Sicurezza spiagge, un incontro per definire le regole

Non escluso il ricorso al Servizio Collettivo di Salvataggio, suggerito dalla Capitaneria

Da alcuni anni a questa parte le difficoltà per procedere all’assunzione di assistenti bagnanti sono sempre maggiori. E non si parla di piccole concessioni, ma anche di grandi strutture alberghiere nelle quali, in tempi non lontani, “c’era la fila” di ragazzi in cerca di lavoro per la stagione. Di questo e di altre iniziative per rendere le spiagge dell’isola d’Elba più funzionali e sicure si è parlato nei giorni scorsi in un incontro svoltosi nella sala consiliare del palazzo dell’ex Biscotteria al quale sono intervenuti il sindaco Angelo Zini e l’assessore al demanio Leo Lupi per il comune di Portoferraio, il Comandante del Porto, capitano di fregata Antonio Morana ed il responsabile dell’Ufficio Demanio, sottotenente di vascello Mattia Culpo per la Capitaneria di Porto di Portoferraio, il fiduciario locale della Fin Salvamento Andrea Tozzi e, per le categorie economiche, Walter Tripicchio (Associazione Albergatori Isola d’Elba e Confcommercio), Michele Teggi (Confesercenti) e Claudio Pinna (Cna). Dal dibattito è emerso che, in un contesto come quello delle attività balneari, che, per la sua natura, comporta un costante margine di rischio, le parole d’ordine sono sicurezza e responsabilità. La normativa vigente prevede che, in generale, i titolari delle concessioni del settore turistico ricreativo debbano assicurare all’utenza un idoneo servizio di sorveglianza e sicurezza svolto da professionisti formati e brevettati. La presenza dell’addetto è vincolante per l’apertura e lo svolgimento dell’attività. Il concessionario deve garantire la presenza dell’assistente bagnanti in postazione o in prossimità della battigia durante l’intero orario di balneazione compreso tra le 9 e le 19. Non è consentita nessun’altra occupazione che possa distrarre l’addetto dalla sorveglianza dello spazio di mare e dell’arenile di sua competenza. La responsabilità del servizio ricade direttamente sull’operatore, ma anche sul datore di lavoro. Da qui la necessità di sensibilizzare al rispetto di ruoli e mansioni quella minoranza di imprenditori balneari che ancora pensa che l’Assistente Bagnanti sia una sorta di manutentore da utilizzare per ogni tipo di esigenza. Per ovviare alla predetta carenza di assistenti bagnanti, il Comandante della Capitaneria di porto ha suggerito ai rappresentanti di categoria il ricorso all’istituto del Servizio Collettivo di Salvataggio, previsto dalla vigente Ordinanza di sicurezza balneare, che consentirebbe a più concessionari che occupano aree limitrofe di consorziarsi purchè non superino l’ampiezza massima del fronte mare per il quale è prevista la presenza di un assistente bagnante. Per aumentare il livello di sicurezza della balneazione nelle aree di costa molto frequentate, dove non insistono attività commerciali, è stato deciso di attuare soluzioni come il posizionamento di gavitelli biconici rossi per segnalare la zona di mare interdetta al transito delle imbarcazioni a motore. Raccogliendo il suggerimento del comandante della Capitaneria di Porto, si inizierà inoltre a progettare, a livello comprensoriale e con la collaborazione della stessa Capitaneria di Porto, della Gestione Associata per il Turismo e gli imprenditori privati, una serie diversificata di ‘Piani collettivi di salvataggio’, svincolati dalle singole concessioni demaniali e modulati in funzione delle caratteristiche delle coste, comprendenti anche zone di spiaggia libera.

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