La presentazione delle Liste per le prossime elezioni amministrative elbane, Capoliveri, Portoferraio e Marciana Alta, ha chiuso la fase della costituzione delle proposte elettorali in campo nei Comuni dove si voterà a giugno prossimo. La sorpresa, ma non tanto, è che in ben due Comuni, Capoliveri e Marciana Alta, sono state presentate uniche liste, cioè non vi sono altre liste concorrenti e antagoniste, come eravamo da tempo abituati, addirittura con 3 o 4 liste. Cioè nel Paese, l’Italia, per antonomasia Paese delle fazioni di tutti i generi, dai laici ai clericali, dai guelfi ai ghibellini, dai neri ai bianchi, dai papisti agli antipapisti, dai comunisti ai democristiani, dai fascisti agli antifascisti, da quelli di sinistra a quelli di destra e via dicendo, espressione di una pluralità di posizioni, contrapposte, alternative, siamo passati ad una tabula rasa, ad una piatta abulia politica, ad un disimpegno e ritrosia ad assumersi responsabilità pubbliche. Si fa fatica a fare le liste, a trovare persone disposte ad impegnarsi per un progetto collettivo, comune, ad assumere ruoli di amministratori pubblici. È ravvisabile in ciò una crisi grave della politica, della sua incapacità di organizzare proposte collettive, dello svuotamento del ruolo dei Comuni come casa di tutti, come pubblica amministrazione. Non credo che ciò produrrà vantaggi alle comunità dei cittadini. Forse la situazione di Capoliveri può considerarsi condizionata e frenata dalle recenti vicende giudiziarie, quelle giudiziariamente definite “Sistema Capoliveri” dove sono stati indagati per pratiche corruttive e illegali, amministratori politici, liberi professionisti, funzionari pubblici e committenti privi di scrupoli, che può aver ulteriormente accentuato il rifiuto della politica e di ruoli e impegni pubblici. A Marciana Alta, può aver giocato favorevolmente l’idea che tutto sommato va bene così, non vi sia bisogno di alternative, di rivolgimenti radicali e che quindi gli uscenti possano tranquillamente riconfermarsi. Da questo quadro sembra, appunto, che la politica, intesa proprio come arena di confronto di più voci e visioni, ricerca collettiva e plurale di nuove soluzioni per superare limiti e visioni particolaristiche e personali, per affermare interessi di tutti e pubblici, abbia ormai perso questa funzione ed abbia abdicato a questo ruolo, lasciando un vuoto e uno spazio liberato da valori, ideali, visioni etiche e soggetti collettivi e partecipativi, regole e limiti. Questo vuoto resta fenomenologicamente vuoto, come a Marciana e Capoliveri o viene occupato, non manifestamente o palesemente, o meglio dire, sostituito da nuovi soggetti individuali, portatori di corposi interessi personali o di determinati gruppi di potere che appunto occupano quel vuoto, presentandosi come i demiurghi, i salvatori e progettisti illusioni di un radioso futuro: i moderni rappresentanti del Gatto e della Volpe di Collodiana memoria. Se ricordiamo bene la meravigliosa favola di Pinocchio, il Gatto e la Volpe, due manipolatori e venditori di illusioni, promisero al povero burattino un veloce e copioso arricchimento se lui avesse piantato e messo a coltura i pochi denari che aveva, che si sarebbero trasformati nel corso della notte, in una pianta i cui frutti sarebbero stati la moltiplicazione di questi pochi denari usati come semi. La fine è che il Gatto e la Volpe si impossessarono di quei pochi denari sottraendo a Pinocchio sia quelli e sia l’illusione e la speranza per sé e per il suo babbo di arricchirsi facilmente. Ecco la favola ci aiuta a capire a cosa si sia ridotta oggi la politica ormai scomparsa e piena di Gatti e Volpi che illudono, promettono lasciando poi a mani vuote chi si era illuso. Noi elettori siamo i moderni Pinocchi,speranzosi di un mondo migliore, ma spesso in difficoltà a riconoscere i Gatti e le Volpi che si nascondono dietro promesse di futuri radiosi, di civitas dei, di trasformazioni e illusioni su prossimi miglioramenti. A Portoferraio con la presentazione recente delle Liste siamo in presenza di una messa in scena attuale di questa favola, dov’è il Gatto (dietro le quinte) e la Volpe ( in evidenza ) di turno stanno promettendo un futuro radioso alla Città, ricco di opportunità e floridità, illudendo e manipolando sincere speranze e attese. Pinocchio la mattina successiva si rese conto dell’inganno, ebbene spero che ci se ne accorga prima, dando nuova fiducia a chi si è già speso e dato prova di privilegiate gli interessi pubblici e imparziali, amministrando correttamente le risorse pubbliche e finanziarie. La ricerca e l’ottenimento di risultati e la capacità di soddisfare le legittime attese di tutti i cittadini costruendo condizioni e opportunità migliori per tutti e non per i soliti amici e privilegiati, richiede un serio e trasparente impegno pubblico e sociale, senza inganni e illusioni, ma partendo dalla realtà e dalla responsabilità pubblica e collettiva, la sola che deve guidare un amministratore pubblico.
Pino Coluccia