In centocinquanta a visitare le cisterne di Portoferraio

La passeggiata lungo il tracciato dell’acquedotto mediceo organizzata dal CAI

Si è svolta martedì 23 maggio la passeggiata lungo il tracciato dell’acquedotto mediceo organizzata dal Club Alpino Italiano, Sotto Sezione dell’Isola d’Elba,  guidata dal Consigliere Comunale di Portoferraio e  storico  Giuseppe Battaglini.
Alla presenza di circa 150 persone, il Professore ha mostrato i documenti originali che, conservati al Museo di Forte Falcone, descrivono dettagliatamente le innumerevoli cisterne sparse per il centro storico del Paese.
Il Dott. Fabrizio Pisaneschi,  in rappresentanza di Asa Spa, ha offerto la sua collaborazione per mostrare l’interno della Cisterna detta della Polveriera, in virtù dell’uso a cui era adibita in precedenza. Questa cisterna attualmente è inserita nel sistema idrico moderno della città.
Sono state aperte e mostrate la cisterna situata nel Palazzo detto della “Topa” in Via Victor Hugo, che, fino alla metà del secolo scorso, è stata utilizzata dalla popolazione residente per l’approvvigionamento  di acqua.
Proseguendo il percorso,  i partecipanti si sono ritrovati in Piazza Padella, dove è stato possibile visionare l’ingresso della grande cisterna che occupa l’intera piazza e che costituisce con il suo volume complessivo, 2.395 barili corrispondenti a circa 250mq di superfice e 377 mc di volume,  la più grande delle cisterne della città.
Anche gli accessi alla cisterna della vecchia Piazza d’Armi, attuale Piazza della Repubblica, sono stati mostrati ai presenti, in particolare è stato possibile, grazie alla disponibilità di ASA Spa,  mostrare le scale interne che consentivano probabilmente, nei tempi passati, la periodica pulizia della cisterna stessa. In questo caso la capienza è di 1.910 barili, corrispondenti a circa 184 mq di superfice e 300mc di volume.
La visita si è conclusa al Centro Congressuale De Laugier, nel cui chiostro centrale si trova un altro dei grandi serbatoi di acqua,  usato prima dai monaci e poi per uso militare, seguendo la destinazione che la Caserma ha avuto nel corso del tempo.
Nella sala dell’Auditorium i relatori Giuseppe Battaglini, Elisabetta Coltelli e Fabrizio Pisaneschi si sono avvicendati per descrivere l’importanza che il sistema di raccolta delle acque nel centro storico del paese,  ideata da Cosimo de’ Medici,  ha avuto nelle varie epoche della storia elbana e portoferraiese in particolare.
Lo storico Battaglini ha raccontato come le riserve di acqua hanno contribuito a dare la possibilità alla cittadina di sopravvivere anche in lunghi tempi di assedio, in particolare riferendosi a quello francese del 1801.
Portoferraio, rimasta nell’isola,  unica roccaforte del Granduca di Toscana, circondata dalle truppe napoleoniche che avevano conquistato il resto del territorio, offrì una epica resistenza, sotto il comando di un Ufficiale, Il Colonello  Carlo De Fisson, resistenza che durò per circa 10 mesi e si concluse nel 1802 non per la capitolazione della città, ma per l’accordo sulla pace  di Amiens con il quale le potenze in gioco stabilirono la fine delle ostilità.
La sopravvivenza della comunità era affidata proprio al sistema di risorse idriche la cui storia è stata ritracciata nella giornata di ieri.
Per meglio comprendere come le cisterne hanno svolto la loro funzione di conservazione delle acque, l’architetto  Elisabetta Coltelli, ha descritto come i nostri antenati riuscivano ad ottenere l’impermeabilità delle pareti.
Impermeabilità che, ci è stato spiegato, veniva ottenuta mescolando frammenti di laterizi e malta di calce fine,  con cui le cisterne venivano rifinite.  Alla nostra scoperta moderna, questo materiale, il “coccio pesto” ricopre ancora in modo sorprendente e intatto le pareti interne delle cisterne.
Infine Fabrizio Pisaneschi,  ha accompagnato la proiezione delle riprese  degli interni delle tre cisterne minuziosamente ispezionate dagli strumenti di Asa,  ed ha reso attuali le quantità di barili che potevano essere contenuti complessivamente dal sistema di raccolta delle acque del paese,  corrispondenti a circa 3.212 mc di volume.
Le cisterne vivono ancora oggi,  svolgendo la funzione di raccolta delle acque piovane che arrivano convogliate dai tanti tetti del paese e dalla Biscotteria (attuale Municipio ) di Portoferraio.
Il Club Albino Italiano, SS Isola d’Elba, rivolge un particolare ringraziamento  al Comune di Portoferraio e all’Assessore Nadia Mazzei, ai relatori, alla Direzione del Centro Congressuale de Laugier rappresentata da Franco Ballone e ad Asa Spa per le riprese filmate e per le molte informazioni che sono state fornite nell’occasione.

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