PARTE PRIMA
Nel 1710 Attilio Samuelli a Portoferraio con un archibugio attenta alla vita di un sergente del presidio .Per sfuggire alla cattura si rifugia in chiesa .Mentre è qui rifugiato , con sentenza del tribunale, è condannato in contumacia alla pena di morte. Dopo due anni ,nel 1712,non potendo più i suoi familiari mantenerlo a vivere rifugiato dentro la chiesa , supplica la clemenza del granduca per avere la grazia della vita .Termina la sua supplica con la frase “Quam Deus”.E’ questa una locuzione che chiude ogni supplica di grazia al serenissimo signore e padrone.In questo contesto (richiesta di grazia di vita) con tale locuzione in latino il supplicante sembra dire “chi è come Dio ?” e ricordare così allo stesso granduca che deve prendere una risoluzione in merito alla sua vita che solo Dio può giudicare di vita e di morte.
Dopo la supplica Anton Francesco Montauti , dalla segreteria di guerra in Firenze ,ordina al governatore di Portoferraio di informare sulla vicenda.
Questa la supplica integralmente trascritta:
“Altezza Reale
Attilio Samuelli di Chiusi Servo e Suddito di Vostra Altezza Reale riverentemente gli espone come la sera del 22 maggio 1710 ( )nella Piazza di Portoferraio strinse un fucile verso il sergente senza però ne seguisse lo sparo o altro male onde per questo attentato e per susseguente supposto attentato di fuga fu l’Oratore in sua Contumacia condannato alla morte e perché il medesimo è povero Gentiluomo e non ha potuto soggiacere ad una dispendiosa difesa, la sentenza è già passata in giudizio ,né potendo la sua Casa e i suoi somministrargli più soccorrimento nella Chiesa di Portoferraio dove il medesimo è rifugiato ; genuflesso pertanto
Supplica la Clemenza di Vostra Altezza Reale di fargli grazia della vita. Quam Deus
Il Governatore di Portoferraio informi
Anton Francesco Montauti li 8 ottobre 1717”
FOTO 1
(FILZA “ Suppliche 1600-1730”C5. Carta senza numero di pagina .Carteggio del governatore .Archivio preunitario del comune di Portoferraio.Archivio del governo di Portoferraio 1553-1799.Archivio storico comune di Portoferraio)
Girolamo Niccolini,governatore militare e civile di Portoferraio , risponde all’ordine di informare scrivendo che il supplicante non solo è stato condannato in contumacia per attentato e sparo al sergente del presidio ma anche con susseguente sentenza del 1711 alla pena della forca con squarto e confisca dei beni , al pagamento di cinquanta scudi per furto di archibugio con obbligo alla restituzione di detta arma.
Rifugiato in chiesa qui vive .La famiglia è povera enon può più continuare a mantenerlo dentro la chiesa né sostenere le spese di una dispendiosa difesa.
Il governatore scrive che avendo il supplicante sorelle nubili queste sarebbero sottoposte al disonore della condanna del fratello ( non trovare marito) e sarebbe opportuno che la clemenza sovrana concedesse la grazia di esaudire il supplicante esiliandolo da tutti gli stati.
Dopo tali informazioni questa è la risoluzione sovrana: la vita è graziata , permane la pena della confisca dei beni e il resto delle pene è permutato alla detenzione, a beneplacito del granduca, nel carcere di Portoferraio pena la reincidenza se tale ordini non vengono osservati .
La carta di archivio riguardante la informativa del governatore Niccolini è sotto integralmente trascritta con la risoluzione del granduca alla supplica di grazia :
“Altezza Reale
Il Supplicante per attentato e sparo contro il Sergente Antonio () fu in contumacia per sentenza di questo Giudice il dì primo agosto 1710 , condannato alla morte.Per altra sentenza de 4 agosto 1711 fu condannato in pena di forca e squarto e confiscazione di beni per sparo di archibugio contro la pattuglia ,per furto di archibugio e ( ) in scudi cinquanta arbitrariamente et alla restituzione di dette armi ( ) e per insulto e delazione di Terzette in scudi ducento et alla galera a beneplacito di Vostra Altezza Reale.
Presentemente sul reflesso di essere povero gentiluomo non aver potuto soggiacere ai dispendi della difesa e per l’impotenza dei suoi e della propria casa a somministrargli il mantenimento nella Chiesa ove vive refugiato , Supplica la Reale Altezza Vostra di graziarlo delle vita ,poiché presente che detto Oratore abbia più sorelle nubili ad effetto di riparare al pregiudizio delle suddette pene incorse per ( ) crederei che l’Altezza Vostra Reale per atto della Sua Somma Clemenza concedesse ad esaudirlo esiliandolo da tutti i suoi felicissimi stati ( ) attendo le Regie Sue resoluzioni ,umilmente bacio l’estremità della Real Mano
Dell’Altezza Reale Vostra
Portoferraio 19 ottobre 1712
Umilissimo Servitore e Suddito
Girolamo Niccolini
Quanto alla confiscazione agll’ordini nel resto permutansi tutte le dette pene nella Carcere di Portoferraio a beneplacito di Sua Altezza Reale pena la reincidenza non osservando
Anton Francesco Montauti 11 novembre 1712 “
FOTO 2
(FILZA. Idem come sopra)
MARCELLO CAMICI
FOTO 1
(1712.Attilio Samuelli .Supplica al Granduca per l grazia dalla pena di morte per forca con squarto e confisca dei beni)
FOTO 2
(1712. Informativa del governatore Girolamo Niccolini e risoluzione del Granduca)




