“Ogni orologio racconta una storia di bellezza e tradizione“

Il presidente di Locman Marco Mantovani si racconta dagli inizi alla Fondazione Elba

Si parla inevitabilmente anche  di isola d’Elba nella lunga intervista che Marco Mantovani ha rilasciato a TGCom24, a testimonianza dello spessore del personaggio e del suo legame indissolubile con l’isola. Una intervista in cui Mantovani racconta se stesso, il suo percorso e i suoi progetti per il futuro. Ve la proponiamo integralmente.

 

La storia di Locman è legata a quella del suo fondatore e presidente Marco Mantovani, che nel 1986 dà vita a una delle eccellenze italiane nella produzione di orologi ad alta tecnologia.

Grazie al design innovativo tutto italiano, alla tecnologia, all’utilizzo di materiali ricercati ed esclusivi e alle rifiniture artigianali di alta qualità, gli orologi Locman hanno conquistato negli anni non solo le pagine delle riviste patinate internazionali, dagli States al Giappone, ma anche stars come Sharon Stone, David Beckham ed Elton John, che hanno scelto di indossare gli orologi Locman. Oggi l’azienda può contare su una rete distributiva di oltre mille punti vendita e su dieci negozi monomarca situati nelle vie internazionali dello shopping. Il quartier generale è a Marina di Campo ma possiede una rete di uffici tra Firenze, Milano e New York, un reparto esterno di produzione a Milano che fanno di Locman un’azienda moderna anche dal punto di vista organizzativo.

Tutto è cominciato all’Elba, ma in tutt’altro settore. Come nasce Locman?
Ho iniziato a lavorare a 16 anni, affiancando mio padre che commerciava nel settore della pelletteria e calzatura. Terminato il liceo Classico ho iniziato a fare anche altre esperienze. Ho persino lavorato per la Guardia Forestale. La Natura è sempre stata la mia grande passione, ma non ho mai smesso di aiutare mio padre, un vero maestro di vita. Così, frequentando i laboratori che producevano pelletteria, io e un amico abbiamo disegnato una linea di portafogli, borse, cinture e cinturini per orologi. Il nostro marchio era Locman Design e disegnare orologi è stato il passo successivo.

Cosa le ha dato il coraggio di osare per creare il suo brand?
Avevo 25 anni, tanto entusiasmo e nulla da perdere. Inoltre ero innamorato del settore orologi, un mondo magico che univa valori di stile e tecnologia. Ma è stato fondamentale l’aiuto e l’insegnamento di maestri eccezionali che mi hanno dato fiducia e insegnato questa passione. Penso a Luigi Macaluso, un genio dell’orologeria il cui nome è legato al successo di marchi come Omega, Breitling, Girard Perregaux; a Franco Giolla, designer straordinario al servizio dell’altissima orologeria, e a Carlo Crocco, proprietario di Hublot, un grande maestro che entrò in società con noi per distribuire Locman in tutto il mondo.

Da dove deriva il nome Locman?
Molti pensano ancora che si tratti di un marchio americano di fantasia ma in realtà sono le iniziali dei due soci fondatori: Locci e Mantovani.

Sul sito leggiamo “Non esiste tecnologia più evoluta e meravigliosa di quella che si cela in ogni aspetto della Natura. Nulla è lasciato al caso, ma ogni dettaglio ha un ruolo preciso. Ogni modello racconta una storia di bellezza e tradizione”. Cosa vuol dire questa frase-manifesto?
Credo che davvero la perfezione della Natura sia di origine Divina, un concetto inarrivabile con la mente umana, ma in realtà semplice e visibile a tutti. Noi possiamo solo cercare di imitarla.

Nel 2014 nasce la Fondazione Isola d’Elba della quale è Presidente, un’associazione no profit per la tutela ambientale e valorizzazione sociale dell’Isola. Quanto questa terra ha segnato la sua vita e guidato le sue scelte?
Il legame con la terra, soprattutto per chi nasce su un’isola, è molto forte. Ricordo che ero piccolo ma già passavo giorni e notti vagando per i sentieri della mia isola o nuotando nel mare caldo dell’estate. L’Elba è un Paradiso in ogni stagione, con montagne e boschi meravigliosi che scendono sino alla costa, fatta di calette rocciose che si alternano a spiagge accoglienti. Inoltre ha una storia antica che parte dagli Etruschi per arrivare alle dominazioni greca e romana, per poi passare attraverso tutte le vicende politiche che hanno caratterizzato l’Italia, sino a Napoleone che è stato all’Elba quasi un anno, creando le più importanti infrastrutture dell’isola, che ancor oggi resistono. Insieme ad altri imprenditori amici e innamorati di questa terra abbiamo realizzato la Fondazione, un modo per ridare al territorio una piccola parte di ciò che riceviamo.

Dall’Elba al Mondo: Jennifer Lopez, Sharon Stone, Nicole Kidman e Elton John sono solo alcune delle numerose star internazionali che indossano orologi Locman. Qual è la chiave per un successo mondiale? Quanto è differente il mercato italiano da quello internazionale nel settore dell’orologeria?
Non credo di avere la chiave per il successo ma certamente l’impegno, la competenza, la passione per il proprio lavoro sono aspetti fondamentali che in qualche modo si trasmettono nei prodotti di ogni azienda. Inoltre, il Made in Italy ha sempre un grande valore, soprattutto all’estero. In pochi sanno che l’orologeria è nata in Italia. I primi famosi orologiai si chiamavano Filippo Brunelleschi, Leonardo Da Vinci, Galileo Galilei, e il più famoso appassionato di quest’arte è stato Dante Alighieri che nel Paradiso descrive in più punti gli orologi meccanici e il loro funzionamento. Insomma, in Italia, l’orologeria ce l’abbiamo nel sangue.

Locman ha sempre avuto importanti collaborazioni e riconoscimenti. Ha un sogno nel cassetto che ancora non ha realizzato?
Lo scorso anno ho realizzato un grande sogno, quello di partecipare alla rinascita di Oisa, Orologeria Italiana Società Azionaria, che dal 1937 al 1978 è stata la più importante realtà produttiva di movimenti meccanici in Italia. Oggi l’azienda è tornata a produrre splendidi movimenti di alta gamma. Ma ho ancora tanti sogni nel cassetto a cui sto lavorando. I progetti a cui tengo di più sono quelli che porto avanti con amici che condividono la mia stessa passione, tra questi c’è Sandro Fratini, uno dei più noti esperti e collezionisti del mondo con cui mi confronto sempre molto volentieri. Inoltre, il simbolo che, a mio avviso, meglio rappresenta la nostra italianità e la nostra tradizione marinara a livello internazionale è l’Amerigo Vespucci. Collaboriamo da tempo con la Marina Militare e quest’anno, in occasione del giro del mondo dell’Amerigo Vespucci, stiamo progettando alcune linee di orologi dedicati alla nave più bella che sia mai esistita.

Come vede il futuro di Locman?
Noi da molti anni facciamo tre cose: offriamo servizi di design, progettazione e produzione in private label per marchi terzi di alto livello, realizziamo partnership produttive in cobranding come con Ducati e Marina Militare e poi gestiamo il nostro marchio Locman dall’idea creativa sino alla vendita. Credo che continueremo a fare le stesse cose ma la tendenza che ci richiede oggi il mercato e quella di lavorare in una direzione di eccellenza con materiali, movimenti e tecnologie sempre più evolute e sofisticate. Locman è stata la prima casa al mondo nel 2003 a produrre un orologio con cassa in fibra di carbonio e titanio. Questi due materiali in futuro rappresenteranno per Locman la parte produttiva prevalente.

C’è un orologio preferito o al quale è particolarmente legato?
Mi occupo personalmente della parte progettuale e creativa e ogni modello è un figlio a cui sono molto legato. Montecristo, Mare Stealth… Difficile dire quale sia il preferito. Stiamo presentando proprio in questi giorni il Mare con cassa in fibra di carbonio, un professionale 300 mt a cui abbiamo lavorato con molta passione. Certamente però la maggiore attenzione va ai figli nuovi, ancora piccoli o appena nati e ne sta nascendo uno tutto in titanio di cui sono particolarmente innamorato.

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