dall’Elba debbano sparire

Se nell’Isola d’Elba l’ultimo cinghiale è stato abbattuto nel 1802, come dicono i signori dell’eradicazione, significa che i cinghiali abitavano l’Elba e quindi non è possibile dichiarare il territorio dell’isola “non vocato al cinghiale”.

Ma chi è il cinghiale?

Per chi non lo sapesse e tantissimi non lo sanno, con le parole del Prof. Franco Nobile, medico, docente e cacciatore, medaglia d’oro al valore della Sanità conferitagli dal Presidente della Repubblica Ciampi, autore del volume “Il cinghiale”:

“Vita ed abitudini di questo ungulato, nonostante la sua ampia diffusione nel nostro Paese, rimangono in gran parte sconosciute. La maggior parte dei cacciatori del cinghiale, ad esempio, conserva di esso solo l’immagine di un batuffolone di setole lanciato come un missile attraverso le poste per evitare più danni possibile. Le principali caratteristiche del cinghiale sono la socialità, la vita notturna, la predilezione per la macchia folta, l’erratismo ed il desiderio di tranquillità”. Ancora: “Il genere Sus e la specie scrofa attualmente presente in Italia è la risultante degli incroci della sottospecie maremmana autoctona con i grossi e prolifici cinghiali centro europei e con i maiali domestici, dei quali il nostro ungulato è il cugino selvatico”. Ancora: “Nomade ed amante del quieto viver, la sua presenza è incompatibile con un sovraffollamento umano”. Ancora: “L’attaccamento della madre ai figli è notevole. Essa non esita ad affrontare qualsiasi avversario”. Ancora: “Le principali caratteristiche del cinghiale sono la socialità, la vita notturna, la predilezione per la macchia folta, l’erratismo ed il desiderio di tranquillità”. Ancora: “Come tutti gli animali, il cinghiale attacca solo quando non può difendersi fuggendo” Ancora: “In ogni tempo e in ogni paese, il cinghiale è stato reputato tra gli animali selvatici più intelligenti”. Ancora: “Non è mai stato riferito che i cinghiali si allarmino con persone inoffensive, come gitanti, cercatori di funghi o boscaioli. Anzi il cinghiale non teme le persone che parlano normalmente o addirittura che urlano. Il coraggio del cinghiale è leggendario quanto la sua intelligenza. Se non è provocato o ferito il cinghiale non aggredisce l’uomo”. Ancora: “Il cinghiale si presta ad essere addomesticato sin da piccolo, allevandolo con un biberon. Si affeziona facilmente all’uomo e con la sua intelligenza è in grado di imparare come o forse più di un animale domestico. Convive senza paura o ribellione con cani e gatti e senza prepotenze al momento del rancio”.

Quindi, se ci accolliamo intellettualmente e moralmente questi concetti, con quale animo inforchiamo il fucile e lo uccidiamo?
Perchè deve pagare un innocente per i misfatti di noi umani? Siamo intelligenti, siamo tecnologicamente avanzati, non possiamo trovare un metodo indolore per limitare le popolazioni di questi cinghiali introdotti, per trasformare quella parte dell’ambiente depauperato, in boschi di querce per accoglierli, non possiamo accettare la legge biologica della capacità portante che regola le popolazioni di fauna selvatica? Fra l’altro, il tasso di mortalità dei porchetti è piuttosto elevato: nei primi otto mesi di vita può raggiungere il 30-40%.

Sappiamo che la caccia è inutile per contenere le popolazioni, tanto meno regolarle ma, ancor peggio, è controproducente e non perchè lo dichiarano gli eradicatori e le associazioni ambientaliste e animaliste, ma perchè lo hanno accertato scientificamente illustri ricercatori e scienziati come Norbert Happ, studioso e cacciatore tedesco: “L’aumentata riproduzione è causata dall’uomo…Relazioni sociali disordinate con estri non coordinati e moltiplicazione incontrollata sono da imputare esclusivamente all’esercizio della caccia”.

Nella proposta della Giunta si ammette ogni forma di ammazzamento: trappole, caccia di selezione, braccata (nonostante nel tempo, in Parlamento, sia stata richiesta l’eliminazione di questa forma di caccia spregevole, barbara, che manda alla morte decine di cani infilzati dalle zanne del cinghiale e che produce ai cinghiali, prima di morire, terrore e angoscia indicibili.). Tutto ciò non ci meraviglia in quanto non è mai mancato l’inchino ai cacciatori da parte dell’assessorato regionale, il loro interesse e quello degli armieri è risultato più proficuo rispetto a quello dell’80% dei cittadini contrari alla caccia.

Ma, molti risponderebbero: sono animali! Sì, sono animali, ma sentono come noi, soffrono come noi….l’art. 13 del Trattato di Lisbona li dichiara esseri senzienti, la Dichiarazione di Cambridge esseri con coscienza, il nuovo articolo 9 della Costituzione italiana ne promuove la tutela. Senza considerare che, da sempre, l’uomo dominatore vuol far pagare ai più deboli le proprie colpe. Comodo, facile ma ignobile.

Noi protestiamo per tutte le politiche violente, per l’incapacità di empatia, per l’irresponsabilità e le colpe passate e presenti che governanti, gruppi di interesse, cacciatori, armieri…..sostengono e praticano sempre e solo per il proprio, ottuso, interesse e non per una reale visione di equilibrio della biodiversità basato sulla legge biologica della capacità portante, per il rispetto della Natura da cui dipendiamo in un Pianeta meraviglioso portato alla distruzione tanto da chiamare il periodo in cui stiamo vivendo: Antropocene.

L’ex Ministro Sergio Costa durante il suo governo, aveva suggerito, fra l’altro:

– l’utilizzo di trap boarbusters (già impiegate negli USA), trappole a recinto telecomandate che catturano i cinghiali in modo non cruento;

– somministrazione dei vaccini immuno contraccettivi tramite dardi con utilizzo di fucili speciali che ne iniettano la dose. Tali vaccini non hanno controindicazioni per il cinghiale, altri animali e l’essere umano e durano fino a 6 anni. Dove sperimentata questa tecnica (negli USA) ha dimostrato che, in modo non cruento, non pericoloso e poco invasivo verso gli altri animali, ha ridotto l’incidenza dei cinghiali di non meno del 60% con punte anche dell’80%.

Noi speriamo di cinvolgervi nella nostra visione di approccio non violento per risolvere tutti quei problemi che noi umani abbiamo sollevato nei confrontid della natura e degli animali. Speriamo che il nostro sguardo sul pianeta ci inserisca nella vita come anello della catena, più sviluppato, più responsabile, ma anello. Possiamo farlo. L’esempio lo dà il nostro rapporto con le api, insetti che finora non abbiamo assolutamente considerato ma che, visto il cambiamento climatico in corso, ora guardiamo con occhi nuovi e lavoriamo per proteggerle. Facciamolo anche con i cinghiali, con….gli altri esseri viventi. Risolviamo i problemi con l’intelligenza che ci compete e cerchiamo di vedere la meraviglia che questo pianeta ci offre in ogni sua più piccola e grande creatura.

Suggeriamo, per maggiore informazione, di leggere la relazione https://gabbievuote.it/caccia-al-cinghiale—relazione.html dove ogni aspetto pratico della caccia al cinghiale è stato esaminato attraverso documenti, esperienze e non opinioni.

Speriamo in una riflessione che si sollevi da terra e guardi l’orizzonte a 360 gradi e quidi rifiuti la crudeltà di un’eradiczione, aspetto sanguinario dell’essere umano che non vorremmo mai si manifestasse.

4 risposte a “Non è possibile che il territorio sia non vocato al cinghiale

  1. Fabrizio Rispondi

    Ho incontrato un cinghiale che mi ha seguito per diversi metri. Li per li mi sono impaurito poi ho capito dal suo aspetto bonario che fiutava il panino nello zaino. Gli ho fatto qualche versaccio ma…nulla…poi ho allungato il passo e lui ha desistito. Credo che in molti episodi raccontati di incontri con i cinghiali prevalga la paura.

    18 Luglio 2022 alle 10:14

  2. Laura Rispondi

    Qui all Elba non si vive più con questi enormi cinghiali che distruggono orti, piante, antichi muretti a secco, provocano terribili incidenti sulle strade, soprattutto ai ciclisti, scendono in paese e sventrano tutto, aggrediscono i nostri cani e molto spesso li squartano. Siamo spaventati di portare a spasso i cani al tramonto…. Ma vogliamo scherzare ? Proteggiamoci noi

    17 Luglio 2022 alle 14:54

  3. Alessandra Galvani Rispondi

    Il che sta a dimostrare, ancora una volta, che la superficialità e la non conoscenza, imperino.

    17 Luglio 2022 alle 14:25

  4. Celeste Rispondi

    Ma sul serio?? Vi siete mai trovati a faccia a faccia con un cinghiale? Avete degli orti ai quali dedicate cura e amore devastati dai cinghiali? Avete un figlio che va in bicicletta e viene rincorso da codesto mostro? Non tutti gli episodi vanno a finire sui giornali, ma so per esperienza “vissuta” cosa significa sentirsi minacciati andando semplicemente a raccogliere funghi. Ma vogliamo scherzare a difendere un animale che porta solo danno e incidenti? Elba è troppo piccola per ospitare questo tipo di abitante. Sono anni che se ne parla senza venirne a capo, e certamente non ci servono campagne di protezione per i cinghiali. Datevi da fare altrettanto per le tartarughe

    16 Luglio 2022 alle 18:16

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Articoli correlati

Un Museo a cielo aperto della tradizione mineraria elbana

Al via il prossimo 2 aprile la mostra permanente che celebra le radici minerarie elbane

Una guida cartacea dedicata alla Grande Traversata Elbana

Nelle librerie l'opera di Francesco Stea e Michele Cervellino, in versione trekking e bike

Assemblea Consultiva della Riserva Biosfera Isole Toscane

Crea valore dall’equilibrio fra le attività umane e la natura, forma relazioni virtuose