Portoferraio

Pierre Demoor, il pittore dei cieli inquieti

di Alberto Zei

Riceviamo e pubblichiamo

La scelta di diventare elbano .
Nella più recente rassegna ospitata alla Gran Guardia di Portoferraio, dedicata agli artisti dell’Isola d’Elba, i visitatori hanno potuto ammirare le opere di un pittore ormai considerato elbano d’adozione. Pierre Demoor, originario del Belgio, ha scelto infatti di trasferirsi stabilmente sull’Isola con la propria famiglia, legandosi profondamente alla comunità che oggi lo considera come uno dei suoi. Il segno distintivo della sua pittura affonda le radici in una lunga esperienza di navigatore: avendo solcato in barca a vela i mari di mezzo mondo, Demoor ha saputo trattenere le suggestioni del mare e del cielo, ritrovandole poi con intensità particolare nelle acque e nei paesaggi elbani. Nelle sue tele ritorna costantemente all’ origine della sua passione. Volendo sintetizzare la caratteristica della sua pittura si possono intravedere tre impostazioni stilistiche principali che inducono alla riflessione sul messaggio pittorico connesso alle opere di questo artista presso che sempre, incardinato direttamente o indirettamente sul mare e su ciò che da questo deriva. In primo luogo le condizioni atmosferiche di scorci e panorami marini: da un lato nubi temporalesche che si addensano sopra una barca o un veliero scosso dai venti impetuosi; dall’altro, l’improvviso schiudersi del cielo, il raggio di sole che filtra e rischiara la scena, in netto contrasto con l’oscurità dominante.

L’ambiguità che diventa arte .
Soffermandoci in questo settore, è l’ambiguità feconda che, per analogia, le sue opere trasmettono. Ogni tela di questo genere custodisce la possibilità di un’ulteriore lettura, di una diversa soluzione simbolica alle inquietudini dello spettatore. Non si tratta di vaghezza o indecisione, ma di una ricchezza interpretativa capace di aprire orizzonti sempre nuovi. Così l’opera, oltre la sua immediatezza figurativa, trova compimento nell’incontro con chi la contempla, trasformandosi in specchio interiore e fonte di ispirazione personale.

Lo stile verista 
Un ulteriore tratto della pittura di Demoor è quello più verista, in cui restituisce con sorprendente chiarezza luminosa scene fedeli alla realtà. Sono opere che, pur radicate nell’attualità del nostro tempo o nel ricordo vivido del secolo scorso, si distinguono per la precisione dei tratti e per la capacità di rendere palpabile il momento storico rappresentato.

Eppure, anche in questa dimensione verista, la chiave interpretativa non muta: dietro la superficie della realtà si avverte sempre il respiro del mare, presente in modo diretto o allusivo, soprattutto nella tensione introspettiva che permea la scena. Guardando infatti, con attenzione, si scopre che il pittore non si limita a descrivere ciò che vede, ma impregna la realtà di significati simbolici. Ogni quadro, anche il più fedele al vero, esprime una tensione nascosta, una percezione di un pericolo superato o incombente in cui il mare o un porto o una spiaggia che si dispiegano in una superba rappresentazione pittorica, alludono al modo in cui le difficoltà possono essere superate. È come se queste opere offrissero un profondo messaggio di resilienza, un invito a riconoscere nella rappresentazione pittorica la condizione stessa della vita, con le sue sfide e con la forza necessaria a vincerle.

Un’arte poliedrica .
Vi è ancora un’altra tipologia di rappresentazioni che Pierre Demoor ha introdotto nel proprio repertorio, sempre in stretta relazione con il grande amore per il mare. Si tratta di uno stile fondato sul simbolismo di immagini legate soprattutto all’infanzia e all’età della crescita, quando ogni oggetto poteva racchiudere un significato più ampio e trasformarsi in affetto, divenendo segno di un’esperienza felice e progressiva, tipica di quella prima stagione della vita. In queste opere l’artista sembra voler riportare lo sguardo al tempo originario, al momento in cui la sintonia con l’esistenza si esprimeva attraverso un simbolo preciso, un oggetto ricordato, un dettaglio che diventa memoria. Non è dunque una pittura di meri ricordi, ma una vera e propria trasposizione di giornate di oggetti disparati della età evolutiva particolarmente significative, di ricordi da bambino di attimi felici che riaffiorano attraverso i simboli. Scelti con cura,conchiglie stelle marine puazzetti di stoffa pesci stilizzati orsacchiotti, giocattoli di diversa tipologia ma non dipinti come semplici oggetti, bensì come chiavi d’accesso a un patrimonio intimo di esperienze indelebili, capaci di emergere con la forza emotiva della memoria adulta. Quanto più questo linguaggio sembra discostarsi dal mare e dalla sua immensità custode di amore, timore e sentimento, tanto più vi ritorna, come per una naturale risonanza interiore. Persino i simboli che appaiono lontani dalla dimensione marina restano segretamente legati a essa: ne sono riflesso e proiezione. Il simbolismo solo apparentemente distaccato, rivela invece una profonda coerenza interiore, toccando quella sensibilità che l’artista porta con sé e che inevitabilmente affiora nella sua visione del mondo e nell’intensità della sua pittura. Quando l’opera si completa nello sguardo altrui . In questo senso, l’arte di Demoor testimonia un ottimismo profondo: solo chi trova il coraggio di affrontare le difficoltà può trasformarle in passaggi verso la luce. Così accade nei suoi quadri dove accanto all’ombra si apre sempre uno spiraglio di chiarore. In definitiva, tutta la pittura di si muove su più registri, ma resta unitaria nella sua intenzione profonda. Dal simbolismo carico di ambiguità e segni da decifrare, all’introspezione che accompagna l’intero arco della vita, fino al verismo limpido che si accorda alla realtà di chi osserva, ogni dimensione semantica converge in una medesima chiave interpretativa: la ricerca di senso, di fronte alla condizione umana.. È proprio in questa tensione costante tra pericolo e possibilità di superarlo, tra nubi minacciose e sole improvviso; tra mare tempestoso e sicurezza nel porto; tra fragilità simbolica della infanzia, alla realtà dell’ osservatore in età adulta. Pierre Demoor attraverso le esposte mostra il suo tratto distintivo nell’offrire allo sguardo di chi osserva non soltanto un’immagine, ma una via, un pensiero, un incoraggiamento a scorgere nella pittura un frammento della propria esistenza.

Alberto Zei

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