Il video e l'intervista

Gladiatori: al Museo Archeologico di Rio nell’Elba la mostra

In collaborazione con il Museo Archeologico Nazionale di Napoli (22 luglio-1 novembre)

Lo scorso anno il Museo Archeologico del Distretto Minerario ha riaperto con una significativa mostra dedicata agli Etruschi (Il ferro e l’oro, Rotte mediterranee tra Etruria e Oriente) esponendo preziosi ma-teriali orientalizzanti ottenuti in prestito dal Museo Archeologico Nazionale di Firenze. Confermando l’appuntamento stagionale regolare il Comune presenta ora una nuova esposizione archeologica di ri-lievo, questa volta dedicata a illustrare uno dei temi di maggiore attrazione nella vita pubblica del po-polo romano, che anche oggi – alimentato da una filmografia di successo – continua a catalizzare vivo interesse del pubblico: l’arte gladiatoria.
Sulla scia della mostra di respiro internazionale Gladiatori, realizzata di recente dal Museo Archeologi-co di Napoli, si attinge alla cospicua quantità di materiali archeologici relativi all’attività gladiatoria – splendidamente conservati nello stesso museo – per mettere a fuoco alcuni aspetti della vita dei gla-diatori. Nel mondo romano essi godettero di fama straordinaria e divennero – insieme agli altri giochi circensi -efficace strumento di consenso politico e di sostegno al potere imperiale.
Grazie alla generosa collaborazione del Museo Archeologico Nazionale di Napoli e al coordinamento del Sistema Museale dell’Arcipelago Toscano, lo sguardo del Museo di Rio si rivolge nell’estate 2023 al mondo romano, anch’esso trattato nel percorso espositivo permanente. Attraverso la mostra Gladia-tori si mette a fuoco un fenomeno sociale e politico di grande rilievo nella storia del mondo antico, per durata, diffusione e coinvolgimento popolare.
La prima testimonianza di giochi gladiatori documentati a Roma nel 264 a.C. discende con molta pro-babilità dagli originari combattimenti tradizionalmente inscenati in cerimonie funebri di altre regioni (Etruria e Campania), quali i sacrifici umani per placare lo spirito del defunto. Con una rapida e inarre-stabile ascesa – rallentata solo temporaneamente da ragioni di sicurezza pubblica conseguenti alla ri-volta del gladiatore Spartaco (73-71 a.C.) – i giochi gladiatori trovano nel Colosseo un imponente e du-raturo edificio dedicato, che fu inaugurato dall’imperatore Tito nell’80 d.C. con una grandiosa serie di spettacoli durata ben 100 giorni. La cura degli spettacoli divenne efficace e costoso strumento per magistrati e imperatori al fine di coltivare e accrescere la propria fortuna politica. Nel 107 d.C. l’imperatore Traiano, per celebrare la vittoria sui Daci giunse a far combattere addirittura 10000 gla-diatori.
I pregevoli reperti archeologici relativi all’arte gladiatoria del Museo Archeologico Nazionale di Napoli diventano un efficace e piacevole mezzo per presentare al pubblico un fenomeno sociale e politico tipicamente romano, che dall’età repubblicana ha segnato in maniera crescente e sempre più eviden-te la vita e la storia dell’impero di Roma. Tutti noi ricordiamo, con le parole di Giovenale, che “Il po-polo romano […] due cose sole desidera: pane e giochi”.

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