Carcere, bisogna fare i conti con la carenza di personale

La Direttrice è a scavalco così come il Comandante della Polizia Penitenziaria. I numeri

Il clima è buono ma bisogna fare i conti con la carenza di personale. Raimonda Lobina è il nuovo garante dei detenuti per il carcere di Porto Azzurro. Frequenta da circa due mesi la struttura dove pochi giorni fa si è verificato il fatto denunciato dal sindacato Sappe di un detenuto che ha aggredito  alla gola un agente di polizia penitenziaria. Ed ha dovuto costatare che anche il carcere elbano negli ultimi anni deve patire i problemi legati alla presenza di personale, a  cominciare della figure apicali, come la direttrice, a scavalco così come il comandante della polizia penitenziaria . Lobina entrava frequentava già il carcere da alcuni mesi come volontaria, poi la decisione di assumere l’incarico di garante che ha tra i cuoi compiti anche quello di far conoscere la realtà del carcere al di fuori delle mura, nel territorio in cui si trova. “Quello che mi ha colpito quando sono entrata a Porto Azzurro – spiega – è la grande laboriosità  che ho visto, con tante attività portate avanti con il supporto degli agenti di polizia penitenziari”. Ci sono però dei contraltari da tenere presente, che rendono difficile la vita dei detenuti  una di queste è la carenza dell’assistenza sanitaria  e la mancanza di dentisti, in particolare. Il rimedio è affidato a farmaci .  E poi la carenza di personale di custodia, come denunciato dai sindacati  e  quello educativo  “Il diritto alla salute è irrinunciabile – fa presente la garante – ma  a questo si aggiunge il problema dei problemi: la carenza di personale dell’area educativa”. A fronte dei 309 detenuti presenti nella casa di reclusione di Porto Azzurro infatti è previsto un organico di 9 educatori ma nella struttura ad oggi ce ne sono solo 2. “Una situazione difficile per i detenuti e  soprattutto per i due educatori” fa presente .  Ci sono da afre colloqui, da predisporre i permessi, e altri procedimenti burocratici relativi alle  necessità dei ristretti, sempre più difficili da espletare con la grave penuria di personale. Problemi che tutti denunciano ma su cui si può fare poco perché il carcere elbano dell’Elba non è uno dei posti prescelti per il lavoro, come accade anche in altri settori, come quello sanitario e della scuola. Una situazione  che va a scapito sia del personale, educatori e polizia, che ci lavora sia dei detenuti. Quelli che sono trasferiti nel carcere di  Porto Azzurro una volta arrivati, spesso sono costretti  ad interrompere i loro percorsi educativi, sanitari o  di istruzione . C’è chi è più forte e non ha problemi ma ce ne  sono anche più fragili per cui diventa difficile gestire  queste situazioni. “Il mio impegno è far presente la situazione e collaborare alla sua soluzione – spiega – ma per quello che riguarda il personale area educativa  è difficile perchè  l’Elba non viene scelta”. Una situazione quella del carcere elbano che può comunque contare su un’intensa attività di volontariato che porta avanti attività in diversi campi, alcune in essere e altre che sono in programmazione  “Molto importante il percorso scolastico – termina Lobina- con alcuni risultati importanti. Qualche giorno fa abbiamo avuto una laure magistrale, conseguita da un detenuto con 110 e lode”.

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