Portoferraio 1584: la chiesa suburbana di San Rocco

di Marcello Camici

La chiesa di san Rocco è chiamata suburbana o anche rurale perché costruita  fuori delle porte della città di Portoferraio e perchè  in aperta campagna. La sua nascita è legata alla pandemia della peste. Aveva  in origine una struttura diversa da quella odierna che oggi osserviamo salendo su per la salita al lato presidio ospedaliero pubblico .

Scrive Vincenzo Coresi del Bruno,  governatore di Portoferraio nel 1729   “….ha una loggia sul lato davanti per maggior comodo e sul dietro a questa verso il monte un Cimitero serrato da muro ove si sotterrano i morti o in contumacia o da non portarsi in piazza “. (Cfr pg 201 di “Zibaldone di memorie” Vincenzo Coresi dela Bruno ,Manoscritto conservato in biblioteca marucelliana a Firenze1729).

La chiesa è ben visibile come si trova nel 1697  nel particolare del disegno  della “Veduta di Portoferraio dalla parte di terra verso ponente”.Passata di  poco la  porta del Ponticello si dirama la strada principale dell’Elba, chiamata   strada maestra,e sopra una piccola altura è visibile  la chiesa di San Rocco  in piena campagna con davanti la loggia coperta.

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Ancora oggi  la chiesa è suburbana, cioè fuori delle porte,ma  non ha  la loggia coperta sul davanti  e con lo sviluppo urbanistico  avvenuto nei corso dei secoli non si può più dire che è  rurale,in   aperta campagna. Dal 1804 la confraternita della misericordia cura la custodia e le ufficiature:lo ricorda lo stemma della reverenda confraternita affisso sulla porta di ingresso .

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Rocco  nato a  Montpellier intorno al 1345 e morto intorno al 1379 ,diviene  Santo nel culto della chiesa cattolica ,e anche protettore contro la peste:” tu eris in peste patronus”(antico responsorio).Si dedica  alla cura dei malati contagiati da peste , contagiato si ammala ma sopravvive grazie all’aiuto divino di un angelo e di un cane l’unico che gli fa compagnia e  che gli procura cibo.In un bel dipinto  del seicento di Carlo Saraceni tutto questo è raffigurato

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Si chiede la sua protezione quando in tutta l’Europa   la “peste nera” è diffusa in forma pandemica a partire dal trecento  .Di pari passo col diffondersi della peste anche il culto di San Rocco si diffonde . Non si sottrae  l’Elba e in particolare Portoferraio quando nella seconda metà dei cinquecento ,poco dopo la fondazione ,la peste imperversa .E’ stato per tale motivo il primo patrono santo protettore  della città sostituito poi  nel 1763 da San Cristino.

Nel 1791 Sebastiano Lambardi scrive “….poco distante dalla strada maestra in una piccola collina fu fabbricato altra cappella in onore di San Rocco e per comodo del Lazzeretto che sta a dirimpetto ,in altro piccolo monte adiacente all’insenata del porto verso ponente,La detta cappella  fu fatta pure da molte persone divote con l’ ajuto  del Granduca.Ha una loggia sola coperta  davanti per maggior comodo e dietro questa verso il monte vi è un Cemeterio muragliato d’intorno col suo cancello davanti dove si sotterravano i morti in contumacia  e i condannati a morte  e i giustiziati fuori dalle mura della città  ed altri cadaveri da non essere introdotti nella piazza”

(Cfr. pg. 139 di “Memorie antiche e moderne dell’isola dell’Elba” Seabastiano Lambardi 1791, Ristampa  fotomeccanica Forni editore Bologna 1966)

Scrive  nel 1834 Giuseppe Ninci “…egualmente con elemosine di varie devote persone come era avvenuta nell’erezione della Cappelletta dell’Annunziata si diede principio ad una piccola Cappella nel 1584 poco fuori delle mura di Portoferraio .La nuova fabbrica peraltro venne sospesa al tempo stesso che ebbe cominciamento  né vi si ripose mano che nel 1592….Tale nuova Fabbrica venne ordinata con presa regia dal Granduca Ferdinando  dando a ciò motivo l’esser giunte nel porto avvisato il 5 giugno di detto anno le galere granducali infeste di peste .La nuova Cappella si dedicò a Dio  in onore del confessore San Rocco  che eletto venne in protezione di Portoferraio come quegli che intercesso ed ottenuto dal sommo Dio la liberazione dall’enunciato flagello  cominciatosi dalle Galere  in quella terra .Nè tanto si elesse in protettore di Portoferraio  ma fu stabilito inoltre che il giorno sedici agosto di ogni anno venisse riguardato come intierarmente festività, annuendo S.A.S. il Granduca  e monsignore Achille Sergardi vescovo in quel tempo di Massa e Populonia .E siccome per gratitudine dell’avvisata liberazione il popolo portoferraiese aveva fatto voto di solennizzare ancora nel 20 gennaio la festa di San Sebastiano martire  così  ogni anno in quel giorno portavasi processionalmente alla Cappella suburbana di san Rocco il Clero col Magistrato Comunitativo in gran costume unitamente al popolo”

(Cfr carta 10 e 11 “ Notizie compendiate delle chiese,oratori,cappelle di Portoferraio sia in città che nelle campagne sootoposte raccolte e registrate da Giuseppe Ninci nell’anno 1834 e passatane copia al Corpus Domini di detta Città nel 1835”.Manoscritto conservato nella chiesa del SS. Sacramento in Portoferraio)

Nel 1592 San Rocco è dunque eletto patrono e santo protettore di Portoferraio dichiarando festivo il giorno 16 agosto, giorno  a lui dedicato. Poi anche la processione solenne dei devoti fedeli  verso la chiesa del santo fuori le mura   nel giorno 20 gennaio ,giorno questo dedicato a San Sebastiano . Ancora  lo stesso Ninci  fa sapere che tale processione  è iniziata   nel 1691  essendo stata istituita per volere dei fratelli della confraternita del Corpus Domini perché San Sebastiano insieme a San Rocco sono santi protettori  contro le malattie contagiose.

La fondazione della cappella suburbana avviene  dunque per  chiara ed esplicita volontà popolare col  concorso di elemosine dei devoti fedeli ed  è legata al fatto che nel 1584 la peste  ha colpito l’Elba risparmiando Portoferraio .La fondazione del sacro tempio  è sospesa ma è  ripresa la costruzione nel 1592 e questa volta   col consenso ed aiuto  del terzo  granduca  di Toscana appartenente  alla famiglia de’ Medicei :Ferdinando primo (1549-1609),lasciando la tonaca cardinalizia,  salito al trono granducale nel 1587 dopo la morte del fratello  Francesco  I.Nel 1592   sono   giunte nel porto di Portoferraio  galere del granduca Ferdinando I con equipaggio affetto da peste. Le galere e molti altri bastimenti  si rifugiano a Portoferraio  perché il suo porto è ormai  diventato luogo dove si è soliti spedire bastimenti in quarantena  o al riparo sicuro se attaccati dai barbareschi.

E’ il  5 giugno 1592 quando arrivano nel porto di Portoferraio alcune galere del sacro  e militare ordine dei cavalieri di  S. Stefano provenienti dalla Francia tra i cui equipaggi era scoppiata la peste.L’ordine è stato da poco costituito (1562) fondato da Cosimo primo de’ Medici . Licurgo Cappelletti scrive “Tornavano le galere toscane dalle spiagge mediterranee dell’Africa ,dove sopra i turchi ed i barbareschi avevano fatto gran preda ; quando giunte che furono a Portoferraio il 5 giugno 1592 si manifestò a bordo la peste .La poca vigilanza della deputazione di sanità di quel posto e l’avanzarsi dei calori estivi diedero campo al morbo pestilenziale di passare nelle galere nella città .e da questa in un baleno,alle altre terre dell’isola.La strage che fece quella crudele malattia ,in particolare sui legni granducali ,fu orribile e precipitosa…”

(Cfr pg 276-277 di “ Storia della città e stato di Piombino dalle origini fino al 1814”Licurgo Cappelletti .Tipografia di Raff. Giusti.1897.Livorno)

La peste non si diffonde  tra la popolazione  che  ringrazia Dio per l’intervento di San Rocco. Così il santo riconosciuto in tante parti d’Italia e d’Europa protettore contro la “peste nera”diviene  il primo santo protettore patrono di Portoferraio   .E’  poi patrono santo protettore del solo  porto  e non più della intera città  perché  sostituito  in parte nella devozione popolare da San Cristino,divenuto il nuovo santo patrono protettore della città di Portoferraio.

In quell’anno 1592 , in cui si porta a compimento la erezione della cappella,  viene anche fondata la compagnia  di San Rocco :“ …Il padre Andrea Tucci guardiano del convento dei francescani in Portoferraio si fece a formare una Compagnia di tredici individui fra i principali di quella Terra ad imitazione di nostro Signore Gesù Cristo con gli apostoli ,col titolo di Compagnia di San Rocco .Vestiva cappa di tela rossa con immagine del santo   sulla spalla sinistra ,cingendo il cordone di San Francesco .Lo stemma del gonfalone da cui era preceduta mostrava da una parte l’effige di San Rocco dall’altra l’immagine di san Francesco .Tre sole volte l’anno andava in processione nel giorno cioè del Corpus Domini ,in quello di San Giovanni Battista  e in quello di San Rocco  sempre peraltro con cappuccio in faccia .Nessun notaro o chiunque attendesse  a cose criminali poteva essere ascritto in quella Compagnia …”

( Cfr, carta 10 e 11 .Nota  seconda  manoscritto Ninci .Idem come sopra)

Vicino alla chiesa di San Rocco è il cimitero dove sono  seppelliti i malati in contumacia, quelli di peste e anche  i condannati a morte giustiziati fuori dalle mura.

Dentro la chiesa ,nel centro del pavimento,una accanto all’altra,davanti all’unico altare, sono due tombe del seicento  appartenenti a giovani,morti di peste, patrizi e cavalieri del sacro ordine  militare di Santo Stefano militanti sulle galere granducali triremi  che a quel tempo difendevano il mare dai pirati barbareschi .Sono le tombe che contengono le ceneri del patrizio di Volterra Michelangelo Inghirami il cui padre Jacopo era ammiraglio di primissimo ordine della marina stefaniana e del conte Giovanbattista Ferretti di Ancona .Le epigrafi  lapidee marmoree scritte in latino ricordano che sono morti nel 1622 .Sono sormontate dallo stemma gentilizio delle famiglie e portano entrambe l’insegna della bandiera  della croce rossa in campo bianco del scaro ordine militare  dei cavalieri di S. Stefano.

“Giovanni Battista figlio del Conte Vincenzo Ferretti di Ancona mentre prestava servizio al Granduca di Toscana sulle triremi come Cavaliere di Santo Stefano e stava per compiere 18 anni di età ,morì durante il viaggio ed è sepolto nella chiesa di San Rocco di Portoferraio . Anno 1622”

(Epigrafe tradotta dal latino )

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Forse meno nota ma connessa alla narrazione della vicenda storica della chiesa di San Rocco è la vicenda  della pregevole scultura lignea colorata  del santo risalente al 1717 la quale  ancora oggi si può ammirare nel duomo di Portoferraio .E’ esposta alla devozione  ,riposta  in una nicchia nella parete della navata laterale in cornu epistulae.

 

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Perché e come questa scultura lignea sia nata è ancora Giuseppe Ninci che lo fa sapere :

“…Al tempo istesso che il governatore Niccolini dava prove non equivoche della sua devozione verso la gran madre di Dio la popolazione di Portoferraio mostrarsi non volle ingrata agli incessanti benefizi del Santo suo protettore San Rocco ordinandosi a tale effetto dalla cassa comune di detta città la scultura in legno di detto Santo per farne dono alla cappella extraurbana a Dio dedicata in onore e dal medesimo confessore prese sopra di se l’incarico Carlo Palombo in allora (1717) gonfaloniere commettendola a sua corrispondenza in Napoli .venne di fatto la statua del Santo che ancora si ammira nella chiesa parrocchiale alta braccia  ottantasei pel prezzo di pezze trenta da otto reali o Lire 172.10. E perché costasse dell’offerta che in nome della comunità e popolo di Portoferraio se ne faceva, fu consegnata al capitano Carlo Mazzei operaio in allora del Carmine passandosene pubblico istrumento sotto il dì 30 ottobre 1717 rogandosi dell’atto il notaro Antonio Brignole.Ricevutasi dal Mazzei la sacra Statua depositò la medesima nella cappella rurale di S Rocco per ivi custodirsi e venerarsi”

(Cfr  Ninci.Manoscritto idem come sopra )

Questa pregevole ed antica   scultura lignea  è colorata .Si trova oggi collocata  nel duomo di Portoferraio traslata dalla chiesa di San Rocco .Qui si può ammirare,come sopra accennato, in una nicchia della navata laterale in cornu epistulae del duomo di Portoferraio.Raffigura  il Santo con alcune note  iconografiche legate alla sua vita quale la mano sinistra che chiede la carità dell’elemosina per vivere ,il sangue che esce dalla cosce per i bubboni della peste  e il cane  con in bocca il cibo che la tradizione popolare ha chiamato “Reste” l’unico che non lo abbandona quando, dopo avere contratto la “morte nera” per aver  assistito i malati appestati ,vive  isolato e  si sfama col poco cibo che la tradizione popolare  narra  gli portasse ogni giorno il cane randagio e amico fedele  Reste.

Il 17 luglio 1799 dentro la chiesa di San Rocco è firmato un importante trattato,storico  per la città di Portoferraio  che è occupata dalle truppe francesi .Si trova l’accordo per il ritiro delle truppe francesi dalla città.L’accordo consente alla truppe granducali toscane di riprendere Portoferraio . L’accordo avviene tramite un trattato che si dipana in  15 articoli firmato dentro la chiesa suburbana di San Rocco .E’ stipulato tra le monarchie assolute del regno delle due Sicilie e il granducato di Toscana da un lato e dall’altro la repubblica francese.

A rappresentare le monarchie assolute ,firmando il trattato, sono il governatore  di Longone De Gregori  per  Sua Maestà il re delle due Sicilie  e per il granduca di Toscana , il capitano De Fara al servizio di Sua Altessa Reale il granduca ; a rappresentare la repubblica francese, Ferrent il capitano del battaglione occupante .

 

MARCELLO    CAMICI

 

 

 

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(PARTICOLARE  di “Veduta di Portoferraio dalla parte di terra verso ponente” 1697 .Anonimo.Matita nera,penna e inchiostro ,acquerello policromo,Biblioteca Moreniana di Firenze fondo Bigazzi .Al centro  la chiesa suburbana o rurale di San Rocco con loggia coperta sul davanti  alla quale si accede dalla strada maestra.Sul retro in alto verso il monte appena visibili ,tra i rami di un albero ,tombe del cimitero dei morti in contumacia e dei giustiziati fuori la porta)

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(Portoferraio. Facciata della chiesa di San Rocco stato attuale,Sopra il portale d’ingresso lo stemma della confraternita della Misericordia )

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(“San Rocco e l’angelo” Carlo Saraceni (1579 circa-1620).Dipinto olio su tela.Galleria Pamphilj . Roma. Rocco contagiato dalla peste viene curato dall’angelo. Ai suoi piedi ,in basso,  il cane randagio Reste che non lo abbandona mai portando la pagnotta di pane che è accanto alle sue zampe)

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(Portoferraio. Chiesa di San Rocco.Lapide dove è sepolto morto di peste il  conte Giovanbattista Ferretti  cavaliere dell’ordine militare di Santo Stefano.1622 )

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(Duomo di Portoferraiol.Chiesa della natività  di Maria  Santissima. San Rocco cultura intagliata in legno  e dipinta.1717.  Originariamente in dotazione alla chiesa  suburbana di  San Rocco è stata trasferita  nella chiesa parrocchiale del Duomo di Portoferraio dove ancora si ammira   “alta braccia  ottantasei” e acquistata con la carità popolare “ pel prezzo di pezze trenta da otto reali o Lire 172.10”)

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