Ungulati: “No a fughe in avanti e protagonismi inopportuni “

"La crisi amministrativa del Parco Nazionale ostacola misure urgenti necessarie"

L’emergenza cinghiali sull’Isola d’Elba, acuita da recenti incidenti mortali, ha generato un proliferare di comitati e raccolte firme. Questo attivismo, pur segnale di una crescente attenzione, tende a sottovalutare il lavoro decennale di associazioni che ha portato la Regione a revocare la qualifica di area vocata per il cinghiale. I Comuni hanno abbandonato la loro obsoleta alleanza con le associazioni venatorie, tradizionalmente contrarie all’eradicazione, mentre il Parco Nazionale ha approvato linee guida e un progetto volto a ridurre drasticamente – fino all’eliminazione – le popolazioni di cinghiali e mufloni, introdotte sull’isola a fini venatori e ornamentali. Queste specie hanno devastato la biodiversità autoctona, danneggiato gravemente l’agricoltura e generato un’urgenza anche sotto il profilo dell’ordine pubblico e della sicurezza. Alcune forze politiche, che con le loro posizioni filo-venatorie portano responsabilità nella genesi di questa crisi, tentano ora di sfruttare il malcontento popolare, generando confusione tra gli elettori e i cittadini elbani. L’atteggiamento attendista della Vicepresidente e Assessora Regionale all’Agricoltura e alla Caccia rallenta gli interventi proposti dal Parco Nazionale, sostenuti dalla Comunità del Parco. I ministeri dell’Ambiente e dell’Agricoltura, così come il governo Meloni, risultano assenti da un dibattito che richiederebbe invece il loro pieno coinvolgimento, anche sul piano economico, nonostante le ripetute sollecitazioni di associazioni ambientaliste e forze politiche. Le posizioni dell’esecutivo, condizionate da istanze venatorie estreme, sarebbero disastrose se applicate al contesto dell’Elba. Il Commissario e Presidente in pectore del Parco Nazionale, Matteo Arcenni, sindaco di Terricciola, ha dimostrato scarsa competenza evocando, in un’intervista, una “caccia al cinghiale sostenibile”: una proposta incoerente con la gravità della situazione. L’eccessiva proliferazione di cinghiali e mufloni ha ormai superato la capacità di carico dell’ecosistema elbano, rendendo indifferibili interventi basati su evidenze scientifiche e sostenuti da istituzioni competenti. La crisi amministrativa che affligge il Parco Nazionale ostacola l’attuazione delle misure urgenti necessarie. La questione deve diventare centrale nel dibattito politico-ambientale, e non restare confinata a riunioni emergenziali in Prefettura. Ogni istituzione – Ministero dell’Ambiente, Regione, Parco Nazionale, Comuni – deve assumersi pienamente le proprie responsabilità. È necessario aprire un dibattito pubblico, sul modello del débat public francese, che coinvolga tutte le parti, incluse le associazioni animaliste, per esprimere posizioni e avanzare proposte. L’obiettivo deve essere l’adozione, in tempi rapidi e certi, di una strategia fondata sul piano scientifico dell’ISPRA. Ogni attore dovrà contribuire con lealtà, mentre le istituzioni dovranno garantire risorse finanziarie e strumenti operativi per l’attuazione del progetto e il raggiungimento degli obiettivi prefissati. La situazione richiede decisioni immediate. Fughe in avanti, strumentalizzazioni politiche, protagonismi inopportuni o la diffusione di informazioni distorte, spacciate per verità, non sono più tollerabili.

COMITATO ERADICAZIONE CINGHIALI – Isola d’Elba

Una risposta a “Ungulati: “No a fughe in avanti e protagonismi inopportuni “

  1. marco Rispondi

    Sono quasi 30 anni che il Parco gestisce gli ungulati e i risultati sono questi.
    Prima del Parco nessun problema .

    3 Agosto 2025 alle 8:21

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