A proposito del libro “Contro la morte”, la recensione

di Fr. Campo ( Siena)

Mi è capitato ora tra le mani, a quasi un anno dalla pubblicazione, il volume “Contro la morte. Medium e spiritiste italiane tra Ottocento e Novecento” (Yume) dell’elbano Angelo Airò Farulla, un libro che forse con il tempo non mancherà di suscitare un certo interesse tra gli studiosi o tra gli appassionati dei contatti con l’aldilà.

Airò Farulla, poeta e romanziere sui generis, ha già scritto di spiritismo in riviste e prefazioni a volumi. Ha tradotto opere di Helena Blavatsky, Cora Richmond e Harry Houdini. Sua è la prima traduzione italiana, in forma ridotta, della “Storia dello Spiritismo” di Arthur Conan Doyle (Venexia, 2023).

Lo spiritismo è oggi per molti soltanto un termine associato a vaghe suggestioni orrorifiche di evocazioni e possessioni demoniache e pochi hanno consapevolezza di quanto ampia sia stata un tempo la sua portata e la sua influenza tra gli intellettuali e gli artisti, come tra la gente comune, ma soprattutto di quanto lo spiritismo sia stato portatore e promotore di istanze democratiche di rinnovamento sociale, specie negli Stati Uniti, in particolare nell’area della Nuova Inghilterra.

Airò Farulla sottolinea a questo proposito l’anno di nascita di questo “movimento” che «non è un sistema, non è una setta, non è una religione»: il 1848, data “rivoluzionaria” nella quale fu pubblicato il Manifesto del Partito Comunista, nella quale fu compiuta la “Disobbedienza civile” di H. D. Thoreau, nella quale «venne redatta e firmata […] su un tavolo che era stato appena utilizzato per consultare gli spiriti […] la Declaration of sentiments, considerata il testo fondativo del movimento d’emancipazione femminile negli Stati Uniti».

Ricordando come tutto nacque dalle due sorelle Fox, il volume mette in luce, in particolar modo nell’introduzione, il legame che c’è stato tra spiritismo e dimensione femminile; un aspetto, questo, già indagato per il contesto statunitense e inglese, rispettivamente dai libri di Ann Braude (“Radical spirits”) e di Alex Owen (“The darkened room”), ma mai fino ad oggi per quello italiano.

C’è da dire, però, che in questo libro la trattazione saggistica e l’analisi finiscono presto. Con fare da gnostico, Airò Farulla indica sin da subito la sfera del sociale come appartenente al regno del Principe di questo mondo (riconoscendo il debito nei confronti della Weil). In qualche modo sembra egli stesso volersi sganciare, quasi rinnegando velatamente i motivi che lo hanno spinto a escludere dalla trattazione i medium di sesso maschile attivi in Italia nello stesso arco di tempo. La scelta è «strumentale» (e ciò viene detto chiaramente) eppure non arbitraria o strumentalizzante, certamente non associabile a tutto ciò che oggigiorno vuole piegare per moda ogni cosa alle questioni di genere.

Così, le figure ritratte nelle quattrocento pagine del volume interessano all’autore soprattutto per essere «persone attualmente defunte che, per un periodo della loro vita, ebbero come principale attività il conversare coi morti». Nella «galleria di ritratti» proposti troviamo la romana Lucia Sordi, che causò lo sconcerto dei ricercatori metapsichici per aver infilato la testa tra le strette sbarre del cancello che chiudeva il gabinetto medianico; l’eccentrica Linda Gazzera che nel segreto dei salotti torinesi manifestò strane forme di trapassati e poi sparì in Brasile; l’attrice napoletana Olimpia de Simone; Angela Santoliquido, prima direttrice, dopo Maria Montessori, della Casa dei Bambini di Roma, autrice di un suggestivo diario sulle sue esperienze e sensazioni medianiche; Maurina Malinverni, attivista dell’antivivisezionismo; la misteriosa triestina Matilde Furlani, traduttrice di Allan Kardec, fondatore dello spiritismo europeo.

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