Riprogettare e re-immaginare la città, le sue strade e i suoi spazi. Rendere il territorio resiliente e la comunità che lo vive responsabile. È questa una delle sfide più urgenti e importanti che saremo chiamati ad affrontare nell’immediato futuro. L’isola d’Elba, e Portoferraio in particolare, ha vissuto sulla propria pelle gli effetti devastanti dei cambiamenti climatici: nubifragi, allagamenti, vere e proprie bombe d’acqua che hanno lasciato dietro di sé fango, detriti e danni ogni volta più ingenti. L’ultima neanche un mese fa, il 9 settembre, quando Portoferraio si è trovata a rivivere ancora una volta, dopo febbraio, l’incubo di un nubifragio.
Il tema sarà al centro del convegno “Città-Spugna”, domani a partire dalle ore 9 al Teatro dei Vigilanti di Portoferraio: un progetto innovativo promosso dall’Istituto Nazionale di Bioarchitettura che ripensa l’acqua come un’infrastruttura ambientale, non minaccia ma risorsa. Un’occasione per riflettere anche su città, paesaggio e resilienza urbana, tra visione progettuale e responsabilità ecologica. Tra i relatori e referenti del progetto per l’Elba, anche gli architetti Massimiliano Pardi e Valentina Tosi.
Asfalti drenanti per le strade, piazze allagabili, maggiori spazi verdi che leniscano le temperature roventi dell’estate, arredi urbani multifunzionali che contribuiscano a gestire strategicamente l’acqua piovana convogliandola nel sottosuolo: sono solo alcuni degli elementi che caratterizzerebbero la “Portoferraio-Spugna”, una città più “intelligente”, efficiente e in armonia con l’ambiente. Un progetto con tutte le carte in regola per poter passare dalla teoria alla pratica.
L’idea della “Città-Spugna” sarà poi protagonista della mostra “Architetture Spugna”, alla Torre della Linguella da domani fino al 12 ottobre.
Guarda il videoservizio:



Giampaolo Zecchini
Bella immagine da architetti. Il problema pratico è calcolare quanta acqua può venire giù ed in quanto tempo; calcolare i flussi e come smaltire tale acqua con sistemi di drenaggio ed impianti di pompaggio idonei e funzionanti anche in autonomia energetica. Controllare la stabilità del territorio dove si accumula l’acqua. Buon lavoro
4 Ottobre 2025 alle 6:31