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Vandali a San Cerbone, disegni e graffiti sfregiano la storia

di Legambiente Arcipelago Toscano

Domenica 30 luglio i partecipanti al trekking delle farfalle “San Cerbone, tra castagni e santi” organizzato da Legambiente, dopo aver percorso lo stradone di Pedalta ed aver raggiunto la briglia/diga che porta alla grotta di San Cerbone, si sono incamminati lungo l’ampio stradone che risale dolcemente passando sotto i fili d’acciaio e i tralicci della cabinovia per Monte Capanne e, aggirando degli alberi caduti lungo l’antica via di San Cerbone che andrebbero tagliati e spostati, hanno raggiunto la Chiesa di San Cerbone, pregustando già una sosta al fresco ai tavoli dietro il santuario realizzati recentemente dal CAI dell’Isola d’Elba.
San Cerbone è un posto bellissimo, una chiesa dedicata al vescovo di Populonia che si dice si ritirò e nascose nel suo eremo di roccia per sfuggire ai longobardi e dove morì nel 575. La chiesa, che ricorda la storia di questo santo venerato in tutto l’Arcipelago Toscano, segnava il confine tra le comunitas di Marciana e Poggio ed è stata restaurata negli anni ’80 da un comitato presieduto dal barone danese Viggo De Wichefeld. La chiesa è chiusa dopo che venne vandalizzata all’interno con scritte e disegni.
Un posto appartato, spirituale, dove si respira la storia e la pace. Dove è bello sostare per riposarsi, mangiare un boccone e meditare.
E’ stata quindi grande la sorpresa degli escursionisti quando si sono trovati, sul retro della chiesa e di fronte all’area di sosta, di fronte ai muri esterni dell’antico santuario completamente istoriati da brutti e banali disegni e graffiti che sfregiano la storia e la bellezza dell’Isola d’Elba.
I vandali che hanno preso di nuovo di mira San Cerbone hanno addirittura firmato e datato i loro sfregi, quasi a rivendicare un atto imperdonabile e, al tempo dei socialnetwork e dei selfie, forse non sarebbe difficile identificarli e far pagar loro i danni e il necessario ripristino di questo indecente atto di vandalismo di gruppo di questi nuovi barbari ai quali il Santo non è riuscito a sfuggire.
E’ quello che Legambiente chiede che facciano il Comune di Marciana, il Parco di Marciana e le forze dell’ordine perché quello che è stato fatto a San Cerbone è indecente e imperdonabile. Questi non sono la scritta o il disegno di un writer (spesso anche artisticamente pregevoli) su un brutto muro di una periferia cittadina, questo è un insulto portato direttamente al cuore verde e nascosto di un’isola e alla sua antica storia che troppe volte non sappiamo difendere e valorizzare.
Così come andrebbe immediatamente tolto il vecchissimo e arrugginito generatore (che risale ai tempi della Comunità Montana dell’Elba e Capraia) che si sta disfacendo e inquinando vicino al fosso, poco prima del laghetto antincendio, dove la baracca/rifugio sta evidentemente cedendo e diventando pericolosa.
E anche il piccolo rudere della chiesina di San Francesco d’Assisi (XVII – XIX secolo), lungo la discesa che, tra i castagni, da San Cerbone porta a Marciana, andrebbe messo in sicurezza, segnalato e ripulito dalle scritte realizzate con lo spray da altri vandali, da altri imbecilli.

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