
Non ci sentivamo da tempo e non sapevo fosse malato. Per me, Agostino, non era solo lo studioso da tutti stimato e riconosciuto, ma soprattutto un amico, una persona amante dell’Elba e in particolare di Bagnaia con la quale ho condiviso esperienze comuni e momenti spesso lieti e talvolta, come nel caso del covid che si portò via sua moglie, tristi e dolorosi. Così come con dolore e immensa tristezza ho saputo stamani la notizia della sua scomparsa.
Fu grazie a lui che mi fu possibile, come sindaco di Rio Elba, di ridare nuova vita all’Orto dei Semplici elbano nell’Eremo di Santa Caterina, realizzando, tra l’altro, il censimento e la messa a coltura di un primo nucleo di piante da frutto autoctone, diffuse nella tradizione alimentare elbana, espressione di un’agrobiodiversità in gran parte dimenticata. Sulla scorta di quel progetto la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa gli affidò il compito, coadiuvato dal prof. Fabiano Camangi e con il contributo del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, della stesura di una guida che oggi si può definire un testo di straordinaria importanza scientifica non solo per l’Elba ma per gli studiosi di tutto il mondo.
Mi è difficile pensare che Agostino non ci sia più. E mi rammarico di non essergli stato vicino nel momento in cui magari aveva più bisogno.
Al figlio Tommaso le mie più vive condoglianze.
Manuele
Mi associo a queste parole, per l’affetto provato per il caro conterraneo prof. Stefani, e per il dovuto riconoscimento dell’importante lavoro scientifico portato avanti in tanti anni di docenza e ricerca in Sant’Anna. Pur se in discipline differenti, ci ha sempre unito il grande amore per la natura e la Garfagnana. Ora sento un grande vuoto.
28 Maggio 2025 alle 9:13