Oltre 60 giovani, per la tre giorni conclusiva dell’anno di formazione, si sono ritrovati all’Elba, facendo base a La Mammoletta, casa della Fondazione Exodus. Si tratta di Educatori Senza Frontiere (ESF), una realtà della grande famiglia di Exodus.
Da 17 anni, l’associazione forma educatori competenti e disponibili a condividere situazioni difficili in diversi Paesi nel mondo. In Italia interviene in contesti di disagio e si occupa prevalentemente di formazione. All’estero collabora con realtà già operanti sui territori, in partenariato, operando nel campo della formazione dei formatori e dell’animazione educativa in contesti di povertà e marginalità giovanile. In Madagascar e in Honduras gestisce direttamente due comunità di accoglienza per bambini e ragazzi che vivono in situazioni di grave disagio sociale.
Seguendo la filosofia di Exodus, ESF considera l’educazione uno strumento di emancipazione e riscatto, ritenendolo fine essenziale per promuovere lo sviluppo dell’essere umano.
Don Antonio Mazzi è stato presente alla tre giorni elbana, seguendo tutte le attività: relazioni, riflessioni, lavori di gruppo, attività, giochi, veglia conclusiva. Ha ribadito ancora una volta che “l’educatore errante è un folle, sì un folle. È colui che cammina dentro e fuori di sé, che non si accontenta dell’apparenza ma che dà significato all’appartenenza”.
Momento di grande emozione è stato quello delle ‘Partenze’: sono stati comunicati i gruppi e le destinazioni dei viaggi che dovranno affrontare nei prossimi mesi i giovani ESF. Oltre all’Elba, alcuni di loro partiranno per il Madagascar dove c’è una sede dell’associazione ad Ambalakilonga; altri partiranno per l’Angola, altri ancora per Santiago de Compostela e Milano.
Durante l’ultimo giorno del Cammino – questo il nome della tre giorni – è stato piantato un ulivo, pianta dal forte significato simbolico e molto cara al fondatore di Exodus, nell’orto della Casa per inaugurare la sede elbana di Educatori Senza Frontiere, questa inaugurazione conferma un sodalizio tra ESF e La Mammoletta che dura da anni e che durerà ancora.
Durante il cammino è stato anche ufficializzato il passaggio di testimone della presidenza dell’associazione. Don Antonio Mazzi ha nominato Cristina Mazza, sua storica collaboratrice e amica, nuovo presidente di Educatori Senza Frontiere . Don Antonio sarà comunque sempre presente, continuerà a partecipare alle formazioni, a “guidare” i giovani ESF con le sue riflessioni e con il suo carisma e a confrontarsi con i suoi collaboratori circa le decisioni da prendere e i progetti da avviare.
I partecipanti raccontano di aver sperimentato una grande accoglienza da parte della comunità La Mammoletta, con Stani e Marta, gli operatori e i ragazzi. Un vero clima di famiglia, tanto da sentirsi a casa propria.
Anche i ragazzi della Mammoletta hanno partecipato ad alcune attività della tre giorni di ESF; confrontandosi direttamente con i giovani educatori, scambiando opinioni e, perché no, divertendosi; le emozioni che riportano da questa esperienza sono molto forti: “Gli ESF hanno portato tutta la loro positività alla Mammoletta, non vediamo l’ora che tornino per i campus questa estate!” dicono alcuni di loro.
Questa estate sono in programma, una a luglio e due ad agosto, tre “Settimane tremende”: campus educativi nei quali gli educatori senza frontiere organizzano attività per i giovani della Mammoletta e per gruppi esterni. Durante queste settimane i ragazzi hanno l’opportunità di confrontarsi gli uni con gli altri e di prendersi dei momenti di riflessione individuale e di gruppo, Il clima che si crea e la sinergia tra educatori gioca un ruolo fondamentale nel far prendere consapevolezza ai ragazzi, alcuni di loro dopo il campus decidono di intraprendere un percorso di cambiamento rimanendo in Comunità e anche dopo anni, ringraziano gli ESF per aver dato loro, insieme ai ragazzi e agli educatori della sede gli strumenti per rendersi conto che avevano bisogno di una mano.
“La Mammoletta è casa per Educatori senza Frontiere, un luogo dove andare, da cui partire per poi tornare. Un luogo aperto, dove le attività educative trovano terreno fertile per germinare nuove possibilità.


